Salute

Entro maggio parte Brave Dreams

Ieri la conferenza stampa di Zamboni: «BD è un marchio che non può essere usato per raccolte fondi».

di Sara De Carli

Si parte a maggio. Dopo lo stanziamento di 2,742 milioni di euro da parte della Regione Emilai Romagna, parte entro maggio Brave Dreams, la sperimentazione che verificherà l’efficacia e sicurezza del trattamento di angioplastica venosa su pazienti affetti da sclerosi multipla messo a punto dal professor Paolo Zamboni. Lo hanno comunicato ieri in una conferenza stampa lo stesso Zamboni insieme ai vertici dell’Ospedale Sant’Anna di Ferrara, il Centro promotore e gestore dello studio. 

«Lo studio parte, è una grandissima gioia per me, per i ricercatori che ci hanno lavorato e naturalmente per i pazienti», ha detto Zamboni. La sperimentazione in doppio cieco coinvolgerà 685 pazienti, che saranno reclutati nei 20 centri che hanno aderito a livello nazionale. «I pazienti dovranno essere già seguiti da questi centri da almeno due anni», ha precisato Zamboni, «per capire se effettivamente cambia qualcosa».

Anche in questa conferenza stampa, come accade regolarmente in ogni comunicazione ufficiale dal momento in cui la regione Emilia Romagna ha annunciato la delibera dei fondi per Brave Dreams, c’è stato l’esplicito divieto di raccogliere fondi per sostenere questa sperimentazione. «Brave Dreams è un marchio che ha a che fare solo con questa sperimentazione. Da questo momento raccolte di fondi promosse e legate a questo marchio non possono più essere fatte. E nemmeno può essere usato per promuovere attività privata in cui si chiede ai pazienti di pagare», ha precisato Zamboni. È del 6 marzo, non a caso, la sospensione della raccolta fondi a sostegno di Brave Dreams promossa dalla CCSVI nella sclerosi multipla onlus.

La conferenza stampa si è chiusa con la «speranza che ora si spengano i riflettori, perché i ricercatori possano fare il loro mestiere. Questa sperimentazione ha attirato l’attenzione di molti e ha suscitato molte polemiche. Ora c’è un richiamo a considerare questo studio per quello che è, un normale studio».

Per vedere il video della conferenza stampa, clicca qui.


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