Welfare

«Un treno da apartheid»

Lo sdegno del deputato nero Touadi per la nuova campagna pubblicitaria del Frecciarossa

di Daniele Biella

Prima classe del nuovo treno Frecciarossa di Trenitalia, executive: un manager, bianco, spiega comodamente con una lavagna multimediale a due interlocutori, bianchi, la prossima mossa commerciale.

Quarta classe, standard: una famiglia dai lineamenti che potrebbero essere asiatici o latinoamericani, padre madre e bambina, sorride seduta guardando fuori dal finestrino. Nella parte di testo a fianco, viene specificato che ci viaggia in standard non potrà accedere alle altre tre classi, executive, business e premium.

Ecco in sintesi la pubblicità delle nuove classi di Trenitalia (qui il link). Vederci qualcosa di strano, ad esempio una rappresentazione distorta della realtà attuale, è fare demagogia? “Niente affatto. Anzi, a me la scelta di Trenitalia rimanda agli anni post apartheid, quando la separazione era finita a livello legale, ma rimaneva di fatto su base economica: non te lo vieta la legge, ma il portafoglio”.Usa parole pesanti di denuncia Jean Leonard Touadi, deputato del Partito democratico nato nel 1959 nell’allora Congo Brazzaville e dal 1979 in Italia.

“L’iconografia dell’immigrato nella classe più economica è trita e ritrita. Si pensa che vivano tutti nei bassifondi, nonostante si sia mobilitato anche il presidente della repubblica Napolitano per far capire che non è affatto così oggi”, continua Touadi. E il divieto d’accesso? “E’ utile solo a far sedimentare l’idea di una società a compartimenti stagni, che già si sta accentuando con la crisi e che si può codificare anche con il criterio deciso dall’azienda”, argomenta il deputato Pd, “Il fatto che tale messaggio arrivi da una realtà nazionale e così importante come Trenitalia è peggiore, perché offre una simbologia nella rappresentazione dell’alterità che non è più tale da anni. è una visione anacronistica, perché è in ritardo sulla società attuale, che tende a garantire diritti per tutti”.


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