Volontariato
Tbc, il nemico è tornato
Celebrata il 24 marzo la giornata contro la tubercolosi, malattia mai doma
di Redazione
L e malattie dei poveri al mondo sono tante, ma forse quella che più merita questa brutta definizione è la tubercolosi. Cinquantaquattro milioni di persone nel mondo si infettano ogni anno con il micobatterio della tbc, e circa 6,8 milioni di individui infetti sviluppano la malattia. Ogni 10 secondi una persona muore di tubercolosi, malattia responsabile del 5% delle morti nel mondo. Entro il 2005 oltre 9 milioni di persone saranno infettate, per il 95% nei Paesi in via di sviluppo.
Questi dati, che sembrano un bollettino di guerra, sono ancor più tragici se si pensa che per la quasi totalità si tratta di morti evitabili. Le armi terapeutiche efficaci infatti ci sono, ma il divario tra Nord e Sud del mondo non le rende adeguatamente disponibili per tutti. Così la tbc colpisce soprattutto i poveri, gli affamati, coloro che soffrono la fame e il freddo. Anche nei paesi industrializzati però l?ottocentesco ?mal sottile? sta tornando, mostrandosi più agguerrito come un vecchio nemico che si credeva definitivamente sconfitto, avvantaggiandosi di particolari contesti socio-economici per diffondersi e sviluppare resistenze alle terapie standard. Nonostante in Italia si registri una bassa prevalenza di casi (10 casi su 100 mila persone), vi sono fasce di popolazione quali gli immigrati, i malati di Aids, i tossicodipendenti, i poveri e gli anziani che costituiscono focolai a rischio. La tubercolosi infatti si sviluppa in condizione di luce e ventilazione insufficienti, attaccando soprattutto i soggetti deboli e malnutriti.
Il 24 marzo si è celebrata la giornata mondiale della tubercolosi: un?occasione in cui si è sottolineata la dimensione globale del problema, e quindi la necessità di interventi e soluzioni per tutti, Nord e Sud del mondo insieme. Proprio in occasione del 24 marzo, Medici Senza Frontiere ha reso noti dati allarmanti sulla diffusione della malattia in Russia e negli altri territori dell?ex Unione Sovietica. Qui il contagio è favorito dallo sgretolarsi del sistema sanitario e dal peggioramento delle condizioni di vita in seguito alla crisi economica che ha investito quelle nazioni. L?Unione Sovietica manteneva infatti un vasto e centralizzato sistema di monitoraggio sulla tbc, che dopo il crollo dell?impero sovietico ha perduto gran parte della sua efficacia e capacità di tenere sotto controllo la malattia. Allo stesso tempo, il peggioramento generale delle condizioni di vita ha allargato il numero delle persone a rischio, come disoccupati e senza tetto. Così oggi la tubercolosi è il problema sanitario numero uno in Russia. Nel 1991 nel Paese c?erano 34 nuovi casi di tbc ogni 100 mila abitanti, nel 1998 erano diventati 80. Nelle carceri russe la situazione è tragica: oltre 110 mila detenuti infatti sono malati di tubercolosi. In alcune repubbliche asiatiche l?emergenza è ancora peggiore. Quest?anno in Kazakhstan la percentuale di nuovi casi è salita a 91 su 100 mila, la stessa incidenza rilevata in Uzbekistan e Karakalpakstan. Di fronte a questa vera e propria strage, l?associazione premio Nobel ?Medici senza frontiere? ha varato un progetto pilota di intervento sanitario nella regione siberiana. Dal 1995 un gruppo di medici volontari è al lavoro in 26 istituti di pena e ospedali dell?ex Unione Sovietica, dove è riuscito a portare il numero dei morti per tbc da 2/3 al giorno a 3 al mese. Ma si tratta di un lavoro difficile condotto con scarsi mezzi, per cui Medici senza frontiere lancia un appello ai donatori italiani.
Per contribuire al progetto contro la tbc nell?ex Urss è possibile contattare Msf-Italia, via Ostiense 6/e, 00154 Roma; tel. 06.57300900, fax 06.57300902. Per contributi, conto corrente postale 87486007 intestato a MSF Roma con causale ?progetto tbc Russia?.
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