Mondo

Eni sotto accusa in Ecuador

Gli indigeni accusano la compagnia petrolifera di violazione dei diritti dell'uomo e dell'ambiente. Grave la situazione nella bio-riserva di PashPanShu

di Emanuela Citterio

L’estrazione del petrolio in Ecuador sta provocando gravi danni per la popolazione che vive nelle zone interessate, e disastri ambientali di ampie proporzioni. La denuncia arriva dalle popolazioni indigene e ne dà notizia l’agenzia missionaria Misna.Sotto accusa gli impianti istallati dalla compagnia italiana Eni/Agip che, secondo quanto riferito dal leader indigeno Bolivar Santi, avrebbero provocato, con ripetute fuoriuscite di greggio dall’oleodotto Triunfo-Villano, l’inquinamento di cinque corsi d’acqua di vitale importanza per la comunità residente. la situazione è particolarmente grave nella bio-riserva di PashPanShu, nell’Amazzonia equadoriana. Le conseguenze dell’inquinamento hanno provocato malattie fra gli indios, la morte della fauna acquatica e di molti animali domestici, l’allontanamento dalla zona degli animali selvatici. Le tubature degli oleodotti sarebbero di spessore inferiore a quello indicato dalle norme di sicurezza e potrebbero addirittura cedere sotto la pressione del petrolio pompato al loro interno provocando un disastro di proporzioni gigantesche. Il leader indigeno denuncia anche la militarizzazione della zona da parte della compagnia petrolifera, con guardie armate e reticolati elettrificai che impediscono anche l’accesso ai sentieri. I rappresentanti della comunità indigena sarebbero anche stati oggetto di atti di intimidazione da parte delle guardie che controllano la zona.
E’ da ricordare che l’Ecuador è il sesto produttore al mondo dell’oro nero. Sei ecuadoriani su 10 vivono però con meno di due dollari al giorno. Oltre a non ottenere vantaggi dalla ricchezza del sottosuolo, in mano ai grandi gruppi internazionali, la popolazione ecuadoriana vede la propria vita e l’ambiente irrimediabilemente danneggiati.

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