Welfare

Se a Londra si soffre la fame

L'indagine di Kids Company nelle scuole della capitale: l’80% dei bimbi si nutre in modo sbagliato

di Redazione

E in drammatico aumento il numero di bambini a rischio denutrizione a Londra. Lo rivela Kids Company, l’organizzazione non-profit che offre supporto a oltre 13 mila bambini in città e che ha riscontrato, nell’ultimo anno, un crescente aumento nel numero dei minori che si rivolgono ai centri dell’associazione, non in cerca di un aiuto di carattere psicologico, ma di cibo.

Ogni settimana, Kids Company accoglie settanta nuovi bambini che si rivolgono all’associazione per un pasto caldo, una cifra preoccupante, soprattutto se paragonata a quella dello scorso anno, quando erano trenta i minori che , settimanalmente, chiedevano aiuto all’organizzazione. 

Molti bambini provengono da famiglie di immigrati, i cui genitori non hanno il permesso di lavoro e non possono fare richiesta di sussidi ma anche le famiglie che ricevono aiuti dallo stato faticano ad arrivare a fine mese, poiché il mercato del lavoro è paralizzato e il costo della vita continua ad aumentare. «Vediamo che ci sono genitori assolutamente responsabili che però faticano ad assicurare tre pasti al giorno ai propri figli», afferma la fondatrice di Kids Company, Camila Batmanghelidjh, «i bambini però non hanno la possibilità di parlare in pubblico, per questo una simile situazione fatica ad emergere».

Il problema risulta più visibile nelle scuole. Sono almeno cinque le scuole londinesi in cui gli insegnanti affermano che tra il 70 e l’80 percento dei bambini sono vittime dell’insicurezza alimentare.

La denutrizione infantile è raggiunta a livelli di emergenza che non hanno precedenti. Secondo Camila Batmanghelidjh «moltissime organizzazioni che potrebbero essere d’aiuto in questo momento, devono fare i conti con risorse estremamente limitate. Io lavoro come assistente sociale da oltre vent’anni e la mancanza di cibo nell’ultimo anno e mezzo è aumentata moltissimo. Sono a conoscenza di un gruppo di genitori che si sono costituiti in una sorta di collettivo e che taccheggiano i negozi per sfamare i propri figli».

Londra non è però l’unica città a dover affrontare l’emergenza cibo. Secondo un sondaggio di Mumsnet, il forum online per genitori più popolare in Gran Bretagna, una mamma su cinque, rinuncia quotidianamente ad un pasto per dare da mangiare ai propri bambini.

FareShare, una non-profit che ridistribuisce il cibo avanzato dai supermercati, afferma che le mense dei poveri e i banchi alimentari stanno facendo un enorme sforzo per soddisfare la domanda di genitori e di minori che chiedono aiuto. Dallo scorso ottobre, il 42% delle organizzazioni con cui lavora FareShare, ha registrato un aumento della domanda di cibo.

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