Economia

Sul New York Times la sua verità sugli aiuti internazionali

Il filantropo più famoso si chiede come mai tanti paesi ricchi non facciano la loro parte

di Gabriella Meroni

Si intitola “La verità sugli aiuti internazionali” un articolo pubblicato oggi dal New York Times a firma Bill Gates. Ecco la traduzione.

La scorsa settimana, Oxfam e Save the Children hanno pubblicato un rapporto secondo il quale gli aiuti d’emergenza nel Corno d’Africa sono arrivati con mesi di ritardo, provocando la perdita di migliaia di vite e milioni di dollari. Oxfam e Save the Children hanno concluso che l’assistenza umanitaria dovrebbe essere svolta diversamente. Chi critica gli aiuti internazionali sta usando il rapporto per sostenere che l’aiuto non funziona e deve essere tagliato su tutta la linea.

Il fatto stesso che 2,1 miliardi dollari siano stati donati per soccorrere le vittime della carestia è la prova della generosità degli esseri umani. Ma questo fatto spiega anche perché sono così frustrato dalla crescente opposizione di molti paesi ricchi agli aiuti internazionali.

Sappiamo che le persone sono sensibili alla sofferenza altrui. Non solo. Sono anche disposte a esprimere la loro partecipazione attraverso donazioni significative, anche in tempi molto duri. Che cosa impedisce loro di sostenere gli sforzi dei governi per alleviare sofferenze estreme?

Secondo parecchi sondaggi molte persone ritengono che gli aiuti vengano distratti da leader corrotti o sprecati in programmi inefficaci. E ovviamente nessuno vuole fare un investimento che è certo non pagherà. C’è anche chi sostiene che gli aiuti non funzionano anche quando arrivano a destinazione. Ma neppure questa affermazione appare convincente. Negli ultimi 50 anni, il numero di bambini che muoiono ogni anno è sceso da 20 milioni a meno di 8 milioni. Nello stesso periodo, la percentuale di persone vivono in estrema povertà è diminuita di oltre la metà. Questi enormi miglioramenti sono dovuti in gran parte a programmi finanziati dagli aiuti internazionali con l’obiettivo di acquistare vaccini e aumentare la produttività degli agricoltori.

Sono convinto che in un prossimo futuro riusciremo a contenere il prezzo dei farmaci contro l’AIDS entro i 300 dollari all’anno per ciascun malato. Questo significherebbe che ogni 300 dollari che un paese dona al Fondo Globale per la lotta all’AIDS, la tubercolosi e la malaria una persona rimarrà in vita per un altro anno. Per ogni 300 dollari che non entrano in cassa, al contrario, un essere umano sarà quasi certamente condannato a morire. Ecco un modo crudo ma realistico per far capire cosa c’è in ballo quando si discute di fondi  per l’aiuto allo sviluppo.

La mia speranza è che riusciamo a trasformare la generosità che normalmente si esprime nei soccorsi umanitari in più forte sostegno ai programmi di aiuto internazionale. Molti di coloro che soffrono nel Corno d’Africa erano affamati già prima che ci fosse una emergenza riconosciuta nella regione. In realtà, più di 1 miliardo di persone nel mondo non ha abbastanza cibo da mangiare.

Una delle più potenti soluzioni a questo problema è quello di aiutare gli agricoltori poveri a ottenere il massimo dalle loro piccoli appezzamenti di terreno. In alcune parti dell’Asia meridionale, e dell’Africa sub-sahariana in particolare, gli agricoltori seminano semi a basso rendimento, il cambiamento climatico influisce negativamente sui loro raccolti, e le malattie delle piante invadono i loro campi. Nuove sementi e altri strumenti possono aiutare questi agricoltori a far fronte a questi problemi. Per esempio, la mia fondazione ha contribuito a finanziare lo sviluppo di una varietà di riso che può sopravvivere alle inondazioni e alimenterà 30 milioni di persone in più ogni anno in Bangladesh e in India. Riso supplementare che sevirà non solo a scongiurare la fame, ma permetterà anche agli agricoltori di guadagnare di più in modo da poter portare i bambini malati dal medico e pagare le tasse scolastiche.

Il problema è: come continuare a sviluppare le ricerche necessarie per mettere a punto questi nuovi strumenti? I paesi poveri stanno investendo di più nel settore agricolo, ma non hanno le risorse necessarie per investire in ricerca e sviluppo. Gli aiuti internazionali sono un pezzo fondamentale del puzzle, e oggi l’intero bilancio del gruppo responsabile per la scienza agricola per i poveri è di soli 300 milioni di dollari l’anno. E’ una vergogna vedere snobbata una tale opportunità di crescita.

Sono orgoglioso di vivere in un mondo dove la sofferenza di uno sconosciuto è importante. Eppure gli aiuti internazionali, che sono il modo migliore per lenire quella sofferenza, hanno una schiera crescente di critici. Questa è una contraddizione a cui bisogna porre rimedio, e il modo migliore per farlo è dire la verità sugli aiuti.

Bill Gates

copresidente della Fondazione Bill e Melinda Gates


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