Non profit
Alla Francia piace investire responsabilmente
Finanza etica il boom dei fondi ISR
L’ investimento socialmente responsabile (in sigla, Isr) in Francia ha il vento in poppa. Secondo un’inchiesta realizzata e pubblicata dal sito d’informazione Novethic.fr, tra il 2009 e il 2010 i soldi in Isr detenuti da clienti francesi sono aumentati del 35%, e hanno raggiunto una quota che si aggira intorno ai 68,3 miliardi di euro. Una cifra record, che risulta ancora più clamorosa se la si paragona ai risultati negativi registrati nell’ultimo anno dal mercato finanziario d’Oltralpe, con andamenti al ribasso come quasi tutte le economie mondiali.
Il sito di analisi finanziarie Boursorama (www.boursorama.com) giustifica questi risultati con la riconversione di alcuni grossi fondi d’investimento nell’Isr e la scelta dei francesi nell’orientare i loro risparmi con un occhio sempre più attento all’etica. Secondo la direttrice generale di Novethic.fr, Catherine Husson-Traoré (nella foto), «la cultura dell’Isr è uscita dalla sua nicchia», e la forte crescita registrata nel 2010 potrebbe prolungarsi sotto l’effetto delle politiche di conversione – spesso considerate come un asset strategico -, con il rafforzamento dell’approccio Isr per l’analisi dei rischi o lo sviluppo dell’offerta solidale nel quadro del risparmio.
Il peso degli investitori individuali è rimasto stabile (30% nel 2010 contro un 31% nel 2009), contro il 70% degli investitori istituzionali. Per il secondo anno consecutivo, il risparmio salariale investito in Isr è raddoppiato: con saldi vicini ai 10 miliardi di euro, rappresenta quasi il 18% dell’insieme dei risparmi salariali francesi. Una tendenza forte, dovuta a una legge adottata all’inizio del 2010 che obbliga le imprese a proporre almeno un fondo solidale per il risparmio salariale.
Al di là della progressione complessiva degli investimenti socialmente responsabili, l’inchiesta dimostra come vengano presi sempre più in considerazione i criteri ambientali, sociali e di governance nella gestione dei fondi d’investimento. «L’alleanza delle politiche di conversione dei fondi esistenti nelle grandi imprese di gestione e di sviluppo e l’importanza strategica dell’Isr dovrebbero quindi continuare a svilupparsi a un ritmo sostenuto», auspica la Husson-Traoré.
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