Welfare

Sapelli boccia la Fornero

«Riformare gli ammortizzatori sociali avendo davanti ancora un periodo di recessione è fortemente sbagliato»

di Redazione

«Riformare gli ammortizzatori sociali avendo davanti ancora un periodo di recessione è fortemente sbagliato». È questo il parere che Giulio Sapelli, docente di Storia Economica all’Università degli Studi di Milano, esprime  con LABITALIA a proposito delle proposte presentate ieri alle parti sociali dal ministro del Lavoro, Elsa Fornero.

«Una cosa sono le idee e una cosa sono la realtà», dice Sapelli, torinese come il ministro Fornero- e mi permetto di dire sommessamente alla professoressa Fornero che proporre «l’assicurazione sociale al posto di molte indennità, accorciando anche la durata del sussidio e facendolo pagare alle imprese, presenta dei rischi altissimi perchè abbiamo davanti un periodo di recessione».

Per Sapelli, che insegna anche Analisi culturale dei processi organizzativi,  durante una forte crisi economica e occupazionale meglio «cercare di trovare subito qualcosa per i lavoratori che non possono accedere agli ammortizzatori sociali, come la cassa in deroga o l’una tantum per i precari che hanno perso il posto».

Poi, spiega l’economista, «via via che sfoltiremo la giungla dei contratti e anche il precariato, e quando avremo fissato il baricentro  sull’apprendistato per l’ingresso nel mondo del lavoro, e le forme “tipiche” saranno solo 2 (apprendistato e tempo indeterminato) e soprattutto quando avremo superato il periodo più nero della recessione, solo allora ci si potrà sedere attorno a un tavolo e fare un ragionamento sugli ammortizzatori sociali». Il tutto, sottolinea, «lasciando l’art.18 così com’è, perchè qui nessuno ha voglia di licenziare».

Anche perchè, ricorda infine Sapelli, «tutta l’operazione ha costi altissimi e prima di fare un qualunque decreto in materia è bene ricordare che la copertura di fatto non c’è».

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