Non profit

È divertente raccontare l’Africa in discoteca

Andrea Toigo - Piccoli scalzi & Cappuccini liguri

di Carmen Morrone

Il volontariato di Andrea? In Tanzania e nella Repubblica Centrafricana, per due realtà che garantiscono l’istruzione nei villaggi. Poi, ogni volta che torna a casa, le serate nelle discoteche, per raccontare alla gente della notte “la sua Africa”Èla storia di un volontariato minuto, come il suo protagonista, ma caparbio. Di un volontariato lieve che riesce a farsi ascoltare anche in discopub, il sabato sera. Sorprendente.
Siamo nella bergamasca, e l’animatore dei banchetti di solidarietà in discoteca è Andrea Toigo. Per il momento lavora come disegnatore meccanico, ma il suo sogno è quello di diventare amministratore di sostegno. «Per questo mi sono iscritto all’Istituto Cortivo, che offre un corso adatto alle mie esigenze. Studio la sera, ed è stato proprio il volontariato ad aiutarmi a capire quale fosse il lavoro che volevo fare nella via».
Andrea è nato 26 anni fa a Grumello del Monte, che da Bergamo dista poco più di dieci chilometri. Appassionato di calcio, qualche partita con la maglia dell’associazione sportiva Oratorio Grumello Del Monte, circuito Csi. «Ma il campo non faceva per me, mi piaceva più fare animazione come facevo con i bambini del catechismo. Adesso infatti seguo il settore giovanile della squadra di calcio dal punto di vista educativo». Un’idea semplice, non ingenua. «Il gioco del calcio come campo in cui continuare la crescita personale, con la conoscenza delle regole, con il vivere il rispetto dell’altro, compagno o avversario. Cerco di far capire ai bambini che tutto ciò che c’è attorno a loro contribuisce alla loro educazione».

Con le valigie pronte
Poi, il primo viaggio in Africa. Che non è stato subito, e non è stato nemmeno così facile. «Mi sono messo in lista d’attesa. Intanto leggevo articoli, reportage, vedevo documentari e film per informarmi, per cercare di capire qualcosa di più della realtà che avrei incontrato. Ma dentro di me sapevo che andare là sarebbe stato diverso», racconta, con gli occhi che sembrano rivivere in diretta quei momenti di attesa e riflessione.
«Grazie a un’amica ho conosciuto l’associazione “Piccoli scalzi” di Settimo Milanese, impegnata in progetti di sviluppo in Tanzania. La mia amica in Africa accompagnava alcuni volontari italiani; io sono riuscito a partire solo nel 2008». Grumello del Monte-Mbweni, un viaggio per chi, per cosa? «Finalmente potevo vedere e vivere direttamente immerso nelle realtà povere dell’Africa. Avevo questo desiderio, volevo finalmente trovare un modo per rendermi utile a chi ha bisogno di tutto».
Appena arrivato laggiù, il da fare di sicuro non mancava. A Mbweni Andrea ha tagliato legna, ha partecipato ai lavori di ristrutturazione di alcune stanze della comunità in cui vivono alcuni orfani. «Nel tempo libero si giocava con i bambini e poiché conoscono poche parole in lingua inglese, si comunicava a gesti. E con grandi sorrisi». Il sorriso dell’Africa ad Andrea gli è rimasto addosso. «In Occidente pensiamo che gli africani siano poveri, ma lo sono solo sotto l’aspetto materiale, perché sono ricchissimi dal punto di vista del vivere, del vivere vero, dei rapporti, della condivisione con l’altro. Siamo noi a non essere più capaci di gioire della vita».
Un mese a Mbweni passa veloce, ma Andrea l’Africa se la porta a Grumello del Monte. «Qualche manufatto artigianale e poi tante foto, e organizzo delle serate, anche nei discopub, per far conoscere quelle realtà. Sembra incredibile che i ragazzi pronti a vivere la notte del sabato sera si avvicinino al mio banchetto, ma è così. A volte chiedono pure informazioni, comprano qualche cosa. Spesso fanno una donazione. In quattro mesi ho già raccolto 5mila euro. Sono convinto che qualcuno di loro il giorno dopo va in internet a cercare qualche notizia sull’Africa, in generale. Ma si comincia così…».

Nel mezzo del diluvio
Andrea nell’ottobre del 2010 parte alla volta della Repubblica Centrafricana. «Sono stato a Ngaoundaye, ospite della missione dei frati Cappuccini liguri. È stata una mia vicina di casa, missionaria laica, a parlarmene: un’esperienza molto forte, perché si tratta di una terra fra le più povere al mondo. Per di più era il mese delle piogge, e ho potuto vivere direttamente le difficoltà, come gli allagamenti delle strade, delle case, l’impossibilità a spostarsi con conseguente interruzione delle attività scolastiche, produttive, sanitarie». In tasca Andrea ha già il biglietto per il prossimo viaggio. Il prossimo luglio. Andata e ritorno.
Mai pensato di trasferirsi in Africa come ha fatto il fondatore dell’associazione Piccoli scalzi? Fra sorpresa e riservatezza Andrea confida: «Forse, un giorno…».


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