Mondo

Notte di follia

L'esercito spara sui manifestanti in piazza Tahrir. Il bilancio degli scontri e di 3 morti e 57 feriti

di Lorenzo Alvaro

È di tre morti e 57 feriti il bilancio degli scontri avvenuti nel corso della notte in piazza Tahrir, al Cairo, tra manifestanti e forze di sicurezza egiziane. Per il quinto giorno consecutivo, i militari egiziani hanno sparato proiettili contro i manifestanti, oltre ad aver usato bastoni e gas lacrimogeni per disperdere la folla accampata in piazza, simbolo della rivolta che ha portato alle dimissioni l’ex presidente Hosni Mubarak. Il bilancio, secondo quanto riporta il sito del quotidiano locale “al-Wafd”, è aggiornato alle 6 del mattino orario locale, quando gli agenti della sicurezza si sono ritirati dal luogo degli scontri. I manifestanti, in piazza per chiedere che la giunta militare rimetta i suoi poteri a favore di un’autorità civile, accusano le forze della polizia e dell’esercito di aver usato proiettili veri contro di loro.

I feriti sono stati portati nella moschea Omar Mukram dove è stato allestito un ospedale da campo. Il primo dei tre morti si chiamava Mohammad Samir Maslaha ed aveva 20 anni. Sarebbe stato ucciso in via Talaat Harb. La seconda vittima aveva la sua stessa età e si chiamava Mohammad Mustafa Hussein Sayed. Era uno studente di ingegneria ed è stato ucciso in piazza Tahrir. Il terzo infine si chiamava Islam Abdel Hafith, deceduto nell’ospedale da campo allestito nella moschea per le ferite riportate in piazza.

Secondo testimoni, centinaia di forze governative sono entrate nella piazza della capitale e hanno aperto il fuoco contro i manifestanti pacifici. «Centinaia di forze della sicurezza dello Stato e dell’esercito sono entrati nella piazza e hanno iniziato a sparare pesantemente. Hanno inseguito i manifestanti e dato fuoco a qualsiasi cosa che trovavano sulla loro strada, compresi dispositivi medici e coperte», ha raccontato un manifestante. Prima del blitz, la folla aveva tentato di abbattere un muro di mattoni eretto dall’esercito per bloccare l’accesso al Parlamento.

I leader militari sono accusati di un uso eccessivo della forza contro i manifestanti. In quattro giorni di sanguinosa repressione a piazza Tahrir sono morti 14 manifestanti e oltre 500 sono rimasti feriti.

L’immagine più toccante però (in alto), è quella del pestaggio, da parte di agenti di polizia, di una manifestante. Il video ha fatto il giro del mondo  diventando l’emblema degli scontri egiziani. Il fatto più allarmante però, sottolineato anche da Sabrina Mandouh nel suo post sul blog Yalla Italia, è la scarsa indignazione interna al Paese. «Parlando della ragazza nella foto, alcune persone sono riuscite a dire che è stata colpa sua in quanto non sarebbe dovuta andare in piazza!! Cosa è andata a fare? Altri hanno commentato il fatto che non avesse nulla sotto l’abito. Ma come mai non era vestita? Non aveva nulla sotto? Alcuni hanno preferito non commentare perché non sanno chi sia, come per insinuare che potesse essere una spia. Ma il peggio è stato il fatto che volessero far credere che sia tutto un montaggio, falso, e costruito. Si vuole distorcere la realtà sempre e comunque, e con grande dispiacere in molti casi ce la fanno» spiega Manoduh. L’ultimo bollettino medico della ragazza parla di «gravi condizioni».


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