Welfare

Riforma delle invalidità, le charity contro il governo

No ai nuovi criteri per riconoscere la disabilità, che toglierebbero le pensioni al 37% dei percettori attuali

di Gabriella Meroni

Terremoto alla Commissione che il governo inglese ha creato per discutere con il terzo settore la riforma dei criteri per assegnare la pensione di invalidità. Paul Farmer, presidente della charity Mind, che si occupa di disagio psichico, ha lasciato il tavolo in polemica con la riforma governativa. <<Sono profondamente sbagliate>>, ha detto Farmer parlando delle modifiche proposte. <<E i ministri si rifiutano di ascoltare la voce degli operatori>>.

Sulla sponda opposta, il ministro del Lavoro ha raccontato che Farmer è stato invece allontanato dalla Commissione dopo aver minacciato azioni legali contro il progetto del governo. In pratica, l’esecutivo intende mettere a punto una nuova griglia per determinare le disabilità e quindi individuare gli aventi diritto alle nuove pensioni di invalidità (Employment Support Allowance-ESA), entrate in vigore nel marzo 2011 e destinate a tutti coloro che non sono in grado di lavorare per motivi di salute. Il governo inglese sta riesaminando tutti gli aventi diritto, e ha scoperto – dopo aver analizzato 141mila dossier – che il 37% degli invalidi non avrebbero diritto al sussidio perché in grado di lavorare.

<<I nuovi criteri sono inadeguati e rozzi>>, ha detto Paul Farmer, evidenziando come il 50% di coloro che si sono visti revocare l’Esa hanno fatto ricorso al giudice, e il 50% di questi si è visto riconoscere il diritto alla restituzione del sussidio.


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