Non c’è pace per la Croce Rossa. Questa volta ad accendere la polemica è stata la convenzione regionale della Lombardia nell’ambito del 118 in occasione dell’ennesima proroga ad personam. Fra gli enti solo la Cri ha infatti ottenuto un rimborso aggiuntivo di 500mila euro per i prossimi sei mesi. «È bastato minacciare di lasciare a casa i 540 soccorritori perché l’Areu (Azienda regionale emergenza urgenza) introducesse di fatto un trattamento di favore per la Croce Rossa rispetto alle nostre associazioni», protesta Sergio Ripa, consigliere nazionale Misericordie. Gli fa eco Maurizio Ampollini, presidente Anpas Lombardia: «Quella italiano è l’unico caso europeo di Croce rossa sotto il controllo statale. Non c’è quindi da stupirsi se si vengono a creare situazione esplosive come questa». Ma precisa: «Non è comunque pensabile che venga estromessa o marginalizzata. Non saremmo assolutamente in grado di sopperire a questa assenza».
È lo stesso Alberto Bruno, commissario provinciale Cri, a chiarire la situazione: «Siamo davanti a un corto circuito: da un lato la Corte dei Conti ci dice che non possiamo firmare convenzioni sottocosto, ma dall’altro siamo costretti – diversamente dalle onlus – a pagare l’Irap, cosa che fa lievitare le spese del personale. Di conseguenza, o non firmiamo la convenzione oppure è necessario che Areu ci riconosca i costi aggiuntivi obbligatori». A questo punto mancano sei mesi per trovare una soluzione. A giugno, infatti, niente proroghe. Per tutti scatterà il rinnovo (su nuove basi) della convenzione. [R.Ba]
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