Cultura

Edda torna con il secondo disco

L’ex voce dei Ritmo Tribale esce con Odio i vivi

di Lorenzo Alvaro

Tornato sulle scene nel 2009, dopo 10 anni di assenza, con il progetto solista “Semper Biot”, Stefano Edda Rampoldi, ex Ritmo Tribale, sforna un nuovo disco. Il titolo è “Odio i vivi”  e forse racchiude un senso, che nell’autore è sempre stato latente, d’amore per la vita. “Odio i vivi, ho i miei motivi, ma me li tengo per me” canta Edda.
Un poeta visionario e reale. Spirituale e naif, ma altrettanto terreno e carnale, Rampoldi mette a nudo la sua anima con linguaggio crudo e diretto, spesso impenetrabile se non fuorviante. Si esprime con frasi a metà, spesso lasciate cadere senza alcun significato apparente, in una sorta di rabdomanzia semantica. Immagini subliminali che puntano dritte all’inconscio e allo stomaco.
L’album è la seconda collaborazione con Walter Somà che, come per “Semper Biot” ha scritto parte delle canzoni. Le scritture dei due autori (amici e compagni d’avventura), si fondono generando una forma canzone sempre spiazzante e difficilmente catalogabile, sia nelle liriche che nella musica.
Alla produzione artistica di Taketo Gohara si devono invece le raffinate sonorità date dalla mescolanza di tradizione e innovazione con l’uso di strumenti elettrici e acustici, moderni e classici. Il tutto impreziosito dagli arrangiamenti orchestrali di Stefano Nanni.
Anche per quello che riguarda la registrazione questo disco è particolare. Si tratta infatti di un lavoro “itinerante”, snodandosi tra il Noise Factory, dove è stato registrato da Taketo Gohara e Stefania Bonomini, il Perpetuum Mobile Studio, ma anche luoghi della quotidiantià come «a casa di Otto, nel garage di Josè, nello studio di Cesare, nella stanza di Francesco, da Daniele Barbato presso Funtana Buddìa Recording studio» come racconta lo stesso artista.

Rampoldi spega che il suo lavoro «è andare dietro alle emozioni» ed è esattamente quello che accade in questo disco in cui testo e melodia non sono il fine, bensì il mezzo con cui perseguire l’idea di un suono legato al momento.

Se ai tempi del primo episodio (Semper Biot) l’obiettivo era ridurre tutto all’osso stabilendo confini e regole di un linguaggio, qui lo scopo è rendere quel linguaggio più libero possibile. Seguendo gli sbalzi d’umore dell’artista e valorizzandone l’istinto pop, come accade in un’iniziale Emma ritagliata su un’orchestra d’archi quasi sanremese.

Autoharp, percussioni, ottoni, hammond, contrabbasso, flauto, marimba, chitarra elettrica, insieme alle collaborazioni con tanti e diversi musicisti garantiscono al materiale un doppio livello: una forma fondamentalmente accessibile dietro cui nascondere una scrittura tutt’altro che convenzionale. Lo testimoniano i cambi stilistici, le melodie articolate  della traccia Odio i vivi o di Topazio che sembra un fluire di pensieri scoordinati. Il resto è musica altrettanto vibrante, con la sognante e paranoica Omino Nero, Gionata scritta con Gionata Mirai de Il teatro degli orrori e Marika che sembra arrivare dal disco precedente.

Un disco da comprare, da sostenere e naturalmente da sostenere. Anche se l’ascolto di tutti i brani è disponibile online sul sito di Niegazowana Records.

Tracklist
1. Emma
(Walter Somà, Stefano Rampoldi)
2. Anna  (Walter Somà, Stefano Rampoldi)
3. Odio i vivi  
(Walter Somà, Stefano Rampoldi
4. Topazio  
(Stefano Rampoldi)
5. Gionata  
(Walter Somà, Gionata Mirai)
6. Marika  
(Walter Somà, Stefano Rampoldi)
7. Il seno  (Walter Somà, Stefano Rampoldi)
8. Omino nero (Walter Somà, Stefano Rampoldi)
9. Qui  
(Walter Somà, Stefano Rampoldi)
10. Tania  
(Walter Somà, Stefano Rampoldi)

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