Volontariato

CESE: maggiori garanzie per il volontario europeo

Raccomandazione alle isituzioni e agli Stati membri

di Joshua Massarenti

«Il volontariato costituisce un’espressione importante della cittadinanza attiva: esso crea capitale sociale, contribuisce alla coesione sociale e alla solidarietà, offre preziosi vantaggi economici alla società e consente ai singoli individui di realizzare il loro potenziale». Così si legge nel parere adotattato oggi dal Comitato economico e sociale europeo (CESE) i cui membri si sono riuniti oggi a Bruxelles in sessione plenaria.

Per volontariato si intendono tutti i tipi di attività di volontariato intrapresi in base alla libera volontà, scelta e motivazione di una persona e senza scopo di lucro.

«Di fronte all’attuale crisi in Europa, ai mutamenti demografici e ai problemi che ne conseguono è importante riconoscere il ruolo chiave del volontariato per il singolo individuo, in quanto promotore di inclusione, responsabilizzazione, acquisizione di capacità e messa in rete» prosegue il testo preparato dal vice-presidente del Gruppo III (Interessi vari), Pavel Trantina. Il volontariato va però distinto chiaramente dal lavoro retribuito, che non dovrebbe in nessun modo sostituire. Per offrire un ambiente efficace e sostenibile per le attività di volontariato, il CESE raccomanda alle istituzioni e agli Stati membri dell’Unione europea di adottare misure per garantire che la legislazione nazionale e dell’UE consenta e incoraggi queste attività, protegga i volontari ed elimini eventuali ostacoli giuridici al loro operato.

“Si dovrebbe tuttavia evitare qualunque regolamentazione che limiti o impedisca il volontariato perché troppo descrittiva o scarsamente consapevole delle tradizioni locali di volontariato.
La Commissione europea dovrebbe incoraggiare la creazione di un’infrastruttura efficiente e ben organizzata per il volontariato a livello dell’UE e degli Stati membri”.

L’UE e gli Stati membri dovrebbero inoltre garantire condizioni di finanziamento accessibili, affidabili e sostenibili per il settore del volontariato e aiutare le organizzazioni di volontariato ad adattarsi al nuovo contesto di finanziamento. Non solo. E’ necessario rendere possibile e sostenere il volontariato quale contributo in natura al cofinanziamento. Tra le altre proposte contenute nel parere, “il CESE suggerisce di adottare alcune misure pratiche per conservare l’eredità dell’Anno europeo del volontariato anche oltre il 2011 e per far sì che il tema del volontariato sia ancora fortemente sentito a livello nazionale ed europeo. Le istituzioni dell’UE dovrebbero adottare un approccio più coordinato nei confronti della politica di volontariato, che va riconosciuta per la sua dimensione trasversale e coordinata da un’unità speciale in seno alla Commissione, sostenuta dalle strutture politiche richieste in altre istituzioni dell’UE”.


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