Nubi sparse, qualche temporale, con schiarite previste per fine anno. Non rimane che il meteo per descrivere la situazione in cui versa il 5 per mille.
Il Milleproroghe
Nel cosiddetto Milleproroghe sembra infatti (almeno nel momento in cui va in stampa il magazine, lunedì 20 dicembre) che sia stato ricavato un posticino (l’unico) per i 300 milioni mancanti. Inequivocabile, in questo senso, il testo dell’agenzia a poche ore dalla convocazione del CdM: «Il Consiglio dei ministri si riunirà mercoledì 22 dicembre per il varo del decreto legge Milleproroghe, che stanzierà nel 2011 altri 300 milioni a favore del 5 per mille dai 100 attualmente previsti nella legge di Stabilità. Lo riferisce una fonte governativa». Punto e a capo. Quello che è certo è che la protesta contro il taglio del 5 per mille ha costretto grandi giornali, istituzioni e pubblica opinione ad occuparsene come non mai. Anche se in qualche caso con risultati a dir poco discutibili.
Tu quoque, Espresso?
«Un mucchio selvaggio di associazioni che saranno anche non profit, ma che di socialmente utile fanno ben poco, hanno ingrossato gli elenchi tenuti dalla Agenzia delle entrate». Secondo il settimanale L’Espresso, che ha esaminato gli elenchi del 5 per mille, si è scatenato il Far West con tanto di assalto alla diligenza. Cioè? A scorrere la lunga inchiesta di Gianni Del Vecchio e Stefano Pitrelli dal titolo «I parassiti del 5 per mille», piccole e grandi associazioni vengono messe alla berlina. L’elenco è lungo.
Nulla che provi, però, la loro effettiva incompatibilità formale con il 5 per mille. In soli due casi, poi, si dichiara il numero di preferenze accordate dai contribuenti. Ma si capisce perché. Se infatti si sommano i fondi ricevuti dalle prime 30 associazioni citate (escluse Radio Maria e l’Albero della Vita) si arriva alla cifra di 286.217 euro, pari allo 0,10% del totale del solo elenco volontariato e allo 0,06% dell’intero 5 per mille, per un totale di 7.872 preferenze, e una media di 315 scelte per associazione. Un po’ pochino, per gridare allo scandalo.
Dal 2011 al 2008
Se per quello del prossimo anno si aspetta la decisione del CdM, per l’edizione 2008 dovrebbe scattare l’obbligo di rendicontazione delle attività sostenute con i fondi ricevuti per quell’anno. Lo aveva detto a Vita il responsabile del ministero del Lavoro per il settore Volontariato, Guido Santachiara: «L’associazione ha 12 mesi di tempo da quando ha ricevuto i soldi per produrre la documentazione». E lo stesso dicastero guidato da Maurizio Sacconi aveva assicurato che avrebbe messo online per fine anno «un riepilogo complessivo delle somme già liquidate, pari ad oltre 730 milioni di euro per le dichiarazioni dei redditi del 2006, 2007 e 2008». Di cui, però, ad oggi non c’è nessuna traccia. Così come non hanno traccia del tanto sospirato bonifico molte associazioni. Di conseguenza, se tutto va bene, queste si vedranno recapitare la somma dovuta nel 2011. Ed è solo da quel momento che scatteranno i dodici mesi per la rendicontazione.
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