Welfare
Timor est, è nata una nuova nazione
E' il Fretilin, formazione da 25 anni in prima linea nella lotta per l'indipendenza, il partito che governerà l'isola. ha conquistato 55 seggi su 88 nelle elezioni
Timor Est ha deciso: il primo partito che governerà il
neonato paese nella nuova era democratica è il Fretilin, formazione da 25
anni in prima linea nella lotta per l’indipendenza dall’Indonesia. Secondo
i risultati ufficiali delle elezioni del 30 agosto, diffusi oggi dalla
Commissione Elettorale delle Nazioni Unite, il Fretilin ha conquistato 55
seggi su 88 nell’assemblea costituente, che elaborerà la Costituzione e
eleggerà il primo presidente della storia di Timor Est.
Sulle prospettive del nuovo stato, Fides ha chiesto il parere del Nunzio
Apostolico in Indonesia, mons. Renzo Fratini, che ha la giurisdizione sulla
chiesa timorese: “Il paese si sta sviluppando su buone basi. Le Nazioni
Unite hanno avuto un ruolo determinante per riportare pace e democrazia. Vi sono segni di speranza: bisogna congratularsi con quanti hanno contribuito alla nascita della nuova nazione e fare gli auguri per i lavori di stesura della nuova costituzione”.
Intanto oggi, 6 settembre, ricorre il secondo anniversario del massacro di
Suai, in cui le milizie filoindonesiane assaltarono con granate il
comprensorio di una chiesa cattolica, uccidendo circa 200 persone fra cui
p. Hilario Madeira. Un anno dopo, il 6 settembre 2000, tre membri dello
staff dell’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati furono uccisi a Timor
Ovest dalle stesse milizie.
East Timor Action Network (ETAN), rete di Organizzazioni non governative
dell’isola, chiede l’istituzione a Timor Est di un Tribunale Internazionale
per processare i colpevoli, che agirono con l’appoggio dell’esercito
indonesiano.
ETAN ricorda pure che almeno 80mila cittadini di Timor Est non hanno potuto prender parte al voto del 30 agosto, perché tuttora controllati delle
milizie filoindonesiane nei campi profughi di Timor Ovest. Secondo le
organizzazioni umanitarie presenti a Timor Ovest, nei campi profughi la
situazione è grave: muoiono cinque persone al giorno, sono diffusi casi di
stupri e violenze sulle donne, le condizioni igieniche sono scadenti.
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