Non profit

Chi viene a ballare da noi, scopre qualcosa di diverso

Ambrogio Ripamonti

di Redazione

La sua nuova casa è stata candidata al prestigioso Premio Mies Van De Rohe di Barcellona, l’Oscar dell’architettura europea. In lizza, tra gli altri, con il Maxxi di Roma, firmato dall’archistar Zaha Hadid. La sua squadra di basket, invece, a giugno rappresenterà l’Italia ai Mondiali degli sportivi disabili, ad Atene. Il punto di partenza (e di ritorno) di tutto questo è una cooperativa sociale di provincia, la Noivoiloro di Erba, nata nel 1987 dai sogni arditi e un po’ confusi di un manipolo di ventenni cresciuti all’ombra del campanile e diventata oggi punto di riferimento pressoché quotidiano per un centinaio di disabili, 300 volontari e altrettanti appassionati di tango, yoga, hip hop e flamenco. Più 200 soci, mille tesserati e 56 aziende amiche.

Welfare mix
Che c’entrano l’hip hop, il teatro, il coro gospel, l’animazione per le feste di compleanno e la danza del ventre con un centro socio-educativo per disabili? Davanti a domande del genere, Ambrogio Ripamonti, detto Ampo, se la ride. L’uomo del «ma anche» è lui. Diploma di ragioneria alle serali (conseguito solo tre anni fa) ma anche una vita da imprenditore sociale ante litteram, appassionato di umanità e tentato dalla solitudine, è stato per anni combattuto tra Erba e l’Ecuador, i disabili e i tossicodipendenti, gli adolescenti drop out e gli anziani soli. Il «ma anche» è innanzitutto la sua filosofia di vita e poi, per trasmissione genetica, il carattere distintivo di Noivoiloro. «All’inizio raccoglievamo soldi da mandare agli amici che ci avevano ospitato, il Mato Grosso in Ecuador e i salesiani in Palestina. Poi abbiamo incrociato i tossicodipendenti e i malati di distrofia muscolare della Uildm», ricorda. «A un certo punto ci dicevano “dovete scegliere”, ma io rispondevo: perché? Se scelgo solo una cosa ne escludo altre e perdo pure un gruppo di volontari. Noi abbiamo già scelto, abbiamo scelto di aiutare più gente!».
Al contrario di quel che fu per l’asino di Buridano, la scelta di non scegliere è stata per Noivoiloro l’asso vincente. Nel senso che alla fine una opzione prevalente l’hanno fatta, ed è stata quella per la disabilità, ma ancora oggi Noivoiloro, con le sue due cooperative, quattro associazioni e un circolo Fenalc, è un contenitore altamente plurale, dove «ogni realtà è specifica ma non autonoma», dice Ripamonti. «Da noi la disabilità non la vedi subito. Magari vieni qui per un corso di ballo, per una festa o un concerto. Poi però, guardacaso, tanti diventano volontari. E comunque questa alchimia fa accadere una cosa rara e bellissima: un centro per disabili che è attraente per la gente». Meno poetico ma altrettanto prezioso è l’altro prodotto dell’alchimia erbese: Noivoiloro è una struttura sociale che crea reddito e con un sostegno pubblico che copre solo le spese ordinarie del Cse si è imbarcata nella costruzione di una nuova sede dal valore complessivo di 3 milioni di euro.

Crescere è rischiare
Ampo è da sempre il presidente di Noivoiloro. Quando l’associazione è nata era il più grande del gruppo ed è stato naturale vederlo come leader. È stato il primo a licenziarsi dalla fotoincisione in cui lavorava, per buttarsi a tempo pieno in questa scommessa: volantinaggio, raccolta di carta e stracci, imbustaggio, assistenza di malati la notte? tutto andava bene per raccogliere qualche soldo e ospitare – a casa sua, tre pomeriggi a settimana – i primi quattro ragazzi disabili della storia dell’associazione. Resta il fascino di capire come la piccola opera messa su da una decina di ragazzi di buona volontà abbia potuto trasformarsi in qualcosa di così solido. La storia dell’associazione Ripamonti la vede come una crescita spontanea, bella, armoniosa. Pochissimi litigi, giura. «Non siamo mai stati insieme prevalentemente per un fine, la prima regola è sempre stata stare bene noi e far star bene l’altro nella sua diversità. Non ho mai sopportato le associazioni che ti impongono di fare volontariato come dicono loro, le ore che dicono loro, e dopo due mesi tutti i volontari sono omologati». Se proprio lo forzi a indicare una chiave per il successo, Ampo spiega che lui ha sempre voluto «una sola persona che decide. Discutiamo quanto volete, ma ci deve essere un responsabile, non due o tre». Il tratto più manageriale che si riconosce è questo: la capacità di prendere decisioni, anche se «alla responsabilità ci si allena, cominciando dalle piccole cose».

La nuova sede
Da pochissimo Noivoiloro ha inaugurato la sua nuova sede. È un gioiello di architettura a due passi dalla Briantea, incastonato tra benzinai, autolavaggi e capannoni che ospitano industrie, discoteche, bowling e birrerie. «Nel 2003 il Comune di Erba si è offerto di donarci un terreno di 10mila mq», ricorda Ambo. «Abbiamo scelto questo: non sarà romantico, ma è vicino alle industrie, cosa utile per la cooperativa lavoro, e alle altre strutture del divertimento, poiché proponiamo un tempo libero alternativo».
La struttura, firmata dagli architetti Franco Tagliabue e Ida Origgi, soci dello studio milanese If Design, è elegante nelle forme e innovativa nei materiali, tanto da essersi appena guadagnata otto pagine su AD, il prestigioso mensile di architettura e design. Gli architetti hanno frequentato per un anno l’associazione, prima di stendere il progetto e sono riusciti a riprodurne il caratteristico “ma anche”: il teatro, il ristorante da 170 coperti, le sale da ballo, il campo da pallavolo, la corte? «Sono spazi che respirano uno con l’altro, vicini ma non autonomi, ogni edificio è specifico ma la struttura è unica, come ben sottolinea la piegatura del tetto». Il primo lotto, da 2,3 milioni di euro, partito quanto nelle casse di Noivoiloro di euro ce n’erano appena 300mila, è già stato inaugurato: grazie alle donazioni della gente di Erba e dintorni per pagarlo sono già arrivati 780mila euro. Il prossimo lotto ospiterà il Cse e la cooperativa lavoro, e costerà ancora 1 milione di euro. Il terzo lotto, infine, prevede la costruzione di alcuni minialloggi per disabili, che si affacceranno proprio sulla piazza del divertimento. «C’è ancora qualcuno che non capisce tutto questo peso che il tempo libero ha in Noivoiloro. Sembra una cosa troppo semplice. Ma ti pare che mi sobbarco un debito di tre milioni di euro per far ballare le persone? È che… la gente semplice può fare grandi cose».

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