Non profit

Cecilia Guerra in redazione a VITA

5 per mille, social card, Isee e Agenzia del Terzo settore. Ecco cosa ha detto il sottosegretario

di Stefano Arduini

Si è appena chiuso nella redazione milanese di Vita l’incontro fra il sottosegretario al Welfare con delega al terzo settore e alle politiche sociali Maria Cecilia Guerra e le associazioni del comitato editoriale del Gruppo. Queste le dichiarazioni della Guerra sulle questioni più calde (tutti gli approfondimenti sul numero del settimanale di settimana prossima):

 

5 PER MILLE

 

«Non penso, né ho mai sostenuto che questo strumento vada cancellato. Anzi sul piano generale nel settore del sociale sono per mantenere tutte le (poche) strumentazioni esistenti, senza togliere nulla. Il 5 per mille però per così come è, è uno strumento instabile e frammentario che impedisce la programmazione agli stessi enti fruitori e che a mio avviso sconta tre grandi problematicità. Il primo è il nodo della democrazia fiscale: in Italia ci sono 10 milioni di incampienti che non sono tenuti a pagare l’Irpef e che di fatto non hanno parola sulla destinazione di 400 milioni di euro pubblici. Questo non lo trovo giusto. Secondo nodo: l’eccessiva concentrazione delle risorse del 5 per mille di pochi grandi enti, spesso quelli che “investono” di più in pubblicità. Terzo: il conflitto di interesse degli enti che gestiscono i Caf pur essendo iscritti agli elenchi del 5 per mille. Ribadito il fatto che io non voglio eliminare il 5 per mille, le prospettive non sono rosee: ad oggi non sono in grado di dare alcuna rassicurazione sulla stabilizzazione della legge, né sul finanziamento del 2013».

 

 

SOCIAL CARD

«Abbiamo in budget un finanziamento che copre l’attuale social card per tutto il 2012, più questa nuova sperimentazione che durerà dodici mesi. Dal mio punto di vista questa deve essere stabilizzata, per farne un’arma di contrasto alla povertà assoluta. Per centrare l’obiettivo occorre che non sia più uno strumento categoriale riservato a chi ha meno di 3 anni o più di 65 e ai soli cittadini italiani. Dopo di che vorrei poi che la social card fosse in messa in rete nel quadro di una presa in carico complessiva della persona. Da ultimo la social deve essere vincolata a un piano di reinserimento sociale o lavorativo dell’utente».

 

ISEE

«Il rischio che abbiamo in parte mitigato con la revisone della delega assistenziale-fiscale è che la riforma dell’Isee potesse nascondere un giro di vita sulla compartecipazione e quindi aumentare la quota a carico della famiglia. Detto questo, l’Isee va considerato come uno strumento di misurazione e non come una politica sociale in se stessa e quindi deve essere uno strumento tecnicamente fondato. Sul versante dell’accesso alle prestazioni io vorrei tranquillizzare perché sono favorevole a non legare alla riforma dell’Isee l’accesso alle indennità di accompagnamento».

 

AGENZIA DEL TERZO SETTORE

«Ad oggi la chiusura dell’Agenzia non è stata ancora decisa. La decisione finale non spetta al nostro ministero, ma al Consiglio dei ministri e comunque avverrà in brevissimo tempo. Quello che finora ha fatto il Welfare è stato uno studio di fattibilità per vedere se eravamo in grado di tenere in pancia le funzioni di controllo. In questo senso lo studio ha dato esito positivo. Rimarrebbe poi aperto il nodo della promozione, e su questo siamo all’ascolto di ogni proposta. Non nascondo però che questo governo abbia più di una perplessità sulla reale efficacia dimostrata dall’Agenzia in questo dieci anni. Ma ripeto le due strade quella della chiusura e quella del rinnovo della consiliatura sono ancora aperte».   

 

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