Politica

Crisi alimentare, si muove l’Onu

Missione umanitaria in partenza verso il Niger

di Redazione

L’Onu ha deciso d’inviare una missione umanitaria di due giorni in Niger, mentre cresce l’allarme fame nell’intera area del Sahel. Lo hanno reso noto oggi le Nazioni Unite. Valerie Amos, coordinatore degli aiuti d’emergenza dell’Onu, vedrà il presidente del Niger, Mahamadou Issoufu, e il primo ministro Brigi Rafini. La Amos si recherà anche nell’area sud occidentale di Tillaberi, una delle regioni più a rischio.

Un allarme fame per milioni di persone nel Sahel è stato lanciato oggi a Roma da tutte le agenzie Onu nella sede del Programma Alimentare Mondiale. L’Assistente generale Onu per gli Affari Umanitari Catherine Bragg è tornata ieri da una missione nella regione: “la gente in Burkina Faso, Mali, Mauritania, Niger, Senegal e Ciad, così come nel nord del Camerun e della Nigeria rischia di essere colpita nei prossimi mesi -ha denunciato- per molti la crisi alimentare è già iniziata“.

Il World Food Program in azione. È la terza volta in dieci anni che la siccità colpisce la regione del Sahel,nell’Africa occidentale, portando alla fame milioni di persone in tutta la regione. Il World Food Program in un comunicato annucia che «sta preposizionando cibo in attesa della stagione del non raccolto quando i più vulnerabili, come le donne e i bambini, rischiano la malnutrizione. Quest’anno, la siccità ha colpito il Sahel proprio quando molte famiglie erano intente a ricostruire le proprie vite e a raccogliere di nuovo il bestiame dopo l’ultima crisi alimentare nel 2010».

Le piogge tardive ed erratiche nel Sahel hanno danneggiato le coltivazioni in una vasta area di territorio che include parti dei seguenti paesi: Niger, Mauritania, Mali, Ciad, Senegal, Gambia, Burkina Faso e la Nigeria del nord. Gli agricoltori nella regione hanno visto i loro raccolti diminuire del 14 per cento in Burkina Faso e del 46 per cento in Mauritania. Famiglie che non hanno potuto produrre cibo sufficiente a sfamarsi, quest’anno, saranno costrette ad acquistare cibo sul mercato mentre i livelli di insicurezza alimentare stanno già aumentando.

L’appello di Touadi: «Non lasciamo il Sahel da solo». «All’inizio di febbraio l’ONU ha dichiarato che la fase critica della carestia nel Corno d’Africa si è conclusa, anche se le popolazioni ancora dipendono del tutto dagli aiuti delle organizzazioni umanitarie”, ha dichiarato l’onorevole Jean-Leonard Touadi, deputato Pd. «È di oggi l’appello delle principali agenzie delle Nazioni Unite sulla gravità della situazione alimentare nel Sahel; Mauritania, Mali, Niger, Chad, Burkina Faso, Nigeria, Camerun: in tutta la fascia a sud del deserto del Sahara si rilevano emergenze alimentari straordinarie dovute all’effetto combinato delle scarse piogge, l’alto prezzo del cibo e l’instabilità politica di alcune zone. Dall’inizio del mese almeno 22mila persone si sono spostate dalle loro terre alla ricerca di assistenza aggiungendosi alle popolazioni già costrette a sfollare per i numerosi conflitti dell’area, aggravatisi lo scorso anno con la guerra in Libia. 23 milioni di persone sono a rischio, un milione di bambini potrebbe avere difficolà a sopravvivere fino all’inizio della primavera. WFP, FAO, UNICEF stanno mettendo in campo le proprie risorse per evitare che la crisi possa peggiorare ma tutti gli altri attori internazionali devono intervenire, più rapidamente accadrà meno costi umani ed economici ci saranno. È ancora lontano il tetto dei 750 milioni di dollari di cui l’ONU ha bisogno per fare fronte all’emergenza. Il prossimo raccolto è previsto tra sei mesi, nel frattempo, non lasciamo il Sahel da solo».

Secondo il governo del Niger, oltre 5,5 milioni di persone, nel paese, corrono il rischio di soffrire la fame mentre c’è bisogno di una risposta rapida alla crisi, se si vuole evitare una crisi alimentare di ampio raggio In Ciad, sei delle undici regioni che si estendono sul Sahel, registrano livelli “critici” di malnutrizione, mentre nelle altre cinque regioni I livelli sono considerati “seri”.


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