Mondo
Zimbabwe: sospese 29 ONG
Nuovo giro di vite del regime di Mugabe sulle organizzazioni non governative
29 Ong sono state costrette a sospendere le loro attività nella provincia di Masvingo, nel sud dello Zimbabwe. Il governatore di questa provincia, Titus Maluleke, ha giustificato la sua decisione presa due giorni fa con la mancata iscrizione annuale delle Ong (tra cui CARE International) nel registro di immatricolazione provinciale.
In un comunicato diffuso oggi sui media nazionali indipendenti, cinque organizzazioni per la difesa dei diritti civili e umani in Zimbabwe hanno definito “illegali e nulle le azioni prese dal governatore. La legge di questo paese dimostra in maniera molto chiara che [Malukele] non è abilitato a registrare le Ong o a toglierle da registro di immatricolazione” si legge nel comunicato. “Nemmeno il Consiglio provinciale che dirige ha questi poteri. Le competenze del Consiglio si limitano a incoraggiare i progetti di sviluppo già avviati e sostenuti dal governo centrale e dal governo locale”.
Peggio. Secondo le associazioni all’origine del documento, “il governatore Maluleke ha anche violato l’articolo 21 della Costituzione dello Zimbabwe che garantisce la libertà di associazione”, sottolineando che “tutti i membri e i beneficiari delle Ong sospese sono parte lese perché in seguito alla sospensione delle loro attività, non posso più trarre beneficio dalla libertà di associazione” che per l’appunto consente alle Ong di aiutare le popolazioni civili.
In Zimbabwe gli attivisti per i diritti umani e civili temono che il gesto del governatore Maluleke potrebbe essere in realtà il preludio di una nuova ondata di repressione sulla società civile e le organizzazioni non governative voluta dal regime del prresidente Robert Mugabe.
Quattro anni fa, Mugabe e il suo partito, lo Zanu-PF, aveva cacciato le ong internazionali poco prima delle elezioni presidenziali e legislative, togliendo così di mezzo testimoni neutri ma “pericolosi” per la vittoria del partito presidenziale. Guarda caso Mugabe intende organizzare elezioni presidenziali e legislative nel 2012, in violazione con gli accordi di spartizione del potere con il Movimento per il cambiamento democratico dell’oppositore e Primo ministro Morgan Tsvangirai. Questi accordi, siglati nel 2008, prevedevano la nascita di una nuova Costituzione e l’organizzazione di elezioni presidenziali e legislative soltanto nel 2013.
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