Welfare

Macedonia: Human Rights Watch, polizia ha massacrato civili

L'organizzazione per i diritti umani accusa: tra il 10 e il 12 agosto i poliziotti macedoni compirono massacri di albanesi a Ljuboten

di Gabriella Meroni

L’accusa è pesante: violazioni dei diritti umani, assassinio di civili inermi, distruzione di case a cannonate. Secondo l’organizzazione umanitaria Human Rights Watch, la polizia macedone si è macchiata di gravi atrocità durante l’assalto a Ljuboten, un villaggio a maggioranza albanese ritenuto base dei ribelli dell’Uck. E soprattutto, dice l’organizzazione, il raid è avvenuto mentre a Ljuboten si trovava il ministro dell’Interno macedone, sospettato di sapere delle atrocità dei suoi uomini. Tra il 10 e il 12 agosto, secondo un rapporto dell’organizzazione pubblicato anche sul Web, le truppe della polizia macedone – un corpo militare, dotato di armi pesanti e blindati – hanno ucciso sommariamente sei civili, bruciato abitazioni e portato il terrore a Ljuboten, apparentemente per vendicare due attentati nei quali erano morti 18 soldati macedoni. Inoltre, nel bombardamento di Ljuboten prima dell’assalto sono rimaste uccise tre persone, e un decimo abitante del villaggio è morto in carcere per sospetta tortura. Bilancio, secondo Hrw, nove civili innocenti uccisi, centinaia di profughi albanesi, arresti arbitrari di massa e detenzioni in carcere, anche di ragazzini, che durano tuttora. Un episodio che rischia di diventare una nuova occasione di odio e vendetta tra la maggioranza slava dei macedoni e la minoranza albanese, anche dopo il cessate il fuoco tra governativi e ribelli e l’intesa di pace ora al vaglio del parlamento di Skopje. Sull’episodio indaga anche il Tribunale penale internazionale dell’Aia, che ha giurisdizione sui crimini di guerra eventualmente commessi in Macedonia, in quanto repubblica ex jugoslava. (Cnn)


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