Cultura

La Cancellieri: «I sindaci lo sappiano. Nessun ripensamento»

Il ministro degli Interni avverte i No Tav

di Redazione

«Vorrei ricordare ai sindaci che rappresentano non solo la collettività che amministrano ma che, indossando la fascia tricolore, anche l’intero Paese, di cui sono espressione. Amministrando con lungimiranza, fanno poi gli interessi delle nuove generazioni, non solo della comunità che vive nella valle ma dell’intero Paese. Questi sindaci non possono cavalcare le spinte più estremiste pensando così di assolvere al loro mandato elettorale». A dirlo è il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, che, in un’intervista alla ‘Stampa’,

Il titolare del Viminale chiarisce che, riguardo alla Torino-Lione, ”non ci sono spazi per il ripensamento” perché ”è in gioco la credibilità dell’Italia” e ”non possiamo venire meno agli impegni assunti a livello internazionale e anche nazionale per questa grande opera che contribuirà allo sviluppo economico del Paese e delle future generazioni”. «’Mi auguro – continua Cancellieri – che prevalga la volontà di dialogo e di ascolto. Che deve essere reciproco. Questo governo sta lavorando per salvare il Paese, con rigore e giustizia. io credo che l’opinione pubblica abbia compreso il nostro sforzo e lo condivida. L’Italia si sta rivelando un Paese maturo e responsabile».

 

Cofferati: ”Non si può morire per una ferrovia” Non si mette a rischio la propria vita ”non di fronte a violazioni della liberta’ o alla negazione di diritti democratici ma per un atto materiale come la costruzione di una ferrovia”. Lo sostiene l’ex leader della Cgil Sergio Cofferati in una intervista a ‘la Stampa’ in cui si augura che Luca Abba’, il militante No Tav caduto dal traliccio, ”possa tornare presto a manifestgare contro la Tav: ma non con i metodi e forme di lotta utilizzate fino ad ora”. Quanto all’utilita’ dell’opera, Cofferati la definisce ”importante” e anche se ”comporta difficolta’ oggettive e anche cambiamenti nel territorio” in Europa ”il completamento di quel corridoio e’ utile e rappresenta un contributo efficace per il rilancio dell’economia”.

 

Vendola: ”Sto con il dissenso ma solo se è pacifico” “Sto con le ragioni del dissenso ogni volta che viene espresso in forme civili e pacifice e democratiche. La non violenza e’ la mia precondizione per schierarmi”. Lo ha detto il presidente di Sel, Nichi Vendola, che in un’intervista al ”Messaggero” interviene sulle proteste in val di Susa e sull’episodio di ieri, con il carabineire che non ha reagito ai ripetuti insulti di un manifestante No Tav. Il video, che ha fatto il giro dei quotidiani e delle tv, “l’ho trovato orribile”, commenta Vendola. “E’ importante offrire ai popoli di quei territori la possibilita’ di esprimere le loro posizioni. Serve una moratoria sulla Tav e vagliare altre possibilita’. Visto che siamo nel recinto di un’austerita’ ossessiva e invocata come salvifica e visto che si fanno tagi ai servizi e ai redditi, dobbiamo chiederci se anche economicamente il gioco dell’alta velocita’ vale la candela””. Il presidente di Sel, parlando della comunita’ della valle che si oppone alla costruzione della linea ferroviaria, dice: “e’ un peccato che le loro buone ragioni vengano strangolate da chi adopera la violenza”. Vendola non esclude di poter fare un appello ai manifestanti (“ci pensero'”, dice) e poi sottolinea come ”per un intero popolo di quel territorio la violenza e’ rappresentata dal grande buco della Tav, dal suo impatto ambientale e dal suo costo economico”. Ma “c’e’ anche un costo umano”. L’incidente occorso a Luca Abba’, il ragazzo precipitato l’altro giorno dal traliccio e’ un “segnale che fa capire quanto radicato sia il dissenso nei confronti di quest’opera”.

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