Economia

Marini: il passo indietro di Clini nasce dai numeri

Il presidente di Coldiretti sottolinea come i cittadini europei non amino gli Ogm

di Redazione

Dopo la precisazione del ministro dell’Ambiente Corrado Clini che ha affermato «resta fermo il divieto degli Ogm in Italia ma è insensato frenare la ricerca», il presidente di Coldiretti, Sergio Marini ha commentato come il passo indietro del ministro Corrado Clini sia giustificato dai numeri e comunque nessuno ha mai fermato la ricerca tanto che in Italia non è stata mai vietata.

In Europa sono coltivati con organismi geneticamente modificati (Ogm) appena 114.290 ettari di terreno, pari a molto meno dello 0,001 per cento della superficie agricola totale europea che è di 160 milioni di ettari, secondo una analisi della Coldiretti sulla base dei dati dell’International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications” (Isaaa) che evidenziano che le superfici sono rimaste praticamente stabili negli ultimi cinque anni nonostante le pesanti pressioni delle multinazionali sui poteri “salvifici” del biotech.

Inoltre – continua la Coldiretti – su un totale di 27 paesi europei sono solo 8 quelli dove si coltivano gli Ogm: in 6 è stato è coltivato mais biotech (Spagna, Romania, Slovacchia, Portogallo, Polonia, e Repubblica Ceca) e in tre paesi (Germania, Svezia e Repubblica Ceca) patata “amflora” da seme. La contrarietà delle Istituzioni della stragrande maggioranza dei paesi Europei e degli agricoltori è dovuta – sottolinea ancora la Coldiretti – all’atteggiamento contrario dei cittadini europei, come dimostra l’ultimo sondaggio Eurobaromestro dal quale emerge che una netta maggioranza del 61%, in aumento rispetto al 57% del 2005, è molto contraria ai cibi geneticamente modificati. Tale percentuale è più alta in Italia dove il 71% degli Italiani ritiene che i cibi biotech siano meno salutari di quelli tradizionali secondo monitoraggio effettato dalle indagini Coldiretti/Swg.

Il fatto che la percentuale sia rimasta sostanzialmente stabile nel tempo dimostra che – continua la Coldiretti – si tratta di un convincimento fortemente radicato nella popolazione. «Un’agricoltura che guarda al mercato deve rispondere ai bisogni dei cittadini che chiedono di consumare alimenti sani, senza modificazioni genetiche, in un ambiente non contaminato», ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che «il successo del cibo italiano sta proprio nell’aver investito nella distintività e nel legame con il territorio che sono tutto il contrario della omologazione promossa dal biotech».


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