Welfare

Graziano, morto di indifferenza

di Redazione

La storia di Graziano Scialpi l’abbiamo già raccontata sulle pagine di “Vita”: detenuto da anni nella Casa di reclusione di Padova, vignettista di “Ristretti Orizzonti”, per mesi ha lamentato dolori atroci alla schiena, chiedendo di essere sottoposto a una risonanza magnetica, ma in tanti non gli hanno creduto. Finché una notte d’agosto è rimasto paralizzato, è stato ricoverato ed è stato operato subito: aveva un tumore ai polmoni, arrivato ormai alla spina dorsale. È morto dopo meno di due mesi.
Quella che segue è una lettera, scritta da lui a una conoscente, che riportiamo perché meglio di qualsiasi testimonianza fa capire che cosa vuol dire stare male in carcere, e non essere neppure creduti.

Per quanto riguarda le mie condizioni di salute, il mal di schiena va peggiorando, ormai l’interessamento del nervo sciatico ha raggiunto il ginocchio sinistro. La cosa grave è che il carcere, o meglio, i medici del carcere, non mi danno farmaci sufficienti a condurre un’esistenza “normale”, o quasi.
Dormo una notte su quattro e le giornate sono scandite dall’attesa dell’infermiere per pietire una pastiglietta di Voltaren che mi dia un paio d’ore di sollievo. In quattro-cinque occasioni sono stato aggredito da dolori così atroci e totalizzanti da pensare – se pensare si possono chiamare quei processi di pensiero – di uccidermi per far cessare le sofferenze. Per cui, se compirò qualche gesto estremo, non si sarà trattato di depressione o cose simili, ma solo di dolore fisico. Un dolore facilmente evitabile con qualche bustina di Voltaren acquistabile in farmacia senza ricetta al prezzo di 5 euro. In questo momento ci sto scherzando sopra, ma le assicuro che durante quelle crisi esistono solo il dolore e un’unica via di fuga.
Mi farebbe piacere se venisse a trovarmi, ma al momento non saprei neppure come. Dovrebbe parlarne con l’educatrice; quanto agli psicologi, me ne hanno assegnata una, ma al momento l’unica cosa che potrei dirle è: datemi quel dannato Voltaren o abbattetemi (credo di avere almeno i diritti di un cane investito).
Mi scuso per la scrittura caotica, ma nell’impossibilità di sedermi per i dolori ho dovuto scrivere appoggiato di sbiego a un tavolino. [Graziano Scialpi]

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.