Non profit

A Milano poveri e ricchi, giovani e anziani sullo stesso pianerottolo. Il melting pot di via fratelli Zoia

di Antonio Sgobba

L la bottega per riparare le biciE i laboratori per giovani creativi. I temporary shop e il mercato settimanale. Tutto in una zona compresa tra lo stadio di San Siro, l’ippodromo e i quartieri dormitorio della periferia nord-ovest di Milano. Nasceranno lì i tre edifici del progetto Zoia, una “cellula urbana” di social housing che sarà realizzata dalle cooperative Ferruccio Degradi e Solidarnosc. «Ad abitarla sarà un mix sociale composto da single, giovani coppie, studenti lavoratori, famiglie, anziani, classe media e fasce deboli della popolazione che non hanno accesso alla casa sul libero mercato», spiega l’architetto Federica Verona, che ha coordinato il progetto per il Consorzio Cooperative Lavoratori.
Tutto parte dal bando delle otto aree per l’housing sociale del Comune di Milano: «Erano richieste un’alta qualità architettonica e una grande attenzione ai servizi alla residenza», ricorda la Verona. Per questo i tre edifici lungo via Fratelli Zoia saranno tutti di classe A, con impianti geotermici e fotovoltaici e riscaldamento radiante a pavimento. In totale 90 alloggi: due blocchi saranno destinati alla proprietà e uno all’affitto. Così ci saranno 46 appartamenti in vendita, mentre degli altri, 28 saranno a canone convenzionato e 16 a canone sociale. «Anche nella scelta dei progettisti abbiamo usato un criterio innovativo», continua Verona, «abbiamo affiancato a esperti del settore, come lo studio Prassicop e l’architetto Luca Mangoni, un giovane che ha portato un modo di progettare diverso da quello tradizionale». È Vincenzo Gaglio, 34 anni, un’esperienza da ricercatore nel dipartimento di Progettazione del Politecnico: «Per me è stato l’esordio nell’housing sociale, finora me n’ero occupato prevalentemente da studioso. Ci siamo ispirati a modelli europei, in Italia non si trovano esempi paragonabili a questo», osserva Gaglio.
Ci troviamo infatti all’altezza della fermata Bisceglie della metro 1, la “rossa”, a sud del centro storico di Quarto Cagnino. Tutto intorno edifici residenziali di fine anni 60 e tre grandi parchi urbani: il parco delle Cave, il parco di Trenno e il Bosco in città. «Qui c’è già una fitta rete di servizi pubblici, come scuole, centri sanitari e infrastrutture sportive, convive con spazi di socialità e aggregazione che delineano l’anima popolare e vitale del quartiere», ricorda l’architetto Verona. Come la bocciofila Colombo o lo spazio teatro della Cooperativa Degradi, uno dei soggetti promotori del progetto.
«L’area interessata è di quasi 15mila metri quadri: di questi, 8.500 saranno destinati a spazi aperti pubblici. Tra le richieste c’era quella di mantenere l’attuale piazza del mercato della zona», dice Verona. «Fino ad oggi era una semplice spianata di asfalto che, una volta alla settimana, ospita le bancarelle, gli altri giorni è un parcheggio», ricorda Gaglio. «Sarà completamente ridisegnata, diventerà una vera e propria piazza, verrà riqualificata in modo tale da valorizzare il mercato e accogliere nuove attività alternative negli altri giorni della settimana: manifestazioni, esposizioni all’aperto, temporary shop, eventi culturali e attività legate ai laboratori creativi che si affacceranno su questo spazio».
Nella parte degli edifici riservata all’affitto sarà invece ricavato uno spazio dedicato a incubatori di impresa cooperativa: circa 300 metri quadri assegnati a laboratori di giovani creativi. «Abbiamo pensato alle giovani “partite Iva” che spesso, per i costi proibitivi degli affitti milanesi, non possono permettersi uno studio. Qui troveranno spazio e con le loro start-up saranno promotori di attività dalle ricadute positive sul quartiere», spiega l’architetto. In via Fratelli Zoia i prezzi degli affitti saranno “moderati”: «Intorno ai 350 euro al mese per 50 metri quadri, in media 70 euro al metro quadro all’anno». I prezzi competitivi si devono anche al costo del suolo che verrà edificato: il Comune ha ceduto l’area destinata agli appartamenti in affitto alla cifra simbolica di un euro e l’area destinata alla proprietà a 350 euro al metro quadro. «Anche per questo l’affitto mensile di un bilocale si aggirerà intorno ai 400 euro», osserva Verona. Il costo totale per chi realizzerà il progetto sarà di 15 milioni di euro.
Oltre alla piazza del mercato, ci sarà anche una corte interna, per metà cortile privato e per metà a uso pubblico: «Nasce con una vocazione all’integrazione, come area dedicata agli abitanti. La corte sarà circoscritta dai tre edifici residenziali ma sarà aperta a tutti i cittadini nelle ore diurne. Partecipazione e relazione sono state le chiavi dell’intervento in tutte le sue fasi: nella progettazione delle abitazioni così come nella definizione dei servizi», afferma l’architetto Verona. Negli spazi aperti anche orti didattici rivolti ai bambini, ma la stessa attenzione si nota se ci si sposta all’interno degli edifici residenziali: «Ci sarà lo spazio per i soci, dove c’è una sala assemblee, una cucina comune, la lavanderia di condominio, uno spazio per il ritrovo e per il book crossing», dice Gaglio.
A gestire e amministrare gli edifici sarà la cooperativa Solidarnosc Servizi all’abitare. «Attiveremo anche la sperimentazione di un servizio di “portierato di coesione sociale”, un punto di riferimento e monitoraggio costante delle necessità dei residenti e del quartiere», dice Gaglio. «Pur senza muoverci in un’ottica assistenzialista, vogliamo garantire una manutenzione costante», aggiunge la coordinatrice.
Il cantiere apre a giorni, entro fine giugno. Tempo previsto per la realizzazione: trenta mesi.


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