Salute

Pronto? Soccorso…

Drammatica situazione al Policlinico di Roma, specchio di una sanità in crisi

di Franco Bomprezzi

Una ispezione, a sorpresa e bipartisan, al Policlinico di Roma, effettuata da Ignazio Marino e Domenico Gramazio, fa scoprire una situazione disastrosa, il cui emblema tragico è la donna ricoverata legata al letto. Esplode il caso, con ampie riflessioni sullo stato della sanità in Italia.

“Policlinico sotto accusa. Legata a una barella 4 giorni in Pronto soccorso” è il titolo di taglio centrale sulla prima del CORRIERE DELLA SERA  che dedica le pagine 2 e 3 al fatto: “Una paziente «legata alla barella con delle lenzuola da quattro giorni», in attesa di un posto letto dopo un trauma cranico. La donna, 53 anni, «aveva la flebo con l’acqua fisiologica». A fare la scoperta sono stati due senatori, Domenico Gramazio e Ignazio Marino, durante una visita all’alba al Pronto soccorso dell’ospedale Umberto I a Roma. Il ministero della Salute ha inviato gli ispettori, definendo il caso ingiustificabile. La vicenda è anche al vaglio della Procura. Una situazione che «capita spesso» replicano al Policlinico, aggiungendo che «la paziente è stata assistita al meglio 24 ore su 24 dalle migliori professionalità»”. “«Immobilizzata con le lenzuola» La Procura indaga sul Policlinico” è il titolo che apre pagina 2. Ma è Goffredo Buccini a pagina 3 a raccontare la situazione,  “Nel limbo della «piazzetta» con le istruzioni sui fogliettini” e scrive: “Alle sei del pomeriggio sono quarantaquattro in tutto le anime del purgatorio della «piazzetta»: un po’ anche nei corridoi, che della piazzetta sono i vicoli, un po’ ammonticchiate sulle sedie, chi ce la fa a reggersi. «Tre medici e tre infermieri per quaranta pazienti e passa, qua facciamo i doppi turni, ai giornalisti bisognerebbe tagliare la testa», strilla Marina, cardiologa stimatissima, vent’anni di servizio vissuti come una fede, l’indignazione di chi ce la mette tutta sempre. Oggi, come sempre, si aspettano letti nei reparti, ma mai che bastassero, specie adesso che ne hanno tagliati seimila in giro per il Lazio. «Me ne servono in media trenta liberi al giorno, stiamo attufati per colpa della domenica, è sempre così, la domenica si dimette poco e il lunedì è un casino. Ma stiamo riemergendo», sintetizza il gran capo di questo limbo, Giuliano Bertazzoni, responsabile di Medicina d’urgenza. Se il Policlinico è una metafora nazionale, con la sua federazione di ospedalini e baronie fuori controllo e le sue quaranta sale operatorie sparse in una superficie grande quanto mezzo centro di Milano, Bertazzoni ne incarna il genius loci”. Margherita De Bac, di taglio basso a legare le due pagine di cronaca: “«Un’indecenza senza giustificazioni» E il ministro invia gli ispettori”. Scrive la De Bac, raccontando la reazione del ministro Balduzzi: “Nel pomeriggio con un comunicato stampa dai toni molto perentori Balduzzi ha voluto precisare che «fermo restando le valutazioni di competenza della magistratura non c’è nulla che possa giustificare una tale indegnità. Nè il sovraffollamento del pronto soccorso per inappropriatezza delle prestazioni nè le limitazioni di budget legate alla necessità da parte delle Regioni in piano di rientro. E neppure altre ragioni dovute all’emergenza. Aspetto gli elementi per individuare le cause di questa situazione e i responsabili». Parole dure che tradiscono la sua inquietudine. Perché questi episodi anche se «inaccettabili» non «sono per me una sorpresa» ha affermato il ministro in un’intervista al Corriere, soffermandosi proprio sul ruolo chiave che dovrebbero avere i sanitari di medicina generale. «Da tanti anni — è il suo pensiero — abbiamo acquisito la consapevolezza dal punto di vista culturale e legislativo che il sistema di cura deve essere unitario perché funzioni davvero. Non può esistere una frattura tra ospedale e territorio. È evidente che i pronto soccorso sperimentano e scontano livelli di inappropriatezza molto alti per un difetto della rete territoriale»”. 

Ottimisticamente LA REPUBBLICA apre (per il secondo giorno) sulla riforma fiscale (“Tasse e evasione, ecco il decreto”) e dedica la fotonotizia al Policlinico: “In coma, legata da 4 giorni alla barella Il ministro ispezioni in tutti gli ospedali”. I servizi da pagina 6: una signora di 52 anni, malata di Alzheimer, in preda a crisi epilettiche, trattata come un pacco. In corridoio, legata al letto perché non cadesse. L’hanno scoperta Ignazio Marino e Domenico Gramazio, senatori del Pd e del Pdl rispettivamente, in una visita a sorpresa al Policlinico romano. Dove hanno riscontrato «una situazione intollerabile, totalmente indecente». Balduzzi, prontamente, ha inviato ispettori e chiesto (invano) spiegazioni alla Polverini. «Nulla puàò giustificare», ha detto, «una tale indegnità, né il sovraffollamento del pronto soccorso per inappropriatezza degli accessi, né le restrizioni di budget connesse ai piani di rientro delle regioni, né qualsiasi tipo di problema legato alle emergenze». Certo i tagli non è che aiutino… Massimo Lugli spiega “L’inferno nelle corsie del Policlinio «Dimenticate E.R., qui è sempre una guerra»”. A dirlo i medici intervistati dal cronista. «Il problema si chiama overcrowding, sovraffollamento e sono anni che ne parliamo. Nel caso specifico la paziente è stata trattata al meglio», si difende il professor Modini che dirige la Dea, «è stata sottoposta a due Tac, a una serie di trasfusioni, alle terapie adeguate e abbiamo dovuto contenere gli arti superiori, col consenso del figlio. Per evitare che si strappasse i tubi… Avremmo voluto ricoverarla ma non c’erano posti e quindi è rimasta in attesa… Questa è la verità». A chiudere un dossier su cosa non funziona in sanità. “Meno soldi, degrado e pochi infermieri così affondano i reparti in prima linea”. In dieci anni sono spariti 45mila posti ma non sono state create regole diverse per la gestione, mentre ogni anni sono fatti 30 milioni di interventi. Troppi. Il commento è affidato a Adriano Prosperi: “L’eutanasia della sanità”.

IL GIORNALE dedica una pagina all’interno sul caso della sanità romana. “Roma cura così: in coma legata alla barella” è il pezzo di Tiziana Paolacci. « Donna in coma legata con le lenzuola alla barella e parcheggiata da quattro giorni nel pronto soccorso del Policlinico Umberto I in attesa di ricovero. È l’ultima immagine del morbo che affligge la sanità laziale, agonizzante da anni. Una malattia su cui cerca di far luce l’inchiesta aperta dalla Procura di Roma, che qualche giorno fa ha acquisito i filmati di pazienti del San Camillo assistiti a terra, in brande di fortuna. Ma mentre pm e carabinieri del Nas sono al lavoro per accertare eventuali responsabilità nel disastro dei Dea, emergono nuovi spaccati del cronico sovraffollamento dei pronto soccorso.

Il caso del Policlinico Umberto I di Roma è relegato a pagina 8 del MANIFESTO, nel colonnino dedicato ai fatti di cronaca. “In coma da giorni legata alla barella” questo il titolo per le pochissime righe che raccontano il fatto. Nel testo si dà la notizia e si fa sapere che i senatori Marino (Pd) e Gramazio (Pdl) hanno trovato la donna così al pronto soccorso del Policlinico. «Gli ispettori del ministro della Salute, Renato Balduzzi, sono stati immediatamente spediti all’ospedale romano, mentre la procura di Roma ha già aperto un’inchiesta (…)». C’è un brevissimo virgolettato del direttore del dipartimento di emergenza e accettazione del Policlinico ed è tutto. 

IL SOLE 24 ORE ha un richiamo in prima e si occupa della notizia a pagina 19. «La procura indaga sul caso Policlinico» è il titolo dell’articolo di Domenico Lusi e Andrea Martini. «La sanità laziale è di nuovo sotto inchiesta. Questa volta a finire nel mirino è il caso di una donna, 59 anni, da quattro giorni legata alla barella al pronto soccorso del Policlinico Umberto I della capitale, in attesa di un posto letto, dopo un trauma cranico». Si riferisce che «la scoperta è stata fatta ieri dai senatori Domenico Gramazio (Pdl) e Ignazio Marino (Pd), membri della commissione parlamentare di inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del Servizio sanitario nazionale (Marino ne è peraltro presidente), nel corso di un blitz nella struttura. Una situazione che “capita spesso” per la cronica mancanza di posti letto, si è giustificato il direttore del Dea (Dipartimento di emergenza e accettazione) del Policlinico, Claudio Modini». Il caso è finito al vaglio della Procura di Roma e del ministro della Salute, Renato Balduzzi, che ha «inviato d’urgenza gli ispettori nel nosocomio romano, definendo il caso «ingiustificabile».?La denuncia dei senatori è arrivata dopo un giro in tre dei principali pronto soccorso della capitale fatta intorno alle sette del mattino, nell’orario di cambio turno (l’ispezione ha riguardato anche il San Camillo e il San Giovanni)». Negli articoli di spalla ci si occupa ancora di sanità: «Per assicurare un medico premi sempre più cari» mentre «i camici sono sul piede di guerra per i limiti di intramoenia».

Anche per AVVENIRE fotonotizia in prima pagina per la donna in coma «posteggiata» per quattro giorni su una barella al Pronto soccorso. Un caso «ingiustificabile» per il ministro Balduzzi, anche se la presidente del Lazio, Renata Polverini, ha detto che «la paziente è stata gestita correttamente». Per il direttore del Dea dell’Umberto I, Claudio Modini, «non è nei mie poteri trovare un posto, ma si cerca comunque di curare al meglio. Certo come confort alberghiero sarebbe stata meglio se fosse ricoverata». Accanto alla cronaca, la rabbia di medici, associazioni e partiti contro la Polverini: AVVENIRE scrive che quel che è successo «non è colpa dei medici, ma del giro di vite sui posti letto, del blocco delle assunzioni, dei tagli indiscriminati». In generale in Italia  tra il 2000 e il 2009 sono stati tagliati 45mila posti letto negli ospedali, il 15% del totale, passando da 5,1 posti ogni mille abitanti a 4,2, cioè sotto la media europea, che è il 5,5 per mille. Una politica che doveva essere accompagnata da una parallela crescita dei servizi territoriali, che però «stenta tuttora a realizzarsi in molte regioni». Il Tribunale del malato insieme all’Anaoo-Assomed ha fatto questa fotografia dei Pronto Soccorso: code fino a 12 ore per un codice verde per essere visitati e nell’attesa i malati restano in piedi visto che nel 98% dei casi i posti a sedere sono insufficienti. AVVENIRE indica come soluzione alternativa per i Pronto soccorso al collasso le Case della Salute, un progetto in atto in Emilia Romagna e copiato dalla Germania: centri che riuniscono molteplici competenze e servizi sanitari dalle 12 alle 24 ore al giorno, per alleggerire gli accessi ai PS dei casi meno gravi. 

LA STAMPA dedica spazio in prima pagina, in taglio basso, al caso dell’Umberto I di Roma. “In coma, legata in barella 4 giorni”. Oltre alla cronaca a cura di Flavia Amabile che ricostruisce i fatti, c’è un’intervista, sempre a cura di Amabile, a Ignazio Marino, Senatore del Pd e medico specializzato in trapianti d’organo, che titola “La denuncia di Marino: nemmeno gli animali vengono trattati così”. Nella pagina successiva un reportage di Flavio Milone titolato “Qui da noi i malati restano parcheggiati anche di più: e allora?” in cui si evince come la situazione di emergenza per gli operatori dell’ospedale sia quotidianità. Chiude un articolo di Paolo Russo, “Troppi reparti aperti solo per garantire i posti da primario”, che sottolinea come siano soo tre le regioni in regola in Italia.  

E inoltre sui giornali di oggi:

MONTI FOREVER
CORRIERE DELLA SERA – Nella sua Nota Massimo Franco scrive a pagina 19: “Insomma, l’anomalia di Monti comincia ad essere percepita come necessaria non solo fino al 2013. La «parentesi» aperta cento giorni fa si prolungherebbe per buona parte della legislatura successiva, con l’attuale presidente del Consiglio adottato dal sistema politico come risorsa da non consegnare alle istituzioni europee ma da spendere «in casa»; e nel ruolo che apparirà più opportuno. Anche perché gli investitori esteri non si limitano ad applaudire quanto l’Italia sta facendo in tema di riforme. Vogliono soprattutto sapere che succederà fra un anno e mezzo; e chiedono garanzie. Per paradosso, anche i partiti si chiedono quale sarà la geografia politica fra dodici mesi; e anche loro non sanno darsi una risposta. Può spuntare così una convergenza di interessi inedita: per ragioni diverse, partiti e mercati costretti a scommettere su Monti”.
 
DONNE E RAI
IL MANIFESTO – La falsa apertura del MANIFESTO è dedicata al caso dei contratti Rai per le collaboratrici “Non partoriRai. Clausola gravidanza nella bufera” . L’articolo a pagina 8 è in apertura con il titolo “Incinta? Sei licenziata” nel sommario “Viale Mazzini nega, i precari insistono «Servono contratti regolari e tutele per i collaboratori»”. Fulminante l’inizio dell’articolo «Donna, giornalista, precaria. Alla Rai la sua vita è un trattato di funambolismo. Per lavorare all’ombra del cavallo di viale Mazzini ha dovuto aprire una partita Iva e versare 600 euro all’anno al commercialista. 1200 è, in media, il reddito mensile per una collaborazione che dura per un ciclo di trasmissioni. Salvo poi scoprire una “clausola gravidanza” al punto 10 del contratto di consulenza (…)». Nell’articolo le posizioni dei sindacati quella della Rai mentre verso la fine viene spiegato il sistema dei «contratti – matrioska che regola il lavoro in Rai (…) facendo così, la Rai non solo nega le tutele fondamentali, ma impone a tutti i lavoratori il versamento dei contributi previdenziali alla gestione separata dell’Inps (…) e non all’Inpigi 2, cioè l’ente previdenziale dei giornalisti (…)».

SCUOLA
ITALIA OGGI – “La scuola si fa il bilancio sociale”. La proposta di integrare con i dati di Csr la valutazione degli istituti fatta dall’Invalsi è stato inserito in una bozza di intesa tra ministero e forum genitori. Secondo il ministro Profumo l’iniziativa sarà operativa entro l’autunno, in occasione dei previsti Stati generali della scuola. Come dice il coordinatore del Forum genitori, Claudio Marcellino, «Le nostre istituzioni che si occupano di formazione non possono avere solo un bilancio finanziario. La valutazione non può essere solo su questo. Ci sono degli elementi di tipo sociale che fanno parte della costituzione del’istituzione stessa»

PARITARIE
ITALIA OGGI – “Paritarie in allarme per l’IMU. Gli istituti rischiano di dover pagare la nuova Ici di Monti”. Il cambiamento di rotta sul tema Ici-Chiesa tocca anche le scuole paritarie. Scrive Italia Oggi: «Le scuole cattoliche paritarie finora non hanno pagato l’Ici nel caso in cui il prroprietario dell’immobile sia un ente non commerciale, esattamente come tutti gli altri enti pubblici o privati non profit, enti ecclesiastici appartenenti ad altre confessioni».


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