Welfare

Un contratto per le famiglie in bilico

Regione Umbria parla l'assessore al Welfare

di Redazione

L’Umbria allunga una mano alle famiglie che vivono in bilico sul crinale fra normalità e povertà. I nuclei cioè che, pur non vivendo uno stato grave di esclusione, sono appena al di sopra della soglia limite e rischiano di precipitare nel baratro se, questi sono i casi più frequenti, sono colpiti da un imprevisto come ad esempio il licenziamento di un genitore, l’improvvisa malattia di un figlio o la rottura del matrimonio.
La Regione, guidata da Catiuscia Marini, ha appena licenziato il regolamento con cui norma il contratto di sostegno, l’innovativo strumento di welfare ideato per venire incontro alle famiglie. Le caratteristiche della misura sono l’unitarietà dell’intervento, la flessibilità e la personalizzazione. Vita ha letto in anticipo il provvedimento. Tre le condizioni che delineano il profilo sociale della famiglia vulnerabile: lo status anagrafico, deve trattarsi cioè di famiglia con almeno quattro componenti, madre o padre con figli, famiglia unipersonale; lo status economico, il nucleo familiare anagrafico deve avere un indicatore della situazione economica equivalente (Isee) ricompreso fra 7.500 e 23mila euro; infine l’insorgere di una situazione di rischio.
Il contratto di sostegno – entriamo nel dettaglio degli interventi – consisterà in una misura unica che finanzierà una pluralità di prestazioni o servizi scelti liberamente dalle famiglie. Il “pacchetto” include: erogazioni economiche per far fronte alle spese per i beni e i servizi essenziali della persona e della famiglia; agevolazioni per le tariffe di acqua, gas, energia elettrica e rifiuti; agevolazioni per i servizi di aiuto alla persona (minori e anziani autosufficienti) o per la frequenza scolastica e universitaria; integrazioni al canone di locazione; agevolazioni per le spese mediche e sanitarie; prestito sociale d’onore e, infine, sostegni economici per i percorsi di inserimento e reinserimento nel mondo del lavoro. La somma erogata sarà tra 300 e 800 euro per i nuclei con un indicatore tra 7.500 e 15mila euro e compresa tra 300 e 500 euro per quelli tra 15mila e 23mila. In particolari circostanze, debitamente motivate e documentate dal servizio pubblico competente per territorio, l’entità dell’intervento potrà essere elevata tuttavia fino a un massimo di mille euro. «Considerato che i motivi di entrata in povertà sono diversificati, devono essere diversificate anche le risorse per uscirne o impedire di entrarvi», ha spiegato l’assessore al Welfare e vicepresidente della Giunta regionale, Carla Casciari (in foto). Il contratto di sostegno potrà contare nel complesso su un finanziamento di 3 milioni di euro per due anni.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.