Mondo

Il bus sbaglia strada e i giornalisti “scoprono” la Corea del Nord

Pyongyang come non era mai stata vista prima dalla stampa occidentale

di Ottavia Spaggiari

Un’occasione unica, quella che è stata offerta ieri, per sbaglio, ad un gruppo di giornalisti internazionali, in visita a Pyongyang. Lo rivela sulle pagine del Guardian Tim Sullivan, inviato sul posto dell’Associated Press.

L’autista dell’autobus su cui erano caricati cinquanta reporter occidentali, tra cui lo stesso Sullivan, ha sbagliato strada, deviando così, per alcuni minuti, il percorso che era stato concordato con il regime e mostrando ai giornalisti un drammatico scorcio della vita reale in Corea del Nord. Scene di estrema povertà, sono quelle descritte da Sullivan: strade dissestate a due passi dal centro, palazzi cadenti, niente energia elettrica e persone dall’aspetto desolato.

Sono bastati pochi istanti per avere la conferma di ciò che si sapeva da tempo. La realtà, in Corea del Nord è molto diversa da quella che il regime intende dipingere ai rarissimi giornalisti che riescono a visitare il paese.

Dal 1948 a oggi, il governo ha reso impossibile qualsiasi rapporto tra la stampa internazionale e la popolazione locale. Le uniche testimonianze relative alle condizioni di vita in Corea del Nord, sono state offerte da profughi fuggiti all’estero.

Nei rari casi in cui il regime ha accettato l’ingresso di giornalisti stranieri nel paese, alla stampa è sempre stato offerto uno scenario nazionale assolutamente fittizio. I reporter sono scortati ovunque dalle guardie del regime e devono rigorosamente attenersi al percorso stabilito dalla sicurezza. Per questo l’immagine che Pyongyang offre agli inviati occidentali, è quella di una città ordinata e pulitissima e in cui le strade sono, quasi sempre, vuote.


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