Welfare
Comune, sindacati e Confindustria sulla stessa sponda per superare insieme la crisi
Como
Mai come in questo momento in cui i vincoli di sistema penalizzano i bilanci comunali diventa importante condividere le scelte con i sindacati». La contrattazione territoriale fra il Comune di Como e le parti sociali, come conferma l’assessore al Bilancio, Sergio Gaddi, sul lago è quasi una tradizione. Da tre anni a questa parte, da quando cioè la crisi economica e la riduzione dei trasferimenti statali hanno messo a dura prova il welfare locale, il Municipio e i rappresentanti dei lavoratori e dei pensionati hanno scelto di sedersi intorno a un tavolo per concordare una serie di misure utili sia a sostenere i nuclei colpiti dalla perdita del lavoro o dalla cassa integrazione che a contenere le ricadute negative sui servizi sociali ed educativi prodotte dei tagli.
L’ultima intesa, firmata il 23 maggio scorso, fa perno, come le precedenti, sul fondo di sostegno alle famiglie vittime della crisi e sulle borse lavoro. Il primo intervento prevede erogazioni per l’acquisto di beni di prima necessità e per il pagamento di spese inderogabili delle famiglie come, ad esempio, il costo dell’affitto o le bollette delle utenze domestiche. Il secondo consiste invece in opportunità di lavoro presso le cooperative sociali. Sul piatto, quest’anno e l’anno scorso, 100mila euro. Una somma più bassa del pacchetto messo a disposizione con la prima intesa del 2009 che stanziava 500mila euro per il fondo di sostegno e 100mila euro per le borse. «I sindacati, toccando con mano concretamente la realtà dei conti, si rendono conto che quello che facciamo è il massimo dello sforzo possibile», riflette Gaddi. L’accordo con le forze sociali, precisa l’assessore, non è tuttavia vincolante. «È un approccio che riteniamo doveroso ma che non detta la linea. Un conto infatti è ascoltare in maniera seria le istanze dei sindacati, un conto è accettare pedissequamente ogni sollecitazione».
Positivo il commento del sindacato. L’intesa ha consentito di irrobustire la rete di protezione intorno ai lavoratori rimasti fuori dai cancelli delle fabbriche. «L’accordo con il Comune di Como», spiega Fausto Tagliabue, segretario generale della Cisl comasca, «è il tassello di una più ampia strategia messa in campo con Cgil e Uil. Fa il pari con l’accordo stretto con Confindustria per utilizzare tutti gli strumenti alternativi ai licenziamenti come la cassa integrazione; con l’intesa con le banche locali per anticipare ai lavoratori i soldi della cassa integrazione e infine con l’accordo, sempre con Confindustria, per favorire i contratti di solidarietà e dividere così il lavoro che c’è fra tutti i dipendenti delle aziende».
Il protocollo con i sindacati non interviene solo sulle famiglie in difficoltà. Prevede infatti misure di portata più generale. Stabilisce, ad esempio, il blocco nel 2011 delle tasse e delle imposte di competenza comunale; il rafforzamento dei controlli relativi alla veridicità delle dichiarazioni Isee e l’avvio di una più efficace opera di recupero dei crediti e di riduzione della morosità immotivata. Buone nuove anche sul fronte casa. Comune e sindacati convengono di individuare e mettere a disposizione aree per l’edilizia convenzionata, in modo da favorire la realizzazione di alloggi a prezzi inferiori di quelli di mercato, e di iniziare a valutare l’opportunità di coinvolgere le fondazioni e i privati sull’housing sociale.
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