Politica

Servizio civile, il governo apre la borsa

Giovani

di Redazione

24 milioni di extrabudget da spalmare nei prossimi tre anni e un risparmio valutabile fra i 3 e i 4 milioni sulle spese di vitto e alloggio a partire dal bando Progetti 2011. Dopo mesi di cattive notizie, si accende un faro sui traballanti conti del Servizio civile. Risultato: già dal bando Volontari di quest’anno il contingente (i primi avviamenti sono attesi per dicembre) dovrebbe poter raggiungere quota 19mila (rispetto ai 16.500 previsti). Un dato replicabile anche nelle prossime due annualità.
«Per la prima volta dopo tempo, registriamo un rinnovato interesse da parte del governo per questo istituto», nota Primo Di Blasio, presidente della Cnesc, la conferenza nazionale degli enti, che rappresenta le realtà più importanti iscritte all’albo nazionale. «Noi stessi», continua Di Blasio, «una volta ricevuta la notizia del finanziamento, abbiamo dato l’ok alla rinuncia dei rimborsi per vitto e alloggio, che in un primo momento avevamo contestato». «Entrambe le misure», gli fa eco Claudio Di Blasi, dell’associa- zione Mosaico, uno dei più attivi enti regionali, «vanno nella giusta direzione».
Ma il piano Giovanardi, in attesa di sbloccare la riforma dell’intero comparto attualmente all’esame della prima commissione parlamentare al Senato (la Affari costituzionali), non si ferma qui. Nei corridoio di via San Martino della Battaglia, sede dell’ufficio nazionale, trovano conferma le voci secondo le quali il sottosegretario Carlo Giovanardi sarebbe intenzionato ad anticipare, magari con una leggina ponte, alcune delle misure contenute nella sua bozza di riforma. In sintesi, si tratterebbe di abbassare a 25 ore il tetto minimo dell’impegno settimanale dei volontari e di introdurre progetti di durata inferiore ai 12 mesi. Due “aggiustamenti” che andrebbero ad incidere sul trattamento economico dei ragazzi, che verrebbe quindi ridotto proporzionalmente rispetto allo standard di 433,80 euro. Non solo. Giovanardi avrebbe intenzione anche di intervenire sulla diaria dei volontari impegnati all’estero, riducendola in base al costo della vita del Paese ospitante. Un ventaglio di provvedimenti che, secondo l’Ufficio nazionale, potrebbero far recuperare circa 4/5mila posizioni l’anno. «Ci si può ragionare», conclude Di Blasi, «a patto che il governo non pensi di cogliere l’occasione per inserire nel provvedimento anche misure che vadano a scapito dei budget riservati ai progetti regionali».


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