Economia

Tir, un muro di gomma

La protesta degli autotrasportatori mette in crisi l'economia

di Franco Bomprezzi

La protesta dei padroncini dei Tir sta mettendo in seria difficoltà non solo la circolazione delle vetture sulle statali e sulle autostrade ma anche l’economia reale del Paese, gli approvvigionamenti delle merci, le attività industriali. Senza contare il rischio “contagio” per altre proteste legate più o meno agli effetti dei provvedimenti di liberalizzazione messi sulla carta dal governo Monti. Ecco come i giornali oggi affrontano l’argomento.

“Tir, si muovono i prefetti”, apre così il CORRIERE DELLA SERA. Molti i servizi sul tema, e già in prima un titolo la dice lunga: “Marcia su gomma il 90 per cento dei nostri prodotti”. Alle pagine 2 e 3 la cronaca concitata di ieri, con la morte di un padroncino travolto da una camionista tedesca, e con l’allerta governativo ai prefetti per garantire la legalità. Ma le conseguenze economiche del blocco vengono sviluppate nelle pagine seguenti. “L’ordine a Esso e Q8: rifornite i benzinai” è il titolo che apre pagina 4. Scrive Andrea Galli: “Il cibo fresco va a male, marciscono i fiori, muoiono assetati gli animali, e questo succede a bordo dei Tir. Giù in strada non si muovono i veicoli che trasportano medicinali per le farmacie e detenuti per i processi, fermi anche scuolabus e mezzi per la raccolta dei rifiuti, non possono lavorare le fabbriche della Fiat, rischiano di saltare spettacoli teatrali e fiere. Perché manca la benzina. Nessuno la trasporta ai distributori. La Prefettura di Napoli ha ordinato alle società Q8 ed Esso di provvedere rapidamente al rifornimento. In fretta. Senza rinviare. Più (almeno fino a ieri sera) singoli episodi locali che regola nazionale, la protesta dei camionisti contro il caro gasolio, la costosa assicurazione, i pochi guadagni e la concorrenza degli stranieri che accettano stipendi da fame, questo ha prodotto: anche ieri l’Italia è rimasta rallentata, ingolfata, affaticata”. Oggi la Coldiretti ha deciso di regalare frutta e verdura in molte piazze, prima che marciscano: «Gli agricoltori perdono oltre 50 milioni al giorno per l’impossibilità di commercializzare i propri prodotti — sottolinea la Coldiretti — mentre per i consumatori gli approvvigionamenti sono sempre più difficili e i prezzi aumentano». Dario Di Vico a pagina 5 cerca di spiegare uno dei fenomeni che sta mettendo in ginocchio la categoria degli autotrasportatori italiani: “Quel 2.000 Tir dell’Est che dimezzano i prezzi”. “Per la gran parte appartengono a quattro nazionalità (rumeni e bulgari, serbi e russi) ma anche i turchi cominciano ad essere un bel po’. Sono i camionisti dell’Est, avversari giurati dei nostri padroncini, uomini che conducono una vita agra e interamente low cost, lontano dalle famiglie e dal loro Paese, sempre alla ricerca di un ingaggio per poter guadagnare cento euro in più – scrive Di Vico – Via via che le ditte di Stato sono state privatizzate i Tir dell’Est hanno cominciato a battere le nostre strade. L’autotrasporto si è rivelato il business più facile in cui entrare per ex agricoltori, ex operai e persino ex poliziotti dei Paesi del vecchio Patto di Varsavia. All’inizio erano ditte piccole, un po’ come le nostre, e avevano tutt’al più un camion, poi sono arrivati i pesi medi che hanno cominciato a seguire il flusso delle merci”. E infine a pagina 6 l’approfondimento di Alessandra Mangiarotti: “Scaffali vuoti nei supermarket. Il 90% dei beni viaggia su gomma”. “Quasi 465 migliaia di tonnellate di carbone e petrolio viaggiano su gomma – scrive -. «Il 100% di benzina e gasolio», dice il presidente di Figisc-Confcommercio, Luca Squeri. Sempre su strada vengono trasportate quasi 69 migliaia di tonnellate di prodotti ortofrutticoli, di carne e pesce. «Oltre il 90%», concordano Confcommercio e Coldiretti. E allo stesso modo vengono mosse più di 122 migliaia di tonnellate di alimentari e tabacchi. «Oltre il 90% di tutti i prodotti, il 100% dei freschissimi» stimano Auchan e Coop. Non sorprende dunque il bilancio di Federdistribuzione che parla ormai di «crisi di rifornimento». Soprattutto per i prodotti freschi, in particolare quelli dell’ortofrutta che rischiano di marcire nei centri di stoccaggio”.

LA REPUBBLICA per il titolone sceglie i controlli fiscali (“Chi sono i nuovi evasori fiscali”) e per la fotonotizia il blocco dei tir. La protesta, al secondo giorno, prosegue come riferisce una doppia pagina (che comprende anche la trascrizione dei messaggi dei camionisti, alcuni dei quali sono particolarmente rivelatori: «se fanno il colpo di Stato io mi presento come volontario», «uomo dammi retta a me… Scaricargli il letame fuori da Palazzo Chigi fuori dal Colosseo anche. Andiamo giù tutti a Roma e facciamogli vedere il grande rutto del gasolio»). Segua un’altra doppia sull’andamento dei prezzi, che stanno lentamente salendo più ai mercatini rionali che al super (dove i ritocchi sono più contenuti, ma lo scaffale mezzo vuoto). Si prevede che se l’agitazione durerà fino a venerdì saliranno ancora. Per il momento alcuni prodotti sono aumentati di molto (zucchine, melanzane, la carne), altri invece sono più stabili. Molto ridotti gli arrivi di pesce nelle città. Il caso è però quello dei carburanti: “Benzina, distributori a secco e c’è chi specula sul prezzo Confermato lo sciopero”. Moltissimi cittadini hanno segnalato rialzi dalla mattina alla sera anche del 10% del prezzo dei carburanti. A Napoli la città è allo stremo e il prefetto ha emesso un’ordinanza perché si riprendano i rifornimenti. A Bari addirittura è saltata un’udienza: non c’era il Gpl per trasportare in tribunale il detenuto. Ciliegina sulla torta: i benzinai confermano lo sciopero di 10 giorni contro le liberalizzazioni, le date però non sono ancora state decise. Sul versante politico Gad Lerner segnala nel suo “I gattopardi del post-leghismo”, la tentazione di alcuni leader meridionali che credono di cavalcare la protesta e di fatto accelerano, secondo Lerner, la frantumazione della classe dirigente di centrodestra in tutto il Mezzogiorno.

IL GIORNALE apre con una fotonotizia sotto il titolo principale titolata “La Lady di ferro piega i camionisti. Il pezzo è di Emanuela Fontana e titola “Cancellieri, lady di ferro che sgombra le strade dal bisonte selvaggio”. L’ex prefetto ora ministro dell’Interno è stata decisiva nella soluzione sullo stop degli autotrasportatori. «Ha un viso a metà strada tra Margaret Thatcher e la sora Lella, un curioso corto circuito lombrosiano. E anche di carattere Annamaria Cancellieri, romana, sessantotto anni, prefetto in pensione e ministro dell’Interno, sembra soffrire di quella schizofrenia che caratterizza i tenaci dal cuore sensibile, la specie degli esseri umani più disarmanti che si possa incrociare». Per quel che riguarda i costi c’è il pezzo di Laura Verlicchi, “Effetto Tir: gli scaffali si svuotano volano i prezzi di frutta e verdura”. «Si esce con la lista della spesa, si torna con un bollettino di guerra: latte esaurito, verdura inavvicinabile, il pane oggi c’è domani chissà. L’anno era già iniziato sotto il segno degli aumenti, e ora lo sciopero dei Tir ha provocato i prevedibili, ma non per questo meno preoccupanti, effetti: scaffali vuoti nei supermarket – a partire dalla Sicilia, già messa a dura prova dagli scioperi dei giorni scorsi, e via risalendo lungo la Calabria e a Napoli – e speculazione sui prezzi. A cominciare da frutta e verdura, altamente deperibili e trasportati 100% su gomma». A lato un box coi numeri: 100 i milioni di euro di perdita del settore agricolo, 10-15% di aumenti di generi freschi in Sicilia, 30% di aumento per l’import di ortaggi da Spagna e Maghreb, 4 milioni persi in Sicilia dal settore lattiero-caseario, 40mila tonnellate di frutta andate a male e 7,5 il prezzo al chilo dei pomodori Pachino a Roma.   

“Tir e molla” è questo il titolo principale della prima pagina del MANIFESTO che lascia però la parte alta della prima alla riforma del lavoro “Stop alla cig, Fornero alza la cortina fumogena”, titola infatti in falsa apertura il quotidiano. Tornando ai Tir, una grande foto del blocco notturno di Caserta e un sommario che rinvia alle pagine 2 e 3 interamente dedicate al tema: “Lo sciopero dei tir paralizza l’Italia: scarseggiano benzina e generi alimentari, la Fiat chiude tutte le fabbriche, a Napoli appello a tenere la spazzatura in casa. Muore manifestante investito da una camionista tedesca. Il governo fa la voce dura e rassicura la Ue: i blocchi non saranno consentiti, ordinanze speciali per rimuoverli. Il ministro dell’Interno Cancellieri: «Indagini su infiltrazioni mafiose nella protesta siciliana»”. “Bisonti scatenati” è il titolo scelto per le pagine 2 e 3 mentre nella fascia grigia in testa a pagina 2 si sottolinea “Monti pretende legalità e assicura l’Ue che verrà tutelata la circolazione delle merci. La Fiat blocca la produzione. Commercianti, consumatori e agricoltori in allarme”. A pagina 2 in un colonnino molto piccolo e a piè di pagina si legge “Clini: Il trasporto su gomma ci soffoca”. «Un’uscita “green” quella del ministro dell’Ambiente Ruggero Clini che ieri era a Milano per partecipare ad un convegno sull’auto elettrica. “Siamo strangolati da un sistema del trasporto delle merci che viaggia per oltre l’80% su gomma”, ha detto in merito alle proteste dei camionisti» una seconda dichiarazione del ministro è stata: «Questo sistema ha effetti molto pesanti per quanto riguarda la qualità dell’aria in particolare nelle regioni della pianura padana, abbiamo bisogno di lavorare urgentemente su modalità alternative di trasporto». A pagina 3, invece, Tommaso Di Francesco firma un commento dal titolo “Clima cileno, ma senza Allende. Si legge «(…) Facile prendersela con i camionisti e i taxisti. O con la destra estrema che, in compagnia dei frantumi della compagine berlusconiana sempre in agguato, in Sicilia fa il suo lavoro sporto (…). Difficile invece denunciare quello che in questo momento appare a noi come realmente eversivo. Vale a dire il governo del “tecnico” Mario Monti» e conclude «(…) Siamo all’introduzione a Weimar. Ci sono tutti i segnali di una deriva autoritaria. Nell’assenza di una sinistra che torni a coniugare l’idea di un blocco sociale alternativo».

IL SOLE 24 ORE visualizza con un’infografica semplice semplice in prima pagina i danni del blocco dei Tir: 200 milioni scritto in grandi caratteri: “stima dei costi giornalieri complessivi riferiti a grande distribuzione, commercio, agricoltura, trasporti, carburanti”. Accanto, un’analisi di Emanuele Scarci dal titolo “Tutti i costi di camion selvaggio”: « Costa carissimo all’Italia il blocco di Tir selvaggio. Non bastava la crisi economica: i danni sono stimabili in 200 milioni al giorno. A partire dai 50 milioni di danni al giorno per frutta, verdura, latte e fiori che marciscono nei campi. Per iper e supermercati sfumano 16 milioni al giorno. Effetto domino nell’industria: ieri la Fiat ha perso 4.200 autovetture mentre 5 stabilimenti di Indesit, Whirlpool ed Electrolux si sono fermati. Le forniture di ghisa rumene per la meccanica arrivano soltanto dalla Francia. Questo ieri, oggi il bilancio potrebbe essere più pesante».

ITALIA OGGI scrive: «I camionisti più duri dei tassisti. La titolare del Viminale, Anna Maria Cancellieri, sceglie la linea dura e dice che i prefetti potranno rimuovere i sit-in e i blocchi stradali degli autotrasportatori che protestano contro il rincaro del carburante.  Verrà eseguita anche stavolta un’indagine su eventuali sospette infiltrazioni mafiose e camorriste nella protesta. «Lo escludo nel modo più assoluto», ha respinto l’accusa il vice segretario generale di Trasportounito, l’associazione che ha promosso i blocchi dei tir, Giuseppe Tagnocchetti. Intanto per fronteggiare la protesta dei tir sono state impiegate dalle forze di polizia su tutto il territorio nazionale, 1160 unità».

“Proteste e ultimatum” è l’apertura di AVVENIRE che nel catenaccio sottolinea “Ancora blocchi. Il governo: stop a Tir selvaggio Nei mercati scarseggiano frutta e verdura”. Tre le pagine dedicate al tema (da 6 a 8) con due richiami particolari in prima, il primo “La polemica – I colleghi contrari: basta illegalità” e il “Parere dell’economista Ponti «Troppi padroncini mercato bloccato»”. A pagina 6 viene intervistato Marco Ponti, docente del Politecnico di Milano il quale da un lato sottolinea la disparità di 90 a 10 del trasporto su gomma rispetto a quello su ferro e dall’altro analizza la situazione dei “padroncini” «(…) da una parte ci sono ditte di piccoli camionisti, dall’altra l grandi imprese di trasporto. In mezzo ci sono i lavoratori extracomunitari in gran parte provenienti dai Paesi dell’Est, che possono accontentarsi di compensi molto bassi (…)». In un box l’allarme degli industriali che avvisano «Sistema in tilt, le aziende dovranno fermarsi». Sempre a un box è affidata l’informazione sulle “Pompe a secco: fermi i bus e la raccolta rifiuti” e si spiega «Lo sciopero dei tir non minaccia solo l’approvvigionamento dei generi alimentari, ma anche quello della benzina. Il carburante è in esaurimento ovunque e l’assalto ai distributori con lunghe code ha portato alla chiusura di numerosi impianti a Napoli, come in Basilicata, Liguria, Toscana e Calabria, nel Lazio (…)». È dedicata alle ricadute economiche pagina 8 con articoli da Roma e Milano sullo stato delle scorte “Qui Roma – Zucchine a 5 euro e niente pesce Nei mercati rionali costi alle stelle”, “Qui Milano «Ci resta poco da vendere ma protestare è giusto»” in un breve articolo sotto il titolo “Scorte ko, prezzi su. Pagano gli italiani” il catenaccio recita “Da Nord a Sud mancano frutta e verdura L’Europa pronta a sostituire il made in Italy”.

“Tir, il blocco costa 50milioni al giorno”, titola LA STAMPA riferendosi alle dichiarazioni di Coldiretti  che stima «essere a rischio 50milioni di euro di prodotti alimentari deperibili». Al di la della cronaca, Gian Enrico Rusconi  si chiede «Quale impatto avranno le proteste sul quadro politico?» E prosegue: «Quanto è accaduto sino a ieri è andato al di là delle protesta sociale, già ai limiti della legalità. Siamo stati posti davanti non solo alla contestazione di misure prese al governo, ma al confuso, virtuale rifiuto della sua autorità politica.  Questi due aggettivi sono la chiave di lettura di quello che è successo e che condiziona  l modalità con cui la situazione si sta normalizzando. Speriamo che avvenga presto, altrimenti le conseguenze saranno incontrollabili.  Siamo di fronte  a una severa prova per il governo Monti, probabilmente inattesa». 

E inoltre sui giornali di oggi:

ALZHEIMER
LA REPUBBLICA – A Wiedlisbach, in Svizzera stanno costruendo un paese riservato a chi soffre di demenza senile, già ribattezzato dai critici Dementiaville. Il progetto, appena approvato (costo 20-25 milioni di euro), già fa discutere: è giusto si chiedono in molti creare un mondo parallelo, caratterizzato da una finta normalità (con infermieri e medici travestiti da gente comune)? Si prevede che saranno ospitate 150 persone, in sei casette costruite in stile anni Cinquanta (come in un centro olandese, già attivo, dove il ricovero costa 5mila euro al mese e dove gli anziani malati pare abbiano trovato una risposta ai loro disagi).

FAMIGLIA
AVVENIRE – Richiamo in prima pagina nella sezione approfondimenti “Fondi diocesani anti-crisi La Chiesa sta con la gente” e un’intera pagina dedicata all’inchiesta dal titolo “Fondi contro la crisi diocesi con le famiglie” e nel catenaccio “In tutta Italia la Chiesa in campo con la fantasia della carità”. “Da Nord a Sud l’impegno della comunità ecclesiale nel difficile momento economico che attraversa anche il nostro Paese (…) Sostegni a genitori e figli, garanzie per le piccole imprese, banchi della solidarietà: ecco le risposte del territorio” annuncia il sommario e nella pagina si parla di Lombardia, Umbria e Campania in tre piccoli box mentre gli articoli principali parlano di famiglie, microcredito e altre soluzioni trovate in tutta Italia, decine di esempi citati.

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