Non sapere per chi votare durante le elezioni è un problema che può capitare a tutti. Non sapere come votare, invece, capita “solo” ai 45 milioni di elettori europei diversamente abili a cui ancora oggi la maggior parte dei Paesi europei non garantisce l’accessibilità dei seggi. Per affrontare proprio questo tema si sono incontrati lo scorso 30-31 maggio a Bruxelles i rappresentanti delle commissioni elettorali degli Stati membri durante un convegno a cui hanno partecipato anche il segretario di Stato per gli Affari sociali belga, Jean-Marc Delizée, e il vicepresidente del Parlamento europeo, Libor Roucek. «Lo scopo del convegno era fare il punto sulla partecipazione politica dei cittadini europei diversamente abili», ha spiegato il portavoce di Inclusion Europe, osservatorio europeo sulla disabilità, «la verità è che, anche se ci sono molti esempi di buone prassi in giro per l’Europa, la maggior parte dei seggi rimangono off limits per chi è cieco, viaggia in carrozzina o ha difficoltà motorie». Persino in Paesi considerati avanzati dal punto di vista dell’attenzione all’accessibilità, come il Regno Unito, solo il 32% dei seggi garantisce l’accessibilità ai disabili. Tra le buone pratiche più sorprendenti presentate durante il convegno c’è la Romania, dove l’Autorità elettorale ha proposto di produrre schede elettorali in braille per i non vedenti, garantire l’accesso in sedie a rotelle e parcheggi riservati in tutti i seggi del Paese e programmi audio specializzati per i sordi. Per informazioni sulle altre buone pratiche presentate al convegno: www.inclusion-europe.org.
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