Welfare

Affitti e vendite low cost e tagli ai servizi sanitari. Il paradosso di un ente benemerito Il piano per ripianare i 23 milioni di debiti verso le banche

di Redazione

La Baggina ha i conti in rosso? Dopo lo scandalo “affittopoli” non resta che tagliare l’unica voce che rende onore alla storia del Pio albergo Trivulzio: i servizi sanitari agli anziani malati. Con almeno sette milioni di euro di disavanzo annuale (risultato della differenza tra gli 87 milioni di spese, il 70% per il personale, e gli 80 milioni di ricavi provenienti dalle rette) e 23 milioni di debiti con le banche, la situazione economica del Pat è infatti sull’orlo del baratro e finora solo le vendite dei beni immobili stanno allontandando la bancarotta.
«Né Comune né Regione ripianano i debiti, non c’è altra scelta che tagliare», ha fatto sapere nei giorni scorsi Fabio Nitti (foto), direttore generale del Pat, rimasto in sella nonostante “affittopoli”, che ha portato alle dimissioni del presidente e del cda della struttura e alla nomina, dal primo marzo 2011, del commissario straordinario Emilio Triaca. Il blocco del turnover del personale, l’accorpamento dei reparti e la riduzione degli addetti al trasporto ricoveri e dei collaboratori fisioterapici saranno solo alcuni degli effetti della scure in arrivo. Da una parte affitti e vendite low cost delle case di proprietà, dall’altra tagli nell’assistenza medica ai degenti: oggi è proprio la Baggina ad aver bisogno d’aiuto. Il paradosso è tutto qui.

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