Famiglia

La coppia liquida che non sa diventare “noi”

La coppia al centro del rapporto 2011 del Cisf

di Redazione

È vero che la coppia «scoppia»? Perché non riesce a trovare un suo equilibrio, va avanti a fatica e con difficoltà crescenti? Qual è il ruolo dei figli, quando ci sono? A queste e ad altre domande cerca di rispondere il nuovo rapporto sulla famiglia del Cisf, presentato oggi a Milano. Si intitola “La relazione di coppia oggi” (Erickson).

La coppia oggi

Nonostante le apparenze e molte narrazioni dei media, la coppia rimane luogo fondativo del familiare. Oggi oltre 45 milioni di Italiani vivono in famiglie in cui sono presenti coppie: oltre 16 milioni la vivono in qualità di figli, mentre poco meno di 30 milioni sono uomini e donne che stanno sperimentando e hanno sperimentato – magari per lunghissimi anni – la vita di coppia. Questa prevalenza statistica suggerisce una certa cautela, nel dare per spacciata o per obsoleta la coppia come luogo di significato, di progetto e di valore per gli Italiani. Eppure solo 2009 ci sono stati, nel nostro Paese, ben 85.945 separazioni e 54.456 divorzi, dati in netta crescita negli anni, a fronte di un costante calo dei matrimoni, che nel 2010 sono stati 217.076.

Il paradosso della coppia oggi è che si afferma sempre di più come istituzione socioculturale a sé stante, ma al contempo perde di consistenza, e implode come relazione umana e sociale. Al punto che – scrivono i curatori del rapporto – non sappiamo più se la coppia possa essere pensata come il paradigma dell’amore nella relazione intersoggettiva Io-Tu.

Un io che fatica a diventare noi

Il rapporto presenta anche una nuova indagine, basata su oltre 4.000 interviste in tutto il Paese. Finito il mito dell’amore romantico, emerge secondo l’indagine forte differenziazione fra i tipi di coppie. La risposta che il Rapporto suggerisce, anche in base a tale indagine, è che occorre distinguere fra la coppia aggregato e la coppia generativa. La coppia scoppia se è un aggregato, ossia quando è una sommatoria di due Ego che nella loro relazione cercano soprattutto di realizzare se stessi, di un “io” che fatica a diventare “noi”, mentre la coppia si realizza quando diventa generativa, non solo rispetto alla genitorialità, ma, più in generale, quando riesce a produrre beni relazionali, che si rivelano fattori insostituibili di benessere, risorsa e capitale sociale, per ciascun membro della coppia, per la coppia stessa, per la famiglia e per la società tutta. Le coppie postmoderne infatti, quelle che più risentono delle tendenze a pensarsi come un affare privato, dove ciò che conta è l’individuo più che la relazione, hanno meno figli, sono più permissive e meno proiettate in senso progettuale sul futuro: «È chiaro che, se questo tipo dovesse diventare il tipo prevalente o normale, la società rischia di liquefarsi essa stessa. L’aumento quantitativo delle coppie ‘liquide’, più instabili e frammentate, pone serie ipoteche sul futuro della intera società», scrive Pierpaolo Donati, curatore del rapporto.

La riflessione

Il Rapporto pone per la prima volta una questione di grande portata: cioè il fatto che il senso e il futuro della coppia dipende dal tipo e dal grado di riflessività dei partner e della relazione di coppia.  L’allarme lanciato oggi dal rapporto è che diminuiscono le forme di riflessività che hanno caratterizzato il passato, cioè sia la riflessività comunicativa di chi affronta la relazione consultandosi con altre persone significative, sia la riflessività autonoma di chi decide per proprio conto, in totale autonomia. Aumentano le forme di riflessività che sono dette fratturate e impedite, perché sono caratterizzate dalla incapacità di decidere (non si sa se sposarsi o no, se avere figli o no, ecc.) o dal blocco totale della riflessività (quando si dice: non ci posso neppure pensare).
La coppia italiana è caratterizzata da un deficit strutturale di capacità riflessiva, quella che guarda al bene della relazione di coppia come un bene in sé da cui dipendono i beni relazionali della intera famiglia. Per questo motivo, sul piano della cultura e della formazione, il Rapporto raccomanda di orientarsi ad aumentare la capacità meta-riflessiva della coppia italiana. Si tratta di far crescere la capacità delle persone di realizzare un ‘Noi’ (la We-relation della coppia) in cui ciascuno realizzi la propria autenticità, cioè senta di essere autenticamente se stesso, e nel medesimo tempo si prenda cura della relazione come bene da cui dipendono non solo i beni di ciascun familiare, genitori e figli innanzitutto, ma anche i beni della comunità intorno.


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