Cultura

Servizio civile, Riccardi sfida Monti

Il ministro al premier: «Dobbiamo dire se vogliamo chiuderlo oppure rilanciarlo»

di Stefano Arduini

E adesso per il governo sarà difficile fare finta di niente. La tavola rotonda che il ministro Andrea Riccardi ha organizzato a Roma il 20 marzo convocando parlamentari di maggioranza (Carlo Giovanardi del Pdl e Marina Sereni del Pd), di opposizione (Erica Rivolta della Lega Nord), la rappresentante delle Regioni (l’assessore ligure Lorena Rambaudi) e i rappresentanti dei maggiori network degli enti, segna un punto di non ritorno. A dirlo senza mezze misure è stato lo stesso Riccardi: «L’esecutivo di cui faccio parte si deve prendere le sue responsabilità: o dimostra di credere nel servizio civile, oppure fa la scelta opposta. In ogni caso ne dovrà rendere conto. Nascondersi non si può più».

Inutile dire da che parte stia lui. «Io credo che insieme alla scuola il servizio civile sia la sola istituzione dedicata alla formazione dei nostri giovani, e per questo è uno strumento fondamentale». Non solo. «Mi hanno colpito», è ancora il ministro che parla, «i dati di Federsolidarietà-Confcooperative che raccontano di come ben il 40% dei ragazzi che hanno svolto il servizio nelle loro cooperative, poi abbiamo trovato un’occupazione in quelle realtà».

A sentire queste parole saranno fischiate le orecchie ai colleghi Elsa Fornero e Mario Monti, i responsabili dei ministeri di Welfare ed Economia veri e propri convitati di pietra del convegno. Il momento delle scelte è arrivato anche e soprattutto per loro. Riccardi su questo chiodo ha battuto con insistenza. «Ma occorre che anche l’opinione pubblica si smuova», ha continuato il ministro. «I media devono fare la loro», ha aggiunto indicando a modello campagne di mobilitazione civile come «quella che propone un servizio civile universale» (per aderire clicca qui).

Del resto la situazione è drammatica. Come mai è accaduto in 11 anni di storia del servizio civile, nato con la legge 64 del 2001. Rumors di corridoio parlano di settembre come mese buono per il lancio del bando Progetti 2013. Riccardi ancora una volta è stato cauto. «Ad oggi non ci sono fondi sufficienti per fare un bando l’anno prossimo», ha ribadito. Per sopravvivere servono almeno 50 milioni di euro. «E servono subito, altrimenti gli enti non saranno in grado di preparare i progetti per il 2013», ha precisato il presidente della Consulta, Licio Palazzini. Il servizio civile nazionale sta morendo. Sarà il governo Monti il suo carnefice silenzioso?

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