Welfare

Intolleranza sul Piave

La storia di Sunny

di Redazione

“Il Piave mormorò: non passa lo straniero!”. Con questi celebri versi si rievocano le gesta eroiche dei nostri nonni, che difesero l’integrità del suolo patrio sulla “linea del Piave” durante la Prima Guerra Mondiale. Quali canzoni, quali versi, celebreranno il nostro “eroismo” quando il “nemico” da respingere si chiama Sunny, età: otto mesi, nazionalità: iraniana, reato: averci “invaso” con la propria famiglia sotto la spinta dalla fame? Sunny aveva raggiunto fra mille peripezie il nostro confine orientale e lo aveva superato qualche giorno addietro senza le necessarie autorizzazioni. Per questo era stata fermata dagli agenti e trasferita al Centro di Accoglienza della Caritas di Gorizia, dove fanno servizio anche i Fratelli della Misericordia. Ma purtroppo Sunny ci ha invaso troppo tardi: solo qualche settimana addietro avrebbe ottenuto un decreto di espulsione che le avrebbe consentito, assieme ai familiari, di raggiungere gli amici in Germania, la sua meta, dove il padre, lavorando e regolarizzando la propria posizione, le avrebbe assicurato un futuro dignitoso. Troppo tardi: anche le “invasioni” hanno tempi da rispettare. Sunny non sapeva che la sua progettata “invasione”era stata preceduta dalle imponenti contromisure difensive approntate dalle nostre Autorità con la messa in campo di centinaia di agenti e sofisticatissime apparecchiature in grado di intercettarla e neutralizzarla. è stato così che l’invasione di Sunny è terminata alla stazione di Gorizia, mentre attendeva il treno che la avrebbe portata con la famiglia verso la Germania. Trasferita al Centro della Caritas ha trovato ad accoglierla i volontari: sarebbe potuta essere solo una sosta per ritemprarsi in vista dell’ultimo tratto di strada prima dell’arrivo, invece… Invece una mattina, quella Casa di Accoglienza, così fortemente voluta da don Ruggiero Dipiazza e dove l’avevano accolta i sorrisi e le cure dei Fratelli della Misericordia, è stata circondata dai mezzi della polizia. Dopo i controlli di rito, accertata l’impossibilità di “respingerla” in Slovenia, Sunny è stata messa su un pullman e scortata (undici agenti per undici clandestini) al Centro allestito dalla Prefettura di Bari, dove è giunta, con altri 1100 chilometri sulle spalle, nella serata di ieri, in attesa di essere rimpatriata in Iran, più povera e disperata di prima. La chiamano “tolleranza zero” e sembra sia necessaria per arginare la dilagante malavita che fa leva sull’immigrazione clandestina. D’altra parte le leggi ci sono e vanno rispettate: sono approvate da un Parlamento democraticamente eletto e applicate da istituzioni che godono della fiducia dei cittadini. Eppure, nonostante questo (e certamente per colpa del fatto che continuiamo a guardare al mondo con gli occhi dei Fratelli della Misericordia), continua ad essere difficile pensare a Sunny come ad un pericolo per la nostra sicurezza ed il prestigio nazionale. Rimane il fatto che Sunny ci ha invaso. E che lo ha fatto nel modo più subdolo ed imprevisto (“maledetti clandestini!”). I Fratelli della Misericordia si interrogano. In una email al nostro sito si legge: «è da poco terminata la riunione. C’è determinazione nel voler non prestare più opera di volontariato in una struttura di accoglienza trasformata in carceraria, c’è però anche la consapevolezza che dobbiamo aiutare, per quanto possibile, questi disperati. Domani si esce sui media con dei comunicati. L’Arcivescovo è stato sollecitato a intervenire al più presto perché i volontari non si sentono più tutelati. La struttura è blindata la polizia fa anche dei controlli notturni. Non sappiamo che rischio ci sia con gli ospiti che sanno di non ottenere più un foglio di espulsione ma un viaggio in Puglia in una struttura carceraria che una psicologa di Medici senza frontiere ci ha descritto come allucinante. Stanotte sono scappati in quattro. Come reagirà la polizia quando sarà incolpata di non aver sufficientemente vigilato? I volontari potranno essere chiamati a rispondere per aver favorito la fuga?». La coscienza dei cittadini viene scossa sulla stampa scoprendosi meno buona e solidale del previsto e dello sperato. Le stesse Forze dell’Ordine, padri e madri come il padre e la madre di Sunny, non potranno che trovare amaro il gusto per aver compiuto fino in fondo il proprio dovere. No! No, non ci saranno canzoni, né versi epici, che narreranno ai posteri come venne respinta l’invasione di Sunny. Sarà invece il pianto di una bambina di otto mesi, Sunny pare si chiamasse, a fare da colonna sonora di un’operazione denominata spettacolarmente “tolleranza zero” ma che in Italiano significa, letteralmente: Intolleranza. Andrea Cavaciocchi, WebMaster MisericordiaOnLine Risponde Riccardo Bonacina: Grandissimo Andrea, grazie di questa impressionante testimonianza di vera Misericordia che nulla c’entra con il buonismo ma che è invece così capace di giudicare il mondo e i giorni che viviamo. Questo è il volontariato che Vita incoraggia e di questi lettori siamo infinitamente orgogliosi.


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