Welfare

A lezione dal Zanza: l’handicap va assecondato

A tu per tu con l'attore spastico David Anzalone

di Redazione

Anzalone David, in arte “Zanza” ha sbancato l’Auditel con la sua partecipazione a Vieni via con me, abbracciato da Fazio e Saviano al termine di un esilarante monologo sull’handicap, visto da una “carogna”, come ama definirsi. Un comico a tutto tondo, già noto alla “nicchia” dei suoi fan, ma solo adesso approdato al successo vero. Soffre di una forma di spasticità che l’attore riesce a trasformare in risorsa di spettacolo, sorprendente per autoironia e profondità di messaggio.
Come si fa a inventarsi un lavoro partendo dalla condizione di disabilità?
Ci vuole creatività! Io, ad esempio, ho deciso di diventare imprenditore. In fondo sono anni che ci stanno dicendo che il lavoro bisogna inventarselo e io ho deciso di farlo, dando vita a una cooperativa di servizi. Le nostre città sono intasate dal traffico automobilistico, giusto? E qual è il problema principale che affligge gli automobilisti? Il parcheggio! Con la mia azienda cooperativa di…”noleggio handicappati”, chiunque potrà noleggiare un handicappato e non si tratta di un falso invalido bensì di un handicappato certificato iso-novemilaequalchecosa. Con a bordo questo prezioso collaboratore, vi assicuro che non avrete più problemi di parcheggio né di coscienza. E con un piccolo sovrapprezzo vi facciamo anche la guardia all’auto!
Quale percorso mentale ha fatto?
Per me, l’antitesi fra normalità ed anormalità è un atto di presunzione, come lo sarebbe pensare all’handicappato come ad una persona migliore a priori. Come ogni limite, l’handicap va accettato. Occorre non contrastarlo, non confliggere con lui, ma renderlo armonico con l’intera nostra esistenza. Solo così si può passare ad un livello superiore, cioè far diventare l’handicap una risorsa. Neanche l’handicap è immune alla strumentalizzazione. Perciò penso che la grande risorsa che gli handicappati possono comunicare in maniera esplosiva è il valore dell’originalità, della non omologazione. Però, per arrivare a questo, bisogna prendere coscienza di sé, valorizzare le proprie diversità e non cadere nella tentazione di voler essere come gli altri. L’omologazione è una trappola.
Quali difficoltà ha incontrato?
Beh, faccio il comico, e la difficoltà più grande è quella di farmi prendere sul serio.
È riuscito a far “fruttare” in questo senso le sue competenze, le sue abilità?
Sì, ma purtroppo non tutte… Ancora non ho mai girato un film… Porno, naturalmente!
La sua è un’esperienza in qualche modo “replicabile”, oppure ritiene di
essere davvero unico e irripetibile?
Beh, 1-100-1.000 Zanza! Immaginate che incubo… no, no, basto io! Comunque, non credo nei replicanti… Penso che ognuno debba trovare la sua strada.
Quali consigli darebbe ai suoi “amici handicappati”, come si ostina a chiamarli?
Non ascoltate consigli!
Spera di riuscire a imporsi come attore e come comico anche a prescindere dall’handicap?
Il rischio che io rimanga incastrato lo avverte solo chi mi vuole sottovalutare. Sia io che Alessandro Castriota (mio regista e coautore) siamo certi che le nostre qualità professionali non dipendono dall’handicap. [F.B.]

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