Mondo

Italia alla canna del gas

Alla neve e al gelo si aggiunge la crisi energetica. Tagli alle forniture per le aziende

di Lorenzo Alvaro

Il Paese si trova a dover fare i conti con la propria dipendenza energetica ora che, causa neve e gelo, è arrivato il picco di consumi di gas. Ecco come affrontano l’argomento i principali quotidiani nazionali
 
 
In rassegna stampa anche:
NEVE
LAVORO
PAPA
EUTANASIA
GRECIA
CINA
 
Come se non bastassero i disagi provocati dalla neve e dal gelo (altre sette vittime ieri), ecco che il picco di consumi da riscaldamento fanno scoprire all’Italia la dipendenza dal gas che viene da Russia e Ucraina. “Manca il gas, sì alle centrali a olio”, titola il CORRIERE DELLA SERA. «È emergenza per l’approvvigionamento del gas in Italia, in vista di condizioni climatiche difficili per tutta la settimana e del permanere del calo di forniture dalla Russia e dai due rigassificatori disponibili (Rovigo e Panigaglia). Il Comitato di crisi riunito al ministero dello Sviluppo ha assicurato che le famiglie saranno garantite, mentre è in corso il contenimento delle forniture alle imprese i cui contratti prevedono l’interrompibilità. Lo stesso Comitato ha dato il via libera per l’attivazione delle centrali elettriche a olio combustibile». Mente scatta il piano di emergenza, rassicurazioni vengono dalla russa Gazprom, «che negli ultimi giorni ha ridotto fino al 30% le forniture all’Europa e all’Italia», ma «ha assicurato ogni sforzo per riportare la situazione alla normalità. Per la Gazprom “il peggio dovrebbe essere alle spalle”». Una pagina di approfondimento presenta nel dettaglio la situazione di dipendenza energetica del nostro paese, che tocca l’88,4%, e con le “arterie principali” del nostro approvvigionamento che arrivano da Algeria e Russia: «l’interruzione totale di una sola delle due metterebbe in ginocchio il sistema di approvvigionamento». Il 40% dei consumi di energia a uso civile sono coperti dal metano. Divertente, ma fa pensare, il breve commento-racconto di Guido Ceronetti, a pag. 2, “L’uomo moderno rimasto con la candela”, che racconta la vita nel “piccolo borgo toscano” dove lo scrittore vive isolata dalla nevicata di questi giorni. «Questa civiltà tecnicizzata non poggia su nulla di solido. (…) Individualmente, sebbene rassicurati dalle meraviglie degli ipermercati, non contiamo più dell’uomo con la clava, o della foglia caduta dall’ippocastano», scrive.
 
“Italia al gelo, emergenza gas”: LA REPUBBLICA apre sulla difficoltà energetica del paese, alla quale dedica le prime pagine interne. “Gelo scatta l’allarme gas «Non basta più per tutti da giovedì via ai distacchi»”. Ieri il comitato del ministero per lo Sviluppo economico ha attivato la fase d’emergenza: contenimento dei consumi, messa in esercizio delle centrali a olio combustibile, il distacco della fornitura ad aziende che per pagare meno hanno scelto l’opzione interrompibile. Il tutto per tutelare le utenze domestiche, «per le quali sono escluse conseguenze negative» si afferma al ministero. «La situazione è costantemente monitorata», insiste Corrado Passera. L’emergenza ovviamente legata all’abbassamento delle temperature ma anche al «calo delle forniture dalla Russia e dai due rigassificatori disponibili di Rovigo e Panigaglia». 1Solo nel fine settimana la situazione si tranquillizzerà», ha detto Paolo Scaroni, ad Enel. La Francia sta rifornendo meno gas, lo stesso gasdotto dalla Libia ripreso a funzionare dopo la guerra civile va al 70%. La situazione fa riemergere il problema della dipendenza energetica. Da un decennio l’Autorità per l’energia sottolinea la necessità di aumentare i bacini di riserva, da anni si chiede all’ex monopolista di creare nuovi stoccaggi. Un dossier curato da Luca Pagni spiega a che serva il gas che ci viene venduto dagli stranieri e come la soluzione prospettata dal governo Monti (separare Eni dalle sue infrastrutture) dovrebbe servire ad aumentare la concorrenza. Inoltre tutto passa attraverso i tubi, abbiamo solo due rigassificatori, e questo fa lievitare ulteriormente i prezzi.
 
IL SOLE 24 ORE apre sul tema gas, con il titolo “Gas, scatta il piano d’emergenza”, con editoriale che parte in prima affidato a Gian Maria Gros-Pietro, dal titolo “Politica energetica in cerca d’autore”: «Il ciclo combinato basato sul turbogas consente il più alto sfruttamento dell’energia chimica contenuta nel combustibile e insieme l’impiego della meno inquinante delle energie fossili, in attesa di un maggiore contributo delle rinnovabili. Finora questa scelta era stata penalizzata dall’alto prezzo del gas, ma oggi la situazione è cambiata. Occorre operare per stabilizzare questo cambiamento, moltiplicando le fonti di approvvigionamento del gas. La durezza dei duri alla Putin può trovare utile accordarsi con gli operatori avvezzi al mercato. A novembre del 2000 il presidente russo offrì una cena al Cremlino a quello italiano, Ciampi in visita a Mosca; fra i commensali, i vertici di Eni e Gazprom suggellavano l’avvio di Blue Stream, il primo grande gasdotto sotto il Mar Nero capace di avviare il gas russo verso la Turchia e l’Europa aggirando l’Ucraina. Una sfida non soltanto tecnologica, all’epoca, che senza le competenze di Saipem e la credibilità di Eni sui mercati finanziari non si sarebbe potuta vincere. Anche oggi l’Italia ha tecnologie e competenze da offrire, insieme con un parco turbogas ragguardevole e una posizione geografica che ne fanno il potenziale operatore privilegiato nel transito del gas nel Mediterraneo. È un’occasione da non perdere, per gli operatori e per il Governo, ma anzi da inserire in una prospettiva di politica energetica in cui anche le fonti alternative e rinnovabili diventino, insieme, presidio di minore dipendenza dall’importazione e fonte di sviluppi tecnologici pensati e fabbricati nel Paese».
 
Scatta il piano di emergenza, con il governo che rimette in funzione le centrali a olio e limita le forniture alle industrie allo scopo di tutelare le forniture di gas alle famiglie. L’obiettivo è quello di risparmiare almeno 25 milioni di metri cubi di gas, circa l’8-9% dei consumi giornalieri. Questo è il piano, che LA STAMPA correda di un articolo che ripercorre i ripetuti allarmi sulla nostra eccessiva dipendenza dall’estero per il gas: “Quel rubinetto russo che ci tiene in ostaggio” è il titolo, ma poi si mettono in fila dal 2006 ad oggi le promesse di “piani alternativi” fatte da Scajola-Bersani-Passera, per constatare che non è stato fatto nulla, l’Italia «continua a dipendere dal gas russo e benché ci sia lo spazio per raddoppiarla, la produzione nazionale si ferma a poco più di 8 miliardi di metri cubi». Nel 2006 Prodi lanciò un piano per la costruzione di cinque rigassificatori, per ora quello ne è entrato in funzione uno, a Rovigo.
 
Freddo e gas dominano la prima pagina di AVVENIRE che apre con il titolo “un freddo a tutto gas” e nel catenaccio si osserva “Scatta il piano emergenza, forniture ridotte alle industrie”. In primo piano il “Nuovo calo nelle forniture di gas dalla Russia Il governo: situazione critica Ma l’Eni  rassicura: nel weekend si torna alla normalità” come recita un richiamo in prima e all’allerta gas è dedicata pagina 3 che spiega la dipendenza italiana dalle forniture di gas dall’estero. “Con il taglio delle forniture russe la situazione del nostro Paese è «critica» ammette il governo Il ministero dello Sviluppo economico decide di tagliare le forniture alle aziende e riattivare le centrali a olio combustibile Confindustria in allarme. L’Eni serena: «situazione tranquilla entro il weekend» come ricorda il sommario della pagina che nel taglio medio segnala: “Siamo un Paese che va a metano Algeria e Nord Europa ora strategici”. Una cartina mostra i punti di entrata dei gasdotti. Mentre a piè di pagina viene intervistato l’ex ministro Alberto Clò. Il titolo è ottimista “Clò: le riserve? Oggi stiamo meglio del 2006”. Le pagine successive: dalla 4 alla 7 sono invece dedicate al grande freddo con un capopagina che recita: “Generale inverno” e si fa il giro d’Italia dei disagi per il gelo “Il Centro in ginocchi. Milano e Torino a – 10. E arriva una nuova allerta” e non manca l’analisi dell’esperto di meteo a pagina 6.
 
IL GIORNALE una pagina alla crisi italiana del gas. “A corto di gas, rubinetti chiusi alle aziende” firma Enza Cusmai che spiega «scatta il piano di emergenza, attivate le centrali ad olio. La Marcegaglia: non paghino semrpe le imprese». In taglio più basso Gian Maria De Francesco firma “Ecco di chi è la colpa se adesso restiamo al freddo”. «“Il rigassificatore di Brindisi? Un crimine”. Parola del governatore pugliese Nichi Vendola. “Il no al rigassificatore non è una scelta nimby (acronimo british per ”non nel mio giardino”) ma di sviluppo”, gli fa eco il sindaco del comune triestino di Muggia, Nerio Nesladek. Il terminal di rigassificazione off-shore di Porto Recanati, invece, difficilmente riuscirà a vedere la luce perché il presidente della Regione Spacca e i Comuni di Ancona e Macerata hanno detto “niet”. E così, con le temperature sottozero e i consumi di gas che si impennano l’Italia si ritrova con due soli rigassificatori in funzione – quello spezzino di Panigaglia da 4 miliardi di metri cubi e quello di Rovigo da 8 miliardi di metri cubi – e con la necessità di riavviare le inquinantissime centrali a olio combustibile».
 
“Default bianco” è il titolo scelto da IL MANIFESTO per l’apertura e nel sommario si trovano tutti temi dell’emergenza maltempo “l’Italia sprofonda nel caos. È il fallimento dell’assistenza pubblica e della macchina dei soccorsi. Altre sette vittime, ancora decine di paesi isolati, decine di migliaia di persone senza acqua, al freddo e al buio. Sotto accusa a Roma lo «spalatore nero» Alemanno. E ora manca il gas” riassume il sommario che rimanda alle due pagine dedicate: la 6 e la 7. Apertura sulla situazione laziale e romana “Cala il gelo su Alemanno” è infatti il titolo, mentre il sommario spiega “La ministra Cancellieri scarica il sindaco di Roma e prova a smorzare la polemica con il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli. Che viene difeso dalla governatrice Polverini. Ma il primo cittadino insiste: il sistema nazionale va cambiato”. Un ampio articolo è dedicato alla situazione abruzzese con “migliaia di famiglie al freddo e al buio”. A pagina 7 si apre con “Nel bidone del gas” dove si racconta la situazione e si fa un giro d’orizzonte raccontando anche il peso del gas del Qatar che arriva allo stato liquido all’unico rigassificatore italiano al largo di Rovigo: 6 miliardi di mc nel 2010, ma c’è un  problema: «Da qualche giorno nessuna nave attracca al terminale, temendo un disastro per via del mare grosso (…) alcune navi già arrivate, stanno alla larga dal cemento: Schettino docet. Quando il mare lo consentirà scaricheranno».
 
ITALIA OGGI dedica alla vicenda gas la vignetta della copertina «Siamo alla canna del gazprom» urla una signora che per la corona pare l’Italia e che per l’abito con le stelline può essere l’Europa.
 
 
E inoltre sui giornali di oggi:
 
NEVE
LA REPUBBLICA –
Mentre il freddo continua a uccidere (morte anche ieri 7 persone),  sta montando una polemica sui costi dell’aiuto militare. L’Esercito chiede  di essere pagato. Ad Urbino il sindaco si è sentito chiedere 700 euro al giorno per dieci spalatori (cioè soldati con una pala in mano), più il vitto, e l’alloggio. «Non voglio fare polemiche, in un momento così drammatico le istituzioni devono collaborare, e non polemizzar», premette il presidente Pd della Provincia di Pesaro Urbino Matteo Ricci, «ma non mi sembra giusto che lo Stato faccia pagare i Comuni in un frangente simile».
 
LAVORO
AVVENIRE – Richiamo in prima pagina con tanto di foto per “Fornero: posto a vita? Un’illusione E Cancellieri rispolvera i «mammoni»”. Due in particolare i temi richiamati: “Per la titolare dell’Interno troppi vogliono «stare fermi accanto ai genitori» E sul Web riparte la polemica dei precari” e “Chi non ha un lavoro fisso guadagna in media 836 euro, dice uno studio della Cgia”. Gli articoli sono a pagina 11 con, oltre ai temi segnalati, un’intervista a Maurizio Del Conte, docente alla Bocconi che afferma «Il nodo non è l’articolo 18, ma la giusta causa”.
 
PAPA
AVVENIRE – Richiamo evidenziato a centro pagina con una foto del Papa dal titolo “Benedetto XVI: abusi, anzitutto le vittime”. Nel richiamo alla pagina (la 19) dedicata al Simposio della Gregoriana “”Verso la guarigione e il rinnovamento” si legge: «Promuovere in tutta la Chiesa «una cultura vigorosa di efficace salvaguardia e sostegno alle vittime» di abusi sessuali. Lo chiede Benedetto XVI all’apertura del Simposio chiamato a elaborare le linee guida per trattare i casi di abusi sessuali»
 
EUTANASIA
LA STAMPA – Francois Hollande, candidato socialista all’Eliseo, mette l’eutanasia nei 60 punti del suo programma elettorale. La Francia così, in caso di vittoria di Hollande, potrebbe passare da un «aiuto passivo» a uno «attivo» da parte dello Stato per chi vuole «beneficiare di assistenza medica per terminare la sua vita con dignità». Il responsabile delle questioni sociali nel team di Hollande ha spiegato che «si tratta di riconoscere un diritto, non di imporre una pratica».
 
GRECIA
MANIFESTO – Richiamo a centro pagina per la crisi europea “«Il tempo è scaduto» Grecia appesa a un filo” titola il richiamo che rinvia alle pagine 2 e 3 e in cui si legge «La Grecia è in bilico tra la povertà, a cui la condannerebbero i nuovi tagli della troika, e la paura di quella che sarebbe la prima bancarotta di un paese sviluppato dopo quella della Germania del 1948 (…)» Allo stesso tema è dedicato anche l’editoriale “Atene non può pagare” che si chiude osservando «(…) L’ottusità tedesca esprime pienamente la sua retrograda stupidità quando i governanti di Berlino vogliono far credere che sia possibile cauterizzare il bubbone greco impedendo il contagio e che, di fronte alle drastiche misure di austerità del Portogallo, della Spagna e dell’Italia basti una maggiore flessibilità dei salari e delle condizioni di lavoro per far riprendere tutti, compresa l’agonizzante Grecia. Sono tesi profondamente false che esprimono l’ideologi delle classi europee in crisi». L’apertura  pagina 2 non lascia speranze: “Grecia, ore contate O default o miseria”, mentre a pagina 3 si parla delle pressioni di Sarkozy e Merkel sui greci “Atene, fuoco carolingio”.
 
CINA
ITALIA OGGI – “Sta scoppiando un vero ’68 in Cina” è il titolo del articolo di Massimo Galli che scrive: «Sono chiamati i Play-boys di Pechino e sono i nuovi campioni ricchi del socialismo di mercato. O almeno come viene definito. In realtà sono i figli della nomenclatura, pieni di soldi, che con le loro bravate suscitano il risentimento delle classi medie e popolari.  Nell’ex Celeste Impero con il progressivo arricchimento si accentuano le disuguaglianze sociali. E covano le proteste. Il sociologo Zhou Xiaozheng spiega che l’arrabbiatura contro i ricchi non è dovuta alla loro fortuna ma al modo in cui questa è stata costruita.  Tant’è vero che Yao Ming, giocatore di pallacanestro ex stella della Nba, diventato ricco grazie al proprio talento è  molto popolare. Grande mistero invece aleggia attorno ai soldi di ventenni e trentenni senza scrupoli i cui comportamenti sono caratterizzati da prepotenza e disinteresse per la collettività. Il regime è consapevole dell’esistenza di gruppi di ricchi e potenti intoccabili: lo ha ammesso persino il primo ministro Wen Jiabao».
 
PROTEZIONE CIVILE
IL SOLE 24 ORE – “Protezione civile «dimezzata»”.  A pagina 5 Marco Ludovico anticipa sul progetto di riforma della protezione civile: «L’immagine abbagliante, iperefficiente e trionfalistica di un dipartimento in soccorso anche ad Haiti dopo il terremoto – il capo di allora, Guido Bertolaso, criticò perfino l’intervento americano – sembra perdersi nella notte dei tempi. Una vicenda, invece, che risale giusto a due anni fa, gennaio 2010. Oggi i circa 700 dipendenti distribuiti nelle tre sedi romane in via Ulpiano (quella storica), via Vitorchiano (operativa) e via Affile (sede dei mezzi) si interrogano ogni giorno sul loro destino. L’idea di lasciare la presidenza del Consiglio per ritornare sotto l’ala del ministero dell’Interno – riaffacciatasi alla nascita del governo Monti e sollecitata dalla Cancellieri – è solo una delle ipotesi. Pochi sanno, peraltro, che un paio di giorni dopo il suo insediamento da Cancellieri andò preoccupato l’ormai ex sottosegretario Gianni Letta proprio per perorare la causa di una Protezione salda a palazzo Chigi, non all’Interno. Quest’ultimo scenario poi è stata messo in sospeso dalla stessa titolare del Viminale, che al Senato la settimana scorsa ha detto: deciderà Monti. In realtà sembra avanzarsi un’altra e più temuta – per i diretti interessati – soluzione: una Protezione divisa a metà. Ripartita tra ministero dell’Economia e Viminale. A viale XX settembre sarebbe destinato il settore delle ordinanze di protezione civile, in pratica la stima, la gestione e il controllo totale delle spese. Sarebbe l’epilogo di una situazione già lamentata più volte da Gabrielli, cioè l’obbligo ormai imprescindibile, che Bertolaso non aveva, del «concerto con l’Economia» per le ordinanze».


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