Politica

Tragedia greca

Il Parlamento approva i sacrifici, la rabbia esplode ad Atene

di Franco Bomprezzi

La Grecia, coscienza sporca dell’Unione Europea, vive il dramma dei tagli e delle misure drastiche imposte da Bruxelles per evitare il default finanziario. La guerriglia ad Atene mentre il Parlamento approva il pacchetto draconiano del premier Lucas Papademos è l’apertura dei quotidiani del lunedì in edicola.

“Sì ai tagli, Atene in fiamme” è il titolo in prima del CORRIERE DELLA SERA. I servizi nelle prime pagine del quotidiano. A pagina 2 il dibattito e il voto in Parlamento, a pagina 3 la cronaca della violenza e della protesta popolare, cui si sono uniti i black bloc. Scrive Danilo Taino: “Scegliere tra la pistola alla tempia puntata dai partner internazionali e le manifestazioni popolari di un Paese al limite di rottura. Il Parlamento greco era chiamato a questa decisione, ieri: in piena notte ha accettato le richieste europee e ha votato a favore del nuovo pacchetto di austerità: 199 deputati a favore, 74 contro. Sulla piazza di fronte, l’ormai famosa Syntagma, intanto continuavano a passare i cortei, si accendevano fuochi, si prolungava la veglia. Il governo di Atene — primo ministro tecnico, Lucas Papademos, ma ministri politici — ha dunque fatto approvare il cosiddetto Memorandum, un nuovo piano di tagli e sacrifici voluto da Unione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale — la troika — come condizione per erogare alla Grecia il secondo pacchetto di aiuti: 130, probabilmente 145, miliardi che servono con urgenza, innanzitutto per rimborsare 14,5 miliardi di titoli pubblici in scadenza il 20 marzo e evitare una bancarotta incontrollata. Una giornata drammatica si è così conclusa con Atene che cerca disperatamente di rimanere agganciata all’Eurozona”. E aggiunge: “Il pacchetto di austerità prevede risparmi per 3,3 miliardi: tagli alle pensioni, licenziamento di 15 mila dipendenti pubblici entro l’anno (150 mila entro il 2015), riduzione della spesa per farmaci di 1,1 miliardi, abbassamento del salario minimo del 22% a 560-600 euro”. Ed è sempre Danilo Taino a raccontare la giornata di violenza e di rabbia ad Atene, a pagina 3: “Niente racconta la maledizione a cui va incontro l’Europa come gli scontri di Piazza Syntagma, ieri, nel cuore della capitale greca. Violenza e disperazione. Bombe carta, bottiglie, sassi, petardi, molotov. E lacrimogeni e petardi stordenti. Edifici dati alle fiamme, almeno una decina. Presi di mira banche, negozi, cinema. Sessanta feriti, scontri che sono continuati nella notte. Ma, soprattutto, due mondi che si scontrano: il Palazzo e la piazza. Nel Parlamento, in alto su bastioni ornati dalle targhe dedicate agli eroi del passato, i deputati, simboli e scheletro della democrazia, che discutono il piano di austerità imposto, come una pistola puntata alla tempia, dai «salvatori» europei. Assediato, protetto da migliaia di poliziotti imbottiti di gommapiuma, con gli scudi, i lancia-lacrimogeni, le maschere antigas. Intorno, decine di migliaia di manifestanti di ogni età e di ogni classe, la carne della democrazia, che chiedono, sugli striscioni, di «non gettare al vento quello che abbiamo costruito». Una giornata di dramma e battaglia per stabilire chi ha il diritto di decidere il destino, comunque gramo, della Grecia”. Giuseppe Sarcina, a pagina 5, approfondisce le ragioni della crisi greca: “Certo, ora sembra quasi incredibile ricordare che solo nel 2004, la Grecia era considerata (e si autorappresentava) come il Paese-rivelazione dell’Unione europea. Ancora nel 2006 il pil cresceva del 5,6%, nel 2007 del 4,28%. Poi la discesa fino al sottozero del 2009 (-2,04%) e del 2010 (-4,47%). Quattro anni di apnea, se si aggiunge il -6% nel 2011, per un totale del 12%, e il previsto -3% per il 2012. Dall’inizio della crisi la Grecia ha perso, in termini assoluti, circa 65 miliardi di ricchezza prodotta (su un pil totale che oggi vale un po’ meno di 300 miliardi). A differenza di altri casi (la bolla immobiliare in Irlanda o Spagna per esempio) è difficile indicare una causa scatenante. L’economia greca si è semplicemente e drammaticamente sfasciata contro la crisi mondiale. Il sistema industriale, in gran parte dominato dalla mano pubblica, non ha retto. Il turismo non poteva essere sufficiente. Inoltre il dinamismo degli ultimi anni ha favorito lo sviluppo di un ceto parassitario devastante per le casse dello Stato. Si stima che l’evasione fiscale in Grecia superi i 30 miliardi di euro, vale a dire quasi l’equivalente (40 miliardi) delle entrate regolari”.

“Sì all’austerity, Atene brucia”: anche LA REPUBBLICA apre con la situazione ellenica, cui riserva le prime pagine interne. Riferisce Daniele Mastrogiacomo: “Il Parlamento approva la manovra ma è guerriglia al centro di Atene 100mila in piazza contro i sacrifici” è il titolo del lungo pezzo nel quale racconta la protesta di ieri, un paese intero in piazza della Costituzione, persone normali e black block. Mentre fuori infuriava la protesta, in Parlamento si svolgeva una seduta lunghissima e drammatica sul piano di tagli di austerità e sull’accordo con i creditori privati. Un piano accettato per ricevere il via libera europeo – probabilmente nell’Eurogruppo di mercoledì – alla seconda tranche di aiuti per superare la crisi. Il piano è passato con 199 sì e 74 no. I due partiti di maggioranza hanno espulso 41 deputati che hanno votato no. Ventuno erano iscritti al partito conservatore Nuova Democrazia, mentre 20 erano del socialista Pasok. In appoggio uno shema del pesantissimo piano: «Privatizzare, tagliare pensioni e salari, licenziare i dipendenti pubblici, rifinanziare le banche, chiudere i rubinetti della sanità, della difesa, degli enti locali per salvare la Grecia dal fallimento», in questi termini Sara Bennewitz spiega la scelta del Parlamento ellenico: 4,5 miliardi di tagli che renderanno possibile il prestito da 130 miliardi. Quanto questi nuovi sacrifici siano efficaci, è però dubbio: potrebbero non bastare per far rimanere la Grecia nell’area euro. Così la pensano alcuni esperti interpellati dal quotidiano. Le misure potrebbero tamponare la situazione ma è grandissimo il rischio per il futuro. Il rischio contagio è diminuito, ma… «Davvero qualcuno pensa di salvare l’Europa così, spezzando le reni alla Grecia», si chiede Gad Lerner in un commento intitolato “Il bastone dell’Europa”. «Dietro la troika (Unione europea, Fmi, Bce) che ogni giorno inasprisce le sue richieste di sacrifici – non basta non basta non basta – si riconosce inconfondibile la sagoma della dominatrice della Germania».

IL GIORNALE dedica una pagina alla Grecia. Il pezzo di Maddalena Camera titola “Atene in fiamme, sì al piano di austerity”. «Giornata e nottata di guerra ad Atene dove hanno manifestato oltre 100mila persone durante la seduta fiume del Parlamento culminata, poco prima di mezzanotte, con il voto favorevole al piano lacrime sangue varato dal governo di Lucas Papademos. La maggioranza ha così assicurato all’esecutivo di sostenere le misure di rigore, indispensabili per ricevere il pacchetto europeo di aiuti da 130 miliardi. Ma la rivolta ha riguardato buona parte del Paese. La tv ha riferito di violenze anche a Corfù, Creta (a Eraklion) e Salonicco, dove 20mila persone hanno marciato contro i provvedimenti. Nella capitale, ancora una volta, la gente è scesa in piazza Syntagma. Violenti scontri sono scoppiati tra black bloc e polizia in assetto antisommossa all’esterno del Parlamento. Gruppi di teppisti hanno lanciato bottiglie, pietre, pezzi di marmo e bombe molotov verso la polizia, sostenuti però dalla popolazione, stanca dei continui tagli a pensioni e salari. Gli agenti hanno risposto agli attacchi con gas lacrimogeni. In fiamme sono finiti alcuni edifici tra cui cinema, negozi, la biblioteca universitaria e una filiale della banca greca Eurobank, a piazza Korai, dietro a quella Syntagma. Molti anche i saccheggi. Pesante il bilancio con numerosi arresti tra i manifestanti e più di 60 feriti, molti dei quali poliziotti». Al centro uno schema che ripercorre le tappe della crisi dall’ottobre 2009 ad oggi. 

LA STAMPA apre in prima col titolone “Atene, banche in fiamme”, L’editoriale è di Stafno Lepri e titola “Cosa ci dice la rabbia dei greci”. «Osserviamo con attenzione la Grecia, perché può insegnarci molto. I leader dei due principali partiti politici sono coscienti, d’accordo con il primo ministro tecnico, che altri sacrifici sono inevitabili. Ma la gente non ne può più, perché i sacrifici finora sono stati distribuiti male, e segni di speranza non se ne vedono. Nei nostri tempi, nessuna democrazia era mai stata sottoposta a uno stress simile a quelli da cui nacquero le dittature degli Anni 30». All’interno doppia pagina con il reportage di Tonia Mastrobuoni dal titolo “La furia della piazza incendia Atene”. 

E inoltre sui giornali di oggi:

CHIESA
CORRIERE DELLA SERA – Aspra riflessione di Vittorio Messori che parte in prima e prosegue a pagina 27: “Se la fede vacilla o si spegne anche nel cuore della Chiesa”. Eccone un passaggio:  “Sembra esserci anche un cedimento morale che non è solo sessuale (questione pedofili, ma non solo, docet) ma è anche il ritorno, quasi come ai tempi rinascimentali, di palazzi vaticani ridotti a nodi di intrighi e di lotte per carriere, poteri, denaro, interessi ideologici e politici. Ebbene, qui, non c’è riforma che tenga, qui non c’è rimedio solo umano. Qui, ogni tecnica di riorganizzazione aziendale è ridicolmente impotente e deve aprirsi allo «scandalo» della preghiera. Parola di papa Benedetto XVI ma, per decenni, parola anche del cardinal Joseph Ratzinger. Se la Chiesa è in crisi, ha sempre ripetuto, è perché è in crisi la fede degli uomini di Chiesa. Gerarchia non esclusa. Giunse a dirmi, una volta: «Al punto in cui siamo, lo confesso: la fede , quella piena, quella che non esita, mi sembra essersi fatta così rara che, incontrandola , mi stupisce di più che l’incredulità»”.

WEB
ITALIA OGGI – A pag 56, il  pezzo “Onlus a tutto web” approfondisce le realtà operanti nel terzo settore che Microsoft Italia ha coinvolto in iniziative di responsabilità sociale d’impresa”.

ONLUS
SOLE 24 ORE – A pagina 9, dedicata come indica il capopagina alla “Lotta all’evasione I controlli sul non profit” si trova un ampio articolo sull’offensiva del fisco: “Caccia ai furbetti delle Onlus” titola infatti l’articolo di Elio Silva che traccia una mappa degli illeciti presentando una breve casistica  degli accertamenti fatti. Nell’articolo si sottolinea come nel corso degli anni le armi in mano ai controllori si siano affinate e ricorda che «il Fisco prepara il salto di qualità negli accertamenti: dopo aver inserito gli enti associativi e le Onlus tra gli ambiti prioritari nel piano dei controlli 2011, l’agenzia delle Entrate si accinge a confermare l’impulso anche nell’analoga direttiva per il 2012, di prossima emanazione (…)» Si fa anche notare che «Un ruolo importante è stato fin qui giocato anche dalle istruttorie dell’Agenzia per il Terzo settore (…)». Tra i casi esempio di illeciti si citano i falsi circoli, associazioni di carattere ricreativo-culturale «che potrebbero nascondere attività commerciali (…)», ma anche palestre «”travestite” da organizzazioni senza scopo di lucro», mentre «un capitolo a parte merita il mondo delle associazioni sportive dilettantistiche (…)» che, si avverte è «esposto a rilevanti fenomeni di evasione» secondo le autorità fiscali. Nella conclusione si osserva come lo stop imposto all’Agenzia delle Onlus potrebbe imporre uno stop al dialogo tra terzo settore e istituzioni realizzato con tavoli tecnici. Di spalla un articolo dedicato proprio a quest’ultimo aspetto: lo stop all’Agenzia, in pagina anche una tabella dedicata al bilancio delle attività dell’agenzia stessa con un affondo sui pareri rilasciati dal 2007 al 2011. 

CLIMA
ITALIA OGGI – “Il fondo Kyoto sblocca 600 mln”- Approfondimento a pag 16 sui contributi per investire in fonti rinnovabili e risparmio energetico. Il fondo Kyoto, che sarà operativo dal primo marzo, si rivolge a imprese, cittadini e enti pubblici. In ballo ci sono 600 milioni di euro, a disposizione di tutto il territorio nazionale «che saranno distribuiti con la modalità del fondo rotativo, attraverso finanziamenti al tasso dello 050% annuo. I fondi sono già ripartiti tra le varie misure previste e tra le te aree nazionali di nord,centro e sud».

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