Le Poste: «Col non profit continueremo a trattare»

Segnatevi la data: 31 gennaio 2011. Da questo momento, infatti, termina la sperimentazione lanciata a settembre da Poste Italiane (nella foto, l’amministratore delegato, Massimo Sarmi) con cui l’azienda ha voluto testare alcuni “processi produttivi” interni. Con la chiusura di questa iniziativa, però, a sparire saranno soprattutto le tariffe sperimentali (più vantaggiose rispetto a quelle ordinarie), di cui anche il non profit ha potuto godere da settembre a oggi. «Un’iniziativa aperta a tutti, che nulla ha a che vedere con l’abrogazione delle tariffe postali al non profit» precisano fonti interne all’azienda. Nata insomma da un’esigenza dell’azienda e per la quale, come per ogni sperimentazione commerciale, è stata applicata una tariffa agevolata.
Comunque sia andata, o quali siano i motivi reali, dal 31 gennaio il non profit si trova a pagare secondo le tariffe ordinarie: «Al momento attuale oltre quella data non crediamo si possa effettuare una proroga della sperimentazione», chiariscono da Poste Italiane. E così, il maggiore vettore postale italiano rischia di vedersi ridurre il volume di corrispondenza che il non profit spedisce ogni anno, un gruzzolo di 110-120 milioni di pezzi, un problema di cui il Poste Italiane è ben consapevole: «Mi creda», dicono dall’interno dell’azienda, «abbiamo regolari incontri con i rapresentanti del terzo settore, proprio perché l’abrogazione delle tariffe postali agevolate ha creato uno scenario difficile per tutto il settore del non profit insieme al quale auspichiamo si possa ripristinare uno scenario favorevole al pieno utilizzo del canale postale per le loro comunicazioni ai donatori».
[Riccardo Bagnato]