Welfare

Immigrati: 600mila l’anno sono aiutati dalle forze sociali

Lo rivela il Cnel in un rapporto in vista della Conferenza di Durban

di Gabriella Meroni

Ogni anno in Italia almeno 600 mila immigrati ricevono direttamente o indirettamente servizi di sostegno dalla Forze sociali presenti nel territorio: tra questi circa 300 mila sono lavoratori regolari e 50 mila gli irregolari che fruiscono direttamente dei servizi offerti, cui si aggiungono quanti ne beneficiano in via indiretta e informale (donne, altri familiari, conoscenti). In preparazione della Conferenza mondiale sul razzismo che si apre il 31 agosto a Durban, in Sudafrica, il Cnel ha anticipato i primi dati di un’indagine condotta su un campione di circa 300 organizzazioni provinciali rappresentative dei lavoratori dipendenti e delle imprese industriali, agricole, artigianali, commerciali. Accanto all’impegno diretto attraverso servizi e assistenza ai lavoratori stranieri, le Forze sociali – spiega il Cnel in una nota – offrono un supporto alle istituzioni contribuendo attivamente alle politiche di integrazione e promuovono un’intensa attivita’ di sensibilizzazione sul territorio: la maggior parte delle associazioni svolge in media due azioni significative al mese (convegni, manifestazioni, dibattiti sui temi della discriminazione e dell’integrazione) e in alcuni casi una a settimana; complessivamente le Forze sociali organizzano o sostengono in tutto il paese circa 14 mila iniziative all’anno per sensibilizzare le comunita’ locali in relazione alla presenza di lavoratori stranieri. La maggior parte delle Forze sociali (70%) ha attivato servizi per la tutela contrattuale, amministrativa e fiscale nei confronti degli immigrati (i piu’ richiesti dagli interessati); il 44% offre servizi specifici di orientamento al lavoro, il 29% aiuta nella ricerca della casa (sollecitato nell’83% dei casi), il 27% opera a favore dei ricongiungimenti familiari, il 25% fornisce assistenza finanziaria e bancaria, il 21% assistenza sanitaria, il 13% orientamento scolastico per i figli. Anche la lotta alla clandestinita’ – prosegue la nota del Cnel – vede impegnate le Forze sociali (35%), cosi’ come l’ausilio al riconoscimento della cittadinanza (31%), mentre si avviano anche prime forme di cooperazione con i paesi di provenienza (7%). Il 33% delle Forze sociali, inoltre, dichiara di volere incrementare nel futuro tali attivita’, generalmente svolte in collaborazione con le istituzioni locali il cui operato viene giudicato dalla maggior parte ancora non sempre adeguato. In generale la meta’ delle organizzazioni valuta positivamente i servizi offerti e definisce tale impegno come centrale. Significativa e’ poi l’attivita’ delle Forze sociali nell’ambito della contrattazione collettiva mirata al riconoscimento dei diritti dei lavoratori stranieri: ben 14 contratti collettivi nazionali di settore contengono disposizioni in tal senso. L’azione svolta dalle Forze sociali assume quindi un importante significato non solo nelle politiche del lavoro, nei servizi alla persona e nella lotta alla discriminazione, ma anche – conclude il Cnel – per l’attuazione di una logica di concertazione territoriale nelle politiche di integrazione, che il Cnel si propone di accompagnare e sostenere. Sottolineando il proprio impegno per contrastare il razzismo, l’intolleranza e la discriminazione nel mondo del lavoro, il Cnel – che partecipera’ alla Conferenza mondiale di Durban con una propria delegazione – ha elaborato uno schema di osservazioni e proposte in cui si sollecitano Governo e Parlamento alla ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite del 1990 sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e delle loro famiglie, tanto piu’ urgente in quanto la normativa adottata nel 1998 accoglie nel nostro ordinamento gli stessi principi, rafforzando cosi’ la stabilita’ della condizione giuridica degli immigrati quale presupposto indispensabile per una loro migliore integrazione. Il Cnel invita inoltre a costituire gli Osservatori antirazziali regionali, previsti dalla legge, e a sviluppare il partenariato locale istituzionale e sociale per la promozione delle ‘buone pratiche’ avviate sul territorio dalle Forze sociali.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA