Politica

Cameron e l’opzione del “capitalismo popolare”

Il premier inglese volta pagina. Mai più "turbocapitalismo" (secondo lui caro al Labour) e via libera a un nuovo tipo di economia di mercato

di Gabriella Meroni

Mai più turbocapitalismo. E’ la solenne promessa di David Cameron, il premier inglese, di cui dà conto the Guardian. Parlando di <<capitalismo responsabile>> Cameron ha ricordato un suo cavallo di battaglia di quando era il leader dell’opposizione, anni fa, e prometteva alla Gran Bretagna, se eletto, una nuova era di <<capitalismo popolare>>.

<<Mi piacerebbe che in questi tempi difficili facessimo qualcosa in più di ridurre il deficit e stimolare la crescita>>, ha detto Cameron, annunciando un disegno di legge che consentirebbe ai dipendenti pubblici di riunirsi in cooperative per fornire servizi ai cittadini. <<Vorrei che fossero gli attori di un capitalismo socialmente responsabile e davvero popolare>>. Ed Miliband, leader del Labour, ha apprezzato che il premier prendesse a cuore temi da lui già trattati lo scorso anno al congresso del partito, quando annunciò che avrebbe promosso aziende che creano lavoro invece di quelle che pensano solo ai propri interessi. Tuttavia in privato pare che Miliband abbia definito il discorso di Cameron “una zucca vuota”.

<<Non credo che il primo ministro voglia davvero realizzare ciò che dice>>, ha rincarato la dose Miliband parlando a una organizzazione dei consumatori. <<Ma come? Mi ha attaccato quando ho parlato di capitalismo irresponsabile, e cosa ha fatto lui? Ha tolto il controllo statale in qualunque settore, privatizzando il privatizzabile>>.

Cameron in effetti ha sfidato il Labour, provando a sfatare due assiomi di quest’ultimo: che solo il Labour è capace di riformare il libero mercato, e che i Conservatori non sarebbero credibili se lo facessero perché sono il partito dei capitalisti. <<Già tre anni fa dicevo che il precedente governo aveva chiuso un occhio sugli eccessi delle grandi aziende. Già tre anni fa parlavo di un capitalismo responsabile e vi avevo promesso che l’avrei realizzato>>, ha ricordato Cameron. <<Il precedente governo diceva: “gli alti e bassi del mercato sono finiti”, ma non ha fatto altro che far crescere il debito a dismisura. Ha creato squilibri gravissimi per la nostra economia, tra nord e sud, tra la finanza e la produzione, tra gli stipendi dei top manager e quelli dei lavoratori. E’ stato quel governo a fare un patto con la City>>.

Poi Cameron ha dettagliato meglio il suo pensiero sul ruolo del libero mercato, che comunque non deve essere abbandonato, anzi: <<Credo che libero mercato e libera impresa siano il miglior modo possibile per migliorare il benessere e la felicità. Sono il motore del progresso, i generatori di impresa e innovazione che liberano gli uomini dalla miseria e danno loro l’opportunità di crescere. Di più: dove mercato e impresa fanno il loro dovere, realizzano una società più etica. Sapete perché? Perché mettono in rapporto diretto sforzo e ricompensa, lavoro e guadagno. I fondamentali del mercato sono: ottieni qualcosa se dai qualcosa. Non condanniamo questa idea, anzi dobbiamo incoraggiarla. Sfruttiamo la crisi del capitalismo per cambiare in meglio il mercato, non per distruggerlo>>.

Secondo Cameron solo i Conservatori sono all’altezza del compito, mentre il Labour ha oscillato in questi anni tra il socialismo e il mercato selvaggio, come ai tempi di Blair e Gordon Brown. <<Nessun autentico conservatore è così ingenuo da pensare che la politica debba fare un passo indietro rispetto al capitalismo>>, ha aggiunto.

Dal canto suo Miliband è convinto che Cameron fallirà perché non si rende conto della difficile situazione in cui si dibattono molte famiglie, e lo aspetta al varco su almeno tre punti:
1) Le nuove regole del mercato. Miliband per esempio è a favore di regolamenti rigidi sulle scalate per evitare il ripetersi di nuovi casi Cadbury-Kraft.
2) La tutela della gente impoverita dalla crisi. Miliband ha promesso, una volta al governo, che spezzerà il monopolio delle sei maggiori aziende energetiche del paese per liberalizzare il mercato e ridurre le bollette.
3) Le sfide di un mondo completamente cambiato. <<Non siamo più alla politica del “e e” ma alla politica dell’ “o o”>>, ha chiosato un esponente del Labur. <<Dobbiamo compiere scelte radicali, difficili. Ma nel caso di Miliband queste scelte non prescinderanno dai valori. Cameron invece pensa solo a privatizzare>>.


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