Salute

Il progetto Cesvi cura bambini destinati a vivere

La lettera che segue riguarda la campagna Cesvi, "Fermiamo l’Aids sul nascere", che Vita sostiene dall’inizio, rivolta alle mamme sieropositive dello Zimbabwe e ai loro figli.

di Redazione

La responsabile del progetto risponde, ribadendo il senso dell?iniziativa. Carissima dottoressa Gandolfi, è giusto che lei come medico senta il dovere ed il compito di salvare vite umane. Ma qui stiamo soffrendo tutti quanti, per questa grande guerra che è l?Aids! Mi sembra una goccia nel mare quello che riuscite a fare, e allora ben venga la grande medicina “preventiva”, ossia usate la pillola antifecondativa quando siete certi che una madre è già affetta dalla malattia. Perché volete per forza fare nascere creature destinate a morire? Prima curate le madri e ditegli che possono anche astenersi. Basta. Basta. Basta di volerci impietosire perché il nostro contributo in gran parte favorisce altre nascite con il destino segnato. Se questa è carità fate pure ma sappiate che quello che ho detto non è altro che il pensiero di 9 persone su 10. Prevenire prevenire prevenire. Cominciamo ad allungare l?aspettativa di vita. Gabriella Noci, Parma Gentile signora Gabriella, sono d?accordo con Lei che la prevenzione nell?ambito della lotta all?infezione Hiv Aids ricopre un ruolo fondamentale. Infatti il programma che il Cesvi sta svolgendo in Zimbabwe prevede un grosso impegno in questo campo; è in atto una vasta campagna di informazione sia a livello ospedaliero che territoriale su tutti gli aspetti della malattia che prevede, tra l?altro, la promozione di comportamenti non a rischio. D?altra parte le donne che noi contattiamo sono già gravide, e quasi sempre non conoscono il loro stato di sieropositività. Il nostro intervento consiste nel convincere le donne a sottoporsi al test e, se positive, ad accettare di cercare di prevenire la trasmissione del virus al proprio bambino con la somministrazione di un farmaco e con l?adozione di altre misure precauzionali. Il risultato che ci aspettiamo non è la nascita di bambini destinati a morire, bensì a vivere, perché immuni dal virus. Il nostro tipo di intervento non è il risultato di un atto di ostinazione o di un atteggiamento caritatevole, ma segue le direttive delle maggiori organizzazioni internazionali,quali l?Oms e l?Unaids che considerano la riduzione della trasmissione verticale dell?Hiv uno dei principali obiettivi nell?ambito della lotta all?Aids. La saluto cordialmente, Claudia Gandolfi Info: www.cesvi.org


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