Volontariato
Di Paola difende il programma: «porterà 10mila posti di lavoro»
Ieri l'interrogazione alla Camera
di Redazione
Il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, ha risposto ieri alla Camera a un’interrogazione dell’Idv sui caccia combardieri F-35. «Il dimensionamento complessivo del programma, come tutto il settore dell’investimento – l’ho detto e lo ripeto – è in corso di riesame alla luce delle esigenze operative e della compatibilità finanziaria», ha sì detto il ministro, che però ha in generale difeso a spada tratta il programma da lui firmato nel 2002.
Il ministro infatti ha ribadito «l’esigenza di rinnovare, nell’arco del prossimo quindicennio, le linee aerotattiche dello strumento militare italiano» e precisato che «il programma JSF risponde a questa esigenza». Di più, lo ha definito «un programma avviato con lungimiranza dall’allora Ministro della difesa Beniamino Andreatta e confermato nel decennio dai Governi D’Alema, Prodi e Berlusconi».
Dopo aver accennato al fatto che il programma è, come tutti gli altri, in corso di riesame, Di Paola ha detto che «tuttavia non vi è dubbio che stiamo parlando di un programma di elevato valore operativo, tecnologico e industriale, che vede già oggi a Cameri, nel novarese, un complesso industriale per la costruzione, l’assemblaggio, la produzione e la manutenzione del velivolo. È un complesso che dà e darà occupazione a 1.500 persone e, considerate tutte le industrie che lavorano oggi nel programma JSF, in prospettiva vi è una previsione di 10mila posti di lavoro. Sono oltre quaranta imprese che contribuiscono alla crescita economica, tecnologica, industriale e occupazionale del Paese». Numeri contestati immediatamente dall’Idv.
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