Cultura

Continuano le violenze contro i cristiani

La denuncia dell'agenzia Fides

di Gabriella Meroni

Stupri e torture ai bambini, estorsioni alle famiglie, abusi e violenze che avvengono nel silenzio e nel terrore delle vittime: è quanto accade alla comunità cristiana di alcuni quartieri suburbani della metropoli Karachi, la maggiore città del Pakistan meridionale, capitale del provincia del Sindh. E’ quanto riferisce l’agenzia vaticana Fides. La denuncia choc viene da Michael Javed, parlamentare cattolico attivo in Sindh. Javed ha lanciato l’allarme spiegando che i cristiani dei quartieri Essa Nagri, Ayub Goth e Bhittaiabad da mesi sono vittime di indicibili violenze, perpetrate da membri di movimenti politici a forte connotazione etnica e islamica, come i pashtun. Le famiglie cristiane vivono un calvario ma ”la gente non denuncia gli abusi per timore di ritorsioni”.

Solo nel mese scorso, racconta Javed, “abbiamo registrato 15 casi di stupro”. In Essa Nagri esistono autentiche “celle di tortura” dove vengono confinati e stuprati bambini e bambine cristiane. “Per loro – aggiunge – si chiede un riscatto fino a 100.000 rupie e se le famiglie non possono pagare, i piccoli vengono torturati fino a diventare irriconoscibili”.

Come risultato di tali violenze, negli ultimi sei mesi, numerose famiglie hanno preferito lasciare Karachi. “Il fine di tali violenze – prosegue la testimonianza – e’ eliminare la presenza cristiana dalla zona, una sorta di pulizia etnica: siamo considerati schiavi, indegni di calpestare il suolo pakistano”. In un altro caso segnalato, una “casa di tolleranza” è stata aperta vicino ad una chiesa cattolica in Ayub Goth e “ragazze cristiane, di famiglie poverissime, sono costrette a prostituirsi”. Le autorità, pur avvisate, finora non hanno ancora agito. Javed lancia un appello chiedendo “di fermare l’oppressione sulla nostra comunita’”.

Padre Victor John, francescano della diocesi di Karachi, parroco a Essa Nagri, (dove vivono 700 famiglie cristiane, di cui 300 cattoliche) e responsabile pastorale per l’area di Ayub Goth, (con circa 300 famiglie cristiane) ha raccontato: ”Sono quartieri poverissimi, infestati da criminalità e illegalità. Violenze e torture ci sono, compiute da membri di partiti politici islamici che ricattano la gente per consenso politico, ma anche da militanti ostili ai fedeli. Nella zona è molto diffuso il traffico di droga, con la compiacenza della polizia. Mancano scuole e servizi sociali e, in tale contesto di povertà, la violenza impera”. “La Chiesa – ha detto ancora – è presente con un scuole, con un Centro di recupero per tossicodipendenti, con l’opera delle suore di Madre Teresa e delle suore Francescane del Sacro Cuore di Gesu’. Rivolgiamo il nostro servizio soprattutto a bambini e giovani, cercando di aiutarli e istruirli, per sottrarli alla malavita”.


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