Asis è un acronimo, che sta per Agenzia di sviluppo di impresa sociale. Si tratta di un consorzio di cooperative che coordina 7 consorzi provinciali e 95 cooperative sociali in Campania. La sede si trova in un vecchio convento nel cuore di Napoli, all’incrocio di vico Santa Maria all’Avvocata.
Le cooperative che fanno parte del gruppo coprono a 360 gradi tutte le attività di assistenza del terzo settore, da quelle socio-assistenziali fino all’inserimento lavorativo; il grosso del lavoro, qui in sede, riguarda l’attività di coordinamento e aiuto nei confronti delle cooperative, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto finanziario e la formazione.
È forse anche per questo che Mario Massa (nella foto), presidente del consorzio, ha le idee ben chiare sulla situazione a dir poco burrascosa del terzo settore napoletano: «Stiamo attraversando una fase storica di profonda trasformazione del welfare, che ci piaccia o no. Volente o nolente, il nostro mondo deve cominciare a fare i conti con il privato, anche perché il pubblico sembra non avere più intenzione di interessarsi alle nostre esigenze. È un dato di fatto che nell’ultimo bilancio la Regione ha abbattuto del 97% le spese sulle attività sociali».
A pagare questa trasformazione saranno le singole cooperative: tante stanno chiudendo o sono agli sgoccioli, e le situazioni critiche si moltiplicano: «Soprattutto le case famiglia non riescono a tenere il passo, e possibilità di salvezza, sinceramente, ne vedo poche. Prendiamo le banche: si dice che potrebbero rilevare il credito dagli enti istituzionali, ma in realtà si guardano bene dall’immischiarsi. E a dire il vero non c’è nemmeno da biasimarle troppo. Il Comune di Napoli, per dirne una, non ha tesorerie differenziate, e allor quando un ente o un privato garantiscono un’affluenza di fondi, diventa difficile vincolarli a un obiettivo, e persino verificarne l’utilizzo. Perché mai qualcuno dovrebbe mettere i propri soldi in qualcosa di preciso sapendo che poi potrebbero essere utilizzati per fare altro?». [R.R.]
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