Welfare

Meglio morto che al 41bis

di Redazione

Sono 690 i detenuti in 41bis, un regime che si applica ai reclusi per i quali «vi siano elementi tali da far ritenere la sussistenza di collegamenti con un’associazione criminale, terroristica o eversiva», e che prevede tra l’altro il rafforzamento delle misure di sicurezza per prevenire contatti con l’organizzazione criminale di appartenenza, restrizioni nel numero e nella modalità di svolgimento dei colloqui, la limitazione della permanenza all’aperto nella cosiddetta “ora d’aria”, la censura della corrispondenza. È un regime di cui tutti parlano visto il problema della criminalità organizzata e di come reprimerla; ma ogni tanto vale la pena parlarne anche rovesciando il punto di vista. Ecco la testimonianza di Aida, figlia di un detenuto rinchiuso in una sezione di 41bis.

Mi trovo qui da sola nella mia stanza e, mentre fisso il soffitto e le mura che mi circondano, il mio pensiero va al mio amato papà, in carcere da ormai tre anni. Mentre scrivo il mio dolore aumenta perché non trovo rassegnazione al fatto di non poterlo vedere né tantomeno stringerlo anche solo per un minuto: non auguro a nessuno quello che sto passando.
Mio padre si trova al 41bis e solo a scriverlo mi si gela il cuore. Niente è più disumano di questa condizione. Un’ora al mese per vederlo attraverso un vetro che non fa altro se non spezzarti il cuore e soffocarti l’anima; non poterlo toccare, baciare, ma doversi accontentare di sentire il suo odore attraverso degli indumenti sporchi che alla fine del colloquio ti vengono dati, beh, credetemi è una pena troppo grande, tanto grande da arrivare al punto di preferirle la morte. Lo so, sono ingiusta a scrivere questo, ma se non fosse più tra noi, forse riuscirei a rassegnarmi… perché per quanto mi sforzi, non trovo invece giustificazione a questa condizione. Forse penserete che io sono di parte, ma non è così. Mio padre non ha violentato né tantomeno ucciso nessuno; avrà anche commesso degli errori, ma certamente non tali da meritare il 41bis. Il mio è uno sfogo, ma voglio anche accendere una luce su questa realtà che – per fortuna – non tutti conoscono. Se qualcuno può far qualcosa per evidenziare questa situazione del 41bis, vi prego di farlo. Aida

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