Non profit

Ragazzi, non è mai troppo presto per diventare imprenditori

Lily Lapenna

di Cristina Barbetta

Dal Bangladesh ha importato in Inghilterra il meccanismo del microcredito. E l’ha messo a disposizione di adolescenti e ragazzi delle fasce più svantaggiate che così hanno imparato a fare impresa. Trasformando MyBnk
in un modello di cui si discute al World Economic ForumA soli 27 anni Lily Lapenna, figlia di italiani ma cresciuta a Londra, ha fondato MyBnk, una charity che insegna ai giovani dai 9 ai 25 anni a gestire i loro soldi e – grande obiettivo – diventare imprenditori. Semplice a dirsi – un po’ meno semplice la messa in opera – quello che Lapenna ha fatto: nientemeno che esportare in Gran Bretagna, con i dovuti adattamenti, il modello del microcredito, appreso in Bangladesh.
MyBnk propone sette programmi educativi sviluppati con un approccio molto pratico e creativo, e soprattutto ha “aperto” vere e proprie banche, dove i ragazzi depositano i loro risparmi, imparano a gestirli, e possono prendere in prestito piccole somme senza interesse per avviare attività imprenditoriali. Le banche sono gestite dallo staff dell’organizzazione, uno staff composto tutto da giovani. Un’attenzione particolare viene riservata ai ragazzi più svantaggiati: i progetti di MyBnk vengono infatti presentati non solo nelle scuole, ma anche presso tante organizzazioni giovanili che raggiungono anche le fasce “più difficili”.
Il modello fornisce competenze e conoscenze teoriche e pratiche, ma regala una forte iniezione di fiducia in se stessi: ragazzini che prima chiedevano l’elemosina, ora possono immaginare, e realizzare, micro attività imprenditoriali.
Un percorso che, dal 2007 a oggi, ha già coinvolto 30mila ragazzi londinesi, e che ha regalato a Lily un importante riconoscimento: a marzo il World Economic Forum le ha assegnato il Young Global Leader Award, premio assegnato ai più importanti giovani leader under 40 nel mondo che si sono distinti in svariati settori, dal business alla società civile, alla politica, ai media.
Qual è stata la sua fonte di ispirazione per MyBnk?
Le donne che ho incontrato in Bangladesh. Pochi giorni dopo essermi laureata, a Londra, in Sociologia dello sviluppo e studi africani, sono andata in Bangladesh per fare dell’attività sul campo. Lavorando per due anni con le donne mi sono resa conto che, nonostante il loro analfabetismo, erano molto più competenti di me su tante dinamiche economiche e commerciali. E questo grazie alla partecipazione a programmi legati al microcredito, che in quel Paese rappresenta una vera forza di riscatto e sviluppo.
Che cos’ha di innovativo MyBnk?
Avere adattato il modello del microcredito, nato e cresciuto in Paesi poveri o in via di sviluppo, a un Paese “evoluto” come la Gran Bretagna, dove però c’è un bisogno sociale altrettanto forte: qui ogni tre minuti c’è qualcuno che va in bancarotta; il 90% degli adulti non ha avuto da giovane un’educazione finanziaria e a scuola non s’insegna economia. Strano, vero, nella città simbolo della “city” finanziaria. Noi di MyBnk siamo la prima organizzazione in Gran Bretagna ad applicare il microcredito non più ai tradizionali beneficiari di questo sistema, ovvero le donne, ma ai giovani. Inoltre, le nostre banche non sono gestite da ong o da dirigenti di banca, ma da giovani. Questa è una novità assolta e una svolta importante, perché i giovani non sono abituati a gestire banche né tantomeno ad avere a che fare con prestiti e interessi. Ora, poi, il nostro progetto è anche sul web: è il primo sistema bancario online dedicato esclusivamente ai giovani.
Esempi di attività imprenditoriali nate con MyBnk?
Le cito gli ultimi nati: un lavaggio auto messo in piedi da un gruppo di studenti per i mezzi dei loro insegnanti e delle loro famiglie, e una piccola impresa di produzione e consegna di sandwich per i professori.
È un modello che può essere applicato anche in Italia?
Mi piacerebbe trovare un gruppo di giovani imprenditori sociali italiani per portare MyBnk nel vostro Paese, e far sì che i giovani si impegnino nella loro comunità.
La società italiana è molto “gerontocratica”: se non hai più 40 anni non vieni preso seriamente. A un certo punto, i giovani si demoralizzano…
Dobbiamo cambiare questo stato di cose e portare un’iniezione di fiducia, partendo da cose concrete: l’utilizzo dei soldi, l’avvio di un lavoro autonomo.
Cosa significa per lei essere stata scelta nel club ristretto degli Young Global Leader?
Superata l’emozione del momento, ho capito che è una grande, ulteriore opportunità. Fare parte di un grande network e incontrare altri leader che applicano la mia stessa passione in tanti altri campi può regalarmi tante nuove fonti di ispirazione.
Quali sono i piani di MyBnk per il futuro?
Estendere a tutta la Gran Bretagna un modello di franchising sociale che abbiamo già sviluppato a Londra, e in seguito esportarlo a livello internazionale, adattando il nostro concetto ai bisogni locali.

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