È soprattutto sulle spalle delle donne, com’è noto, che ricade la maggior parte dei carichi familiari. Un carico che diventa macigno quando si somma al peso del lavoro in ufficio o in azienda. L’avviso “Lavoro formato famiglia” mette sul piatto 9,5 milioni di euro di fondi europei per riequilibrare la bilancia.
L’intervento, in particolare, prevede due tipi di progetti: l’introduzione di modelli flessibili di organizzazione del lavoro e l’attivazione di servizi di conciliazione.
Nel primo caso, ad esempio, saranno finanziati il telelavoro, il part-time, il job sharing (lavoro ripartito tra più lavoratori), la rotazione o sostituzione tra lavoratori, la banca delle ore, l’orario flessibile in entrata e uscita, la flessibilità sui turni, i permessi straordinari o, ancora, il tutoring per chi rientra dopo periodi di prolungata assenza.
Nel secondo, i progetti di conciliazione, saranno sovvenzionati l’attivazione di servizi di nursing, baby parking, ludoteche, spazi studio e gioco, asili nido, trasporto, assistenza per malati, disabili e anziani e, infine, doposcuola per gli alunni delle scuole primarie. Servizi che i destinatari dell’intervento potranno acquistare attraverso “buoni per la conciliazione” da utilizzare presso le strutture accreditate.
«La Giunta Polverini conferma l’attenzione e l’impegno a garantire alle lavoratrici e ai lavoratori tutti gli strumenti a disposizione per assicurare un futuro più stabile. Abbiamo preso alla lettera l’esortazione a favore dei giovani e del lavoro del Capo dello Stato nel messaggio di fine anno», ha commentato l’assessore al Lavoro e Formazione della Regione Lazio, Mariella Zezza (in foto).
Il finanziamento massimo dei singoli progetti sarà di 300mila euro e coprirà per il 30% i piani di organizzazione flessibile, per il restante 70% i servizi di conciliazione. Potranno presentare richiesta di sostegno solo i datori di lavoro privati (imprese, imprenditori individuali, società, comprese le società cooperative, consorzi, onlus, associazioni), in forma singola o associata, purché abbiano almeno 15 dipendenti. C’è posto, tuttavia, anche per i soggetti pubblici: è previsto infatti il ruolo di partner.
Infine, i destinatari finali delle azioni. Il bando è aperto ai lavoratori subordinati con qualsiasi tipologia contrattuale, dunque anche a tempo determinato, compresi gli interinali e i distaccati, i collaboratori coordinati e continuativi a progetto e occasionali e gli associati in partecipazione con solo apporto di lavoro e quelli con apporto di capitale e lavoro.
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