Volontariato

Britti: cara Lucciola la tua notte finir

La canzone choc di Alex Britti dedicata alle prostitute.

di Mara Mundi

«Le vedo sulle strade, di giorno e di notte: sembra di essere in un supermercato, un negozio di carne umana». Prostituzione, argomento inusuale per un cantante di musica leggera, la voce dell’estate, il ritmo del divertimento. Arriva con le lenti nere, che coprono il volto. Maglietta stretta a fasciare i muscoli, pantaloni troppo corti mostrano gambe sottili, ai piedi un paio di scarpe da ginnastica. Alex Britti parla ai tanti giovani accorsi per salutarlo, per scambiare quattro chiacchiere con lui in uantappappa del suo Palavasca tour. Ragazzi e ragazze che conoscono a memoria le sue canzoni, le intonano con gli amici, la sera. In sottofondo una chitarra. Quel testo, però, è un’altra cosa. Parla di donne giovanissime diventate di colpo adulte, merce di scambio per piaceri rubati. Senz’amore, nessuna passione. Costrizione, una scelta obbligata e niente più. «Passi in automobile, le vedi, ma nessuno fa niente. Non un gesto, una parola, un tentativo di liberarle da quella tortura, una via senz’uscita», prende fiato Alex. Poi, continua: «Provate a chiudere gli occhi e ad immaginare che quelle ragazze hanno un nome ed un cognome, una vita passata, forse la speranza di un futuro.
Provate ad immaginare che quelle giovani donne sono mamme, sorelle, figlie di qualcuno. Aprite gli occhi, adesso. Ditemi se non hanno bisogno di aiuto, della collaborazione e della comprensione di tutti».
È un Alex Britti inedito, che piace comunque, e tanto. Anche quando parla di argomenti seri, difficili, spinosi. «Faccio canzoni allegre, ma se pensassi che la vita si risolve in un semplice ‘yeah’ sarei davvero uno stupido». Strappa applausi e consensi, quando ammette che lui troverebbe un modo per raccontare cos’è una prostituta. Sceglierebbe le parole giuste per dirlo ad un bambino, ad un eventuale figlio che verrà. Ama molto i bambini, Alex. Ricorda ancora con emozione la sua adesione, lo scorso 20 novembre, alla giornata nazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Si ferma con i piccoli fan, rilascia autografi e dediche. Sorride, scosta i capelli ad un ragazzino che non riesce a farsi largo nel gruppo. È un giovane tra i giovani, quasi si confonde nella folla di adolescenti che lo acclamano. Vicino alle difficoltà dei teen-ager, pronto ad anticipare i loro sogni e bisogni, traducendoli in musica, in note, in accordi. Su invito della presidenza del Consiglio dei Ministri ha aderito alla campagna contro l’uso di droghe sintetiche. Lo ha fatto con un concerto gratuito all’Olimpico di Roma, il 10 luglio. «C’è più sballo a dire no», il nome dell’iniziativa. «No alle droghe, vecchie e nuove, perché non servono». Non ne ha fatto uso. Mai. Non ha avuto amici coinvolti in problemi di dipendenza. È una difficoltà che avverte tra le nuove generazioni, però. Quelle del sabato sera, della trasgressione ad ogni costo. «Non porta a nulla, non si ottiene niente». È deciso, con la voce ben impostata, Alex Britti. L’accento romano non lo abbandona mai, e quando si perde nei ricordi si sente ancora di più. Non ama i formalismi e neppure le prese di posizione rigide, «che non portano da nessuna parte». Non condivide altri passaggi della campagna governativa contro le droghe. «Perché consigliano ai giovani di non ‘tirarsi’ per andare in discoteca? Cosa c’è di male se una ragazza o un ragazzo vogliono sentirsi più belli per una sera, scegliendo con attenzione il vestito e l’acconciatura?».
E sul consiglio di non ascoltare ad alto volume la musica, Alex risponde solo che lui le canzoni le gusta “a palla”. Contesta sì, ma con motivazioni, idee, argomentazioni. Non capisce chi contesta tanto per fare, forse perché va di moda. E agli anti-G8, che si sono dati appuntamento a Genova per il vertice dei grandi Paesi industrializzati del pianeta, dice: «Cercate di capire bene cos’è la globalizzazione contro la quale protestate. Io, che ormai non sono più un ragazzino, non ho le idee ancora chiare, appena adesso comincio a comprendere qualcosa».
Infila gli occhiali neri, lasciati per un po’ sul tavolo. Saluta tutti. E sale sul palco, a cantare, ballare, a suonare la sua musica. Silenzio quando arriva il momento di Lucciola, la storia della prostituta. «Non c’è uomo che sprechi per lei un pensiero». Alex guarda verso le stelle. E un pensiero vola per tutte le lucciole del mondo, che aspettano ai bordi di una strada.

… la sua vita in due metri di strada
Una lucciola si fa luce da sola, vivrà poco ma questo lei già lo sa vive solo d notte però non importa, perché è solo così che sa vivere
ogni notte su e giù in due metri di strada, ogni tanto una macchina passerà
fino a che la notte finirà e speriamo intanto, mio figlio crescerà
questa notte fa freddo, fortuna c’è il fuoco
a me sembra tanto, per tutti gli altri è poco
ogni vicolo piange, ogni vicolo è cieco
vede quello che vuole, tutto il resto no
c’è una notte con le stelle nel cielo, fanno specchio a 1000 fuochi in una città
ma una lucciola che si fa luce da sola vede solo il mondo vero, bello o no
non c’è uomo che sprechi per lei un pensiero, non c’è uomo abbastanza uomo da amarla un po’
troppo facile parlare così, giudicare, se non sai perché e per come lo fa
fino a che un giorno capirai che è la vita a scegliere il ruolo che farai
troppo facile parlare così, giudicare, se non sai perché e per come lo fa
e quando poi la vita finirà speriamo che qualcuno piangerà
una lucciola si fa luce da sola, vivrà poco ma questo lei già lo sa
un uomo guida piano e si ferma, un altro ha già finito, saluta e se ne va.

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